VISIONI D'IMPRESA

30 giugno 2013

Un industriale di grande charme

Bruno Buitoni: l'ultimo re della pasta e del cioccolato

di La Redazione

L’imprenditore Bruno Buitoni, classe 1924, recentemente scomparso, è stato l’ultimo manager di una dinastia familiare che ha segnato in maniera indelebile la storia economica della comunità regionale, contribuendo all’affermazione dell’alimentare italiano nel mondo. Si pubblica qui di seguito un articolo uscito nel 1982 su Vogue Germania. La dinastia Buitoni ha lasciato un segno anche nella storia della Camera di Commercio, avendo Giovanni Buitoni, zio di Bruno, ricoperto tra l’altro l’incarico di Commissario Straordinario della Camera di Commercio e Industria dell’Umbria dall’agosto 1925 al dicembre 1927.

Bruno Buitoni, amministratore delegato della più importante azienda alimentare Italiana, non parla volentieri di affari. Il cinquantottenne capitano d’industria preferisce di gran lunga discorrere dei propri innumerevoli hobby: letteratura, storia, nuoto, vini e caccia. Bruno Buitoni e la moglie svizzera, Misette, vivono in un’antica villa di campagna restaurata di rara bellezza, a ridosso del centro storico di Perugia. Ad adornare la villa, oltre a quadri, tappeti e mobili preziosi ed altri oggetti d’arte, un vero e proprio trionfo di fiori che all’esterno, tappezzano le pareti rosso-brune della villa, e al suo interno, fanno bella mostra di sé elegantemente disposti in vasi. Vestito in maniera impeccabile ed estremamente curato, Bruno Buitoni, 58 anni, è uomo dal carisma tipico di un antico signore di campagna e dagli innumerevoli hobby: “Quando ho tempo, leggo volentieri romanzi ed opere storiche oppure faccio una nuotata. Mi piacciono i buoni vini. Inoltre, vado spesso a caccia; ma non, come fa la maggior parte degli Italiani, a caccia di piccoli volatili. Libero il mio cane e, spesso, impiego ore per stanare un fagiano, una starna o una lepre. Durante le ferie, il posto che più mi piace frequentare è la Svizzera: Zermatt d’inverno e Sankt Moritz d’estate. Per il resto, non faccio praticamente mai viaggi in privato. Il lavoro mi porta già così spesso in giro per il mondo. I miei fine settimana li trascorro a casa con gli amici. Una volta mi piaceva anche andare a cavallo. Ho giocato anche a golf e a tennis. Ora però quei tempi sono passati.” A volte a Buitoni viene il dubbio se la scelta di lavorare sempre e soltanto nell’azienda di famiglia sia stata quella giusta. Naturalmente, tuttavia, l’imprenditore non sa come sarebbe andata la sua vita se avesse deciso prendere altre strade, e se oggi si troverebbe dove si trova. Questa, in ogni caso, è anche l’unica occasione in cui nel corso della nostra chiacchierata di due ore il presidente del maggiore gruppo Italiano del settore alimentare, forte di 15 filiali in tutto il mondo ed oltre 10000 dipendenti, abbia fatto cenno al proprio lavoro. Per saperne di più sull’impresa BUITONI bisogna parlare con il direttore generale Francesco Pappalardo, uomo sulla quarantacinquina capace, elegante e dal fare tranquillo. Le attività dell’azienda, unica multinazionale Italiana del settore alimentare, di proprietà della famiglia Buitoni sin dal lontano 1827, si articolano in diversi settori di produzione; primo fra tutti quello delle paste alimentari: non c’è forse Italiano che non abbia mai mangiato la pasta Buitoni. Poi viene il settore dolciario. Il cioccolato Perugina è famoso in tutto il mondo, in particolar modo i “Baci” dei quali ogni anno la Buitoni vende migliaia di tonnellate nella sola Germania: circa 65 milioni di Baci, uno per ogni Tedesco. A completare la gamma di prodotti Buitoni, i piatti pronti e la produzione di materiali da imballaggio e incarti. Inizialmente, l’azienda aveva sviluppato le proprie attività in questa direzione solo per poter confezionare i propri prodotti con incarti di produzione propria. Poi, gli ordini sono iniziati ad arrivare anche da aziende esterne. Oggi, Buitoni fornisce persino pacchetti per sigari e sigarette allo stato Italiano. Ma non finisce qui. Già si pianificano nuove strategie per il futuro. Un ramo aziendale di ancor più recente creazione, che dovrà essere ulteriormente sviluppato in futuro, si occupa della “vendita di know-how tecnologico”; un altro ramo di attività si occupa, invece, di forniture su grande scala. Francesco Pappalardo ci spiega nel dettaglio le attività di questi nuovi rami aziendali: “Le attività di vendita di know-how tecnologico consistono nell’insediare nei paesi in via di sviluppo stabilimenti produttivi completi di tutte le attrezzature e le tecnologie, in grado di avviare immediatamente la produzione secondo il nostro modello produttivo. Noi provvediamo a fornire a questi stabilimenti tutti i necessari componenti, fino al più minuscolo; ed anche le maestranze specializzate vengono formate da noi qui in Italia. Abbiamo già insediato stabilimenti del genere in Ecuador, Algeria e Yemen. Per quanto riguarda il concetto di “forniture su grande scala”, il modo più semplice di spiegarlo è con un esempio: forniamo a 200.000 bambini Arabi i pasti che mangiano presso le mense scolastiche e lo facciamo avendo studiato con la massima attenzione ciò che loro più piace e ciò che loro è più adatto alla luce della situazione geografica, delle tradizioni del paese e del gruppo di età.”

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