STUDI E RICERCHE

11 gennaio 2019

Usa, Cina ed Unione Europea : gli amici nemici

di Antonella Jacoboni

Nel suo libro “I tre Imperi” P. Khanna (1977-viv.), esperto di relazioni internazionali, definisce gli Stati Uniti, la Cina e l’Unione Europea “amici nemici”. La globalizzazione ha creato interazioni economiche, finanziarie, commerciali e militari tali che si stanno delineando tre grandi potenze geopolitiche costituite da queste nazioni ed istituzioni sovranazionali.

Gli  “imperi” attuali, molto diversi da quelli coloniali dei secoli scorsi, competono tra loro per  un “ global geopolitical marketplace” un “mercato geopolitico globale” cioè la sfida non è più territoriale, ma geopolitica e commerciale; le guerre tradizionali sono sostituite da quelle monetarie, daziarie e da sfere di influenza culturale ed economica. C’è una fitta rete di interessi che rendono superati i vecchi schemi del passato e, contemporaneamente, le interconnessioni finanziarie rendono il mondo un unico “villaggio”. In questo scenario si gioca la partita tra Usa, Cina ed Unione Europea.

L’Unione Europea, nata dalla libera adesione di 28 paesi europei, è stata per anni indicata come la “ città sulla collina” (G. Refkin 1943-viv.) alla quale il mondo guardava, un esperimento di governo transnazionale che poteva dare risposte innovative alla globalizzazione. Oggi, purtroppo, l’”european dream” si è appannato per la mancanza di una visione strategica del futuro, per l’incapacità delle classi dirigenti europee di gestire al meglio le emergenze finanziarie ed economiche, generando una diffusa insoddisfazione sociale. Il presidente statunitense F.D. Roosevelt (1882-1945) disse “la vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature”.

Inoltre l'Unione Europea non ha saputo sviluppare una politica internazionale intelligentemente autonoma dagli Stati Uniti, come il caso della Russia dimostra. Quest'ultima è un nostro partner strategico da cui importiamo materieprime, sopratutto energetiche, ed esportiamo manufatti e prodotti agroalimentari. Nel  2017 lo scambio commerciale è  stato di 86 miliardi di euro per l'export e di 145 per l'import considerando le misure restrittive imposte per la crisi dell'Ucraina.(dati  Eurostat Statistics Explained marzo 2018 ) E' bene tenere presente che la Russia, con la  sua enorme estensione, è una barriera geografica naturale al potenziale espansionismo territoriale cinese; il Celeste Impero infatti non è solo una potenza economica e commerciale, ma anche demografica con un miliardo e 400 milioni di abitanti. Sarebbe saggio non indebolire Mosca spingendola ad allearsi con Pechino.

L’Unione Europea è tra le prime potenze commerciali del mondo e nel 2017 gli scambi internazionali di merci (somma dell’import-export extra UE) sono stati valutati  pari ad un valore di 3.735 miliardi di euro e il surplus commerciale di circa 23 miliardi. Il mercato più importante per l’export è stato quello Usa pari al 20% seguito da quello cinese con il 10%; per l’import le posizioni si invertono: nel 2016 la Cina è  stata il paese di origine di circa il 20% delle merci e gli Usa circa il 13,8%. (dati Eurostat Statistics Explained marzo 2018)

Tra i partner della UE la Repubblica Popolare di Cina ha rappresentato il mercato con più alto tasso di crescita: dal 2007 al 2017 le esportazioni sono triplicate, mentre le importazioni sono aumentate del 60%. Nel  2017 l’interscambio è stato di  circa 573 miliardi  di euro con esportazioni  verso la Cina  di circa 198 miliardi  di euro e con le importazioni  di circa 375 miliardi, con un saldo passivo dell’Unione Europea che si attesta su circa 176 miliardi. Con gli Usa gli scambi commerciali sono stati circa 630 miliardi di euro, di cui 375 miliardi di esportazioni e 255 miliardi di importazioni con un saldo attivo di circa 120 miliardi di euro. (dati Eurostat 2 giugno 2018)

Gli Stati Uniti sono la prima potenza commerciale, ma anche, attualmente, un paese che non riesce ad invertire il suo declino ed  ha la necessità  che il mondo creda ancora nella sua economia e nella sua moneta, il dollaro, perchè se le nazioni e gli investitori privati non acquistassero più i treasury bonds non potrebbe finanziare i suoi deficit e il mantenimento del suo costoso apparato militare.

Le esportazioni sono state circa 2.300 miliardi di dollari e le importazioni  circa 2.900 miliardi di dollari. In particolare le importazioni dalla Cina sono state pari a circa 506 miliardi di dollari  mentre le esportazioni a 130 miliardi di dollari, con un disavanzo di  circa 375 miliardi; da ciò scaturisce il crescente nervosismo ed insofferenza verso l’economia  del Celeste Impero. (dati U.S. Census Bureau 2018)

La Cina è il paese manifatturiero per eccellenza ed è stata definita la fabbrica del mondo. Secondo l’ultimo rapporto del Fondo Monetario Internazionale (FMI) l’Asia è la regione con la crescita più rapida e il motore dell’economia mondiale e da sola rappresenta un terzo del contributo alla crescita globale. Nel 2016 la bilancia commerciale è stata di circa 640 miliardi di dollari (dati Rapporto Cina ed Hong Kong 2017 del Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale). 

Queste sono i numeri che dicono molto, ma non dicono tutto.

L'Unione Europea ha un deficit elevato con Pechino, ma quello statunitense è molto elevato. Come si è arrivati a questo? Le ragioni sono molteplici, ma vorrei brevemente ricordare che il mondo del lavoro ha avuto un cambiamento epocale e l'importanza dell'industria manifatturiera è andata declinando, mentre è cresciuta quella delle attività finanziarie. Mezzo miliardo di lavoratori dei paesi più industrializzati si trovano a competere con un altro miliardo e mezzo che vivono nei paesi emergenti, con bassi salari e con limitati diritti sindacali ed assistenziali. Si è creata una spirale perversa dove l'occidente ha ridotto la sua capacità manifatturiera a causa degli alti costi di produzione, ma importa e consuma merci aldilà delle sue possibilità, indebitandosi con gli stessi paesi produttori come la Cina. Non dimentichiamo che il Dragone è il più grande detentore del debito pubblico Usa. I paesi occidentali non hanno saputo governare la globalizzazione e le follie finanziarie degli anni 2000 hanno impoverito le "middle classes" e le "working classes" che acquistano merci importate di basso prezzo, prevalentemente dalla Cina, perchè quelle nazionali sono troppo care. Il "turbocapitalismo", espressione coniata dall'economista E. Lutwak (1942 viv.), ha indebolito l'"american dream" a favore dell'"asian dream" e nell'area del Pacifico le giovani generazioni guardano più a Pechino che a Washington.

Il presidente B. Obama (1961-viv.) nel 2015 ha dichiarato "quando oltre il 95% dei nostri potenziali clienti vive al di fuori dei nostri confini, non possiamo permettere a paesi come la Cina di dettare le regole del commercio mondiale". Il ministro degli esteri cinese  Hong Lei  (1969- viv.) ha risposto" gli Stati Uniti sono molto ambiziosi, ma temo che non tengano conto delle prospettive di lungo termine", affermazione che conferma quanto già detto e cioè che la Cina mira non solo ad un nuovo ordine mondiale, ma anche a guidarlo. Le debolezze politiche e finanziarie che hanno minato l'egemonia degli Stati Uniti e dell'Europa si sono trasformate in vittorie per il Celeste Impero che per bocca del suo presidente Xi Jinping afferma "con una civilizzazione di oltre 5 mila anni nessuno può dirci quello che dobbiamo o non dobbiamo fare".(Ansa del  18 dicembre 2018)

Si sta realizzando ciò che enunciò il generale della NATO Jordis von Lohausen: “i tentativi di intrusione economica o militare in Cina non possono ottenere nulla, perché la sua estensione è troppo vasta. La Cina è di un’altra razza e di una cultura antica, di gran lunga più antica. Essa ha accumulato tutta l'esperienza della storia mondiale e resiste ad ogni trasformazione. La Cina è inattaccabile"

 

Anno 2017 UE USA Cina
Popolazione (mil.)              509 360  1400 
Pil (mild) 15326  (euro) 19390 (usd) 12240 (usd)

(dati Eurostat 2018)

 
Anno 2017 Importazioni / Esportazioni (mild usd) USA Cina
UE imp. 255 375
UE esp. 375 198

(dati Eurostat 2018)

 

Anno 2017 Importazioni / Espòortazioni (mild Usd) Cina
Usa imp. 506
Usa esp. 130

(dati U.S. Census Bureau 2018)

 

* Antonella Jacoboni è ricercatrice presso il Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Perugia | antonella.jacoboni@unipg.it

 

 

Bibliografia

Cardenal J.P, Araùjo H. 2016 "Come la Cina sta conquistando l'occidente" Editore Feltrinelli
De Filippo F.  2016   "Il dragone rampante"  Editore Castelvecchi
Khanna P.  2006  "I tre imperi"    Editore  Fazi
Rifkin J   2004   "Il sogno europeo"  Editore Mondadori