Green Economy: per uno sviluppo sostenibile dell'Umbria

A cura di Federico Fioravanti

Intervento di Francesca Regina

Direttrice Camera di Commercio Italiana per la Germania (Ufficio di Berlino)

Francesca Regina, potrà parlarci di qual è la situazione in Germania. E parlando di Germania, la memoria corre ad un indirizzo di una strada di Berlino: Fasanenstrasse, 87, dove già esiste un prototipo di casa ecologica. E' una abitazione che produce il doppio di quello che consuma. Quindi i tedeschi, mentre noi ancora dibattiamo di green economy, sono già al lavoro con soluzioni concrete.

In Germania si parla molto dell'indirizzo appena citato. A Berlino, nella Fasanenstrasse, 87, è in fase di costruzione una casa monofamiliare. Si tratta di un progetto pilota promosso dal ministero tedesco. Le pareti della casa sono costruite interamente con pannelli fotovoltaici che permettono di produrre il doppio di energia rispetto al consumo. Proprio l’anno prossimo, nel 2012, si trasferirà in questa casa la prima famiglia, composta da quattro persone.
La ricarica di energia avverrà interamente con installazioni fissate sul tetto, che permettono di auto approvvigionarsi sia per il riscaldamento che per l’elettricità. La casa prevede anche un parcheggio con due posti auto, ovviamente elettriche, che potranno ricaricarsi. Questo è un esempio di come la Germania sia all’avanguardia per quanto riguarda le energie rinnovabili e la green economy. Ma questo progetto dimostra anche quanto sia stato e sia importante in Germania il contributo della politica. Ricordiamo che in Germania, già a partire dal 1974, sono andati in vigore dei provvedimenti legislativi proprio a favore della ricerca sulle energie rinnovabili. La prima legge sulle energie rinnovabili, la legge del Conto Energia, è stata legiferata nel 1991. E con le successive modifiche, questa legge ha fatto sì che dal 1990 al 2000 si è assistito ad un raddoppio della produzione di energia da forti rinnovabili. Questo perché in Germania, così come nel mondo, le green tech permettono di offrire delle soluzioni a quelle che sono le problematiche legate all’industrializzazione, alla crescente urbanizzazione delle città, alla scarsità delle risorse. Tutte questioni che devono essere affrontate per risolvere i problemi del cambiamento climatico e della distribuzione delle risorse.
Non voglio citare grandi cifre, però è stato appena nominato il volume di affari generato in Italia dalle energie rinnovabili, che pari a 10 miliardi di euro. In Germania il giro di affari è stato complessivamente pari a circa 33 miliardi di euro nel 2009. E l'ultimo anno è salito ancora...

Quasi tre volte e mezzo l’Italia...


Esatto. Il settore delle energie rinnovabili, delle green economy, non è più in Germania, così come nel mondo, un settore di nicchia, ma è proprio un fattore trainante nell’economia tedesca. Attualmente genera circa l’8% del Pil nazionale, con previsioni fino al 14% entro il 2020. Inoltre le energie rinnovabili contribuiscono in Germania ad una diminuzione di anidride carbonica pari a 112 milioni di tonnellate. Penso che siano veramente dei valori notevoli.

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L'innovazione richiede forti investimenti, anche privati. Unirsi in “rete” per molte imprese può diventare una grande opportunità. Quale politica si segue, su questo fronte, in Germania?

Sono d'accordo con il presidente Mencaroni su quanto ha detto a proposito delle reti di impresa.  La Germania rappresenta un modello. La struttura capillare delle aziende tedesche operanti in questo settore è costituita proprio da piccole e medie imprese, come in Umbria.
In Germania le imprese sono state in grado di creare delle collaborazioni in rete non solo regionali, ma anche sovraregionali. Queste collaborazioni sono poi gestite da istituti o da singole aziende.
Ma in Germania soprattutto è fortissima la collaborazione tra le imprese, le università e i centri di ricerca, che insieme studiano le nuove tecnologie da utilizzare effettivamente con le aziende per la produzione di impianti o di tecnologie innovative anche nel campo delle biotecnologie, dall'industria chimica a quella meccanica.
In questo sistema la nostra Camera per la promozione del made in Italy vanta collaborazioni di successo  proprio con la Camera di Perugia. Nel 2008 abbiamo organizzato non solo un convegno qui a Perugia, ma siamo stati anche presenti con aziende della provincia di Perugia alla Hannover Messe. Abbiamo visitato impianti di produzione di biomassa e siamo andati insieme in Sassonia, in collaborazione con l’Università di Freiberg e l’azienda Koren, che è la  maggiore del Paese nella produzione di biogas. Ci auguriamo di proseguire su questa linea a favore delle aziende della provincia.
La nostra Camera ha una profonda vocazione allo sviluppo e alla promozione del Made in Italy per quanto riguarda queste tecnologie innovative. Abbiamo seguito, già a partire dal 2006, dei progetti di rete che hanno coinvolto diverse Camere di Commercio italiane all’estero. Facciamo anche parte di Assocamere Estero, che unisce le circa 70 Camere italiane all’estero e siamo istituzionalmente legati a Unioncamere nazionale.
Grazie ai progetti di rete, abbiamo fatto in modo che le aziende italiane operanti nel settore delle Green economy si presentassero nei principali paesi esteri di riferimento. Quindi il nostro obiettivo è stato proprio quello di presentare all’estero le eccellenze italiane: da una parte, per favorire lo scambio di know-how con aziende estere maggiormente  sviluppate rispetto a quelle italiane; dall’altra, anche e soprattutto per promuovere le eccellenze italiane, perché non dimentichiamo che in Italia, in molti settori di nicchia delle energie rinnovabili, le nostre piccole e medie aziende sono all’avanguardia per quanto riguarda l’innovazione e le tecnologie.
Quindi abbiamo realizzato diversi incontri nei principali mercati di riferimento, proprio dei seminari a cui hanno partecipato le aziende. Il nostro obiettivo principale è stato però quello di favorire gli incontri: ne abbiamo realizzato oltre 600 per quanto riguarda il progetto di rete proprio tra aziende italiane e straniere. Dal 2008 al 2010…

Ma chi conosce l'Umbria a Berlino? Che percezione si ha della nostra regione in Germania?

In Germania, in particolare a Berlino, l’Italia è molto amata, ma l'Umbria è poco conosciuta. Da questo punto di vista bisogna lavorare ancora molto...

Il presidente Mencaroni insiste molto sul marchio unico...

La politica del marchio è proprio quella che noi cerchiamo di sviluppare. E' difficile per un singolo operatore tedesco focalizzare l'attenzione su una singola città italiana. Occorre quindi promuovere una intera regione. E quindi un gruppo di imprese, un marchio che poi viene collegato alla provenienza geografica. Nel caso dell'Umbria al “Cuore verde d’Italia”. Questa è la  politica che, dal nostro punto di osservazione, invitiamo a realizzare.