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30 settembre 2012

Assocamerestero, un valore aggiunto

di Strianese Augusto

La XXI Convention mondiale  delle Camere di Commercio  Italiane all’Estero (CCIE), che  quest’anno sarà ospitata a  Perugia, rappresenta un’importante occasione di confronto tra la rete delle CCIE  e l’imprenditoria locale per  dare un concreto impulso  allo sviluppo del territorio.  È nella cornice di Perugia, in  sintesi, che vogliamo porci  l’ambizioso obiettivo di coniugare la domanda di assistenza delle aziende e l’offerta di supporto e sostegno  attraverso servizi qualificati che il sistema della promozione può loro assicurare. Infatti, da un lato, le CCIE avranno  modo di approfondire la conoscenza del tessuto produttivo locale promuovendone poi le valenze sui mercati in  cui operano; dall’altro le imprese e i soggetti del territorio  potranno verificare con chi quotidianamente si confronta  con le esigenze di realtà differenti e a volte distanti da un  punto di vista geografico e culturale dal nostro Paese quali  sono i settori che offrono le migliori opportunità di inserimento per il business italiano.  Nel corso degli anni, la partnership tra il sistema camerale italiano all’estero e la Regione Umbria si è sempre più  consolidata, tant’è che oggi oltre un terzo delle CCIE ha  stretto accordi di collaborazione per azioni congiunte di  valorizzazione del territorio con il sistema camerale umbro, Regione, Associazioni di categoria, Università e centri di ricerca. Una collaborazione che punta ad una promozione a tutto tondo, sia delle eccellenze per così dire  tradizionalmente conosciute, quali l’agroalimentare e il  tessile-abbigliamento, che di quelle più innovative, come  ad esempio l’aerospazio, in cui l’alleanza con controparti  estere qualificate può fare la differenza.  Per lanciare una nuova stagione di sviluppo – come suggerisce il tema stesso al centro dell’evento di Perugia  “ Reti, filiere e qualità dell’internazionalizzazione per i  territori: cultura, turismo, credito e servizi per le PMI ”  – l’economia umbra deve infatti sempre più aprirsi a livello internazionale, valorizzando le caratteristiche che  la rendono una terra di soft e green economy ma capace  di esprimere punte di eccellenza anche in comparti come  quello siderurgico, energetico, etc., senza dimenticare  quanto le esperienze e le bellezze territoriali non solo si  traducono in prodotti di qualità ma rappresentano un’importante volano per l’economia grazie al turismo, che qui trova la sua  più ampia possibilità di soddisfazione, spaziando da quello verde e culturale a quello  religioso. La Convention servirà proprio ad  inserire questi contenuti in un più ampio  dibattito che dia forma innovativa ed efficace alle strategie promozionali, in modo che  ogni soggetto possa, sulla base delle proprie  competenze e specificità, contribuire ad un  migliore posizionamento all’estero delle imprese e delle produzioni locali. L’Umbria, come già ribadito, rappresenta un modello di  sviluppo, proprio in virtù della sua capacità di coniugare tutela e valorizzazione del territorio, cultura dell’accoglienza e tradizioni artigiane e identità locali. Perché tutto  questo diventi traino della crescita economica è necessario veicolare questo modello sui territori esteri. In questo,  importante è il contributo che le 76 Camere di Commercio Italiane in 50 Paesi, facendo sì che la “domanda di  internazionalizzazione” delle imprese possa trovare una  risposta rapida, efficace e qualificata. Pochi, infatti, sono  i soggetti che, come le Camere, operano stabilmente sui  mercati esteri e per questo sono in grado di raccontare  50 differenti realtà attraverso gli occhi non di chi li vive  per “conoscenza riflessa” ma di chi ne è protagonista in  prima persona perché fa parte della comunità d’affari locale e quindi è in grado di fiutarne umori e tendenze di  sviluppo. Le CCIE sono al fianco delle imprese per accompagnarle in  tutte le fasi del business, dal primissimo approccio al mercato attraverso informazioni puntuali, all’individuazione  di un partner estero affidabile con cui stipulare accordi,  all’azione sulle reti distributive locali per favorirne una  presenza capillare, alla gestione della fase post-vendita,  spesso la più delicata. Queste azioni di assistenza specializzata, insieme a quelle di promozione integrata, che  puntano a veicolare una maggiore conoscenza dei luoghi  in cui esso trae origine e della cultura e sapienza artigiana  che rendono nel mondo il  Made in Italy sinonimo di qualità, rappresentano oltre l’80% dei servizi e delle attività  realizzate dalle Camere.  Come associazioni di imprenditori che hanno aperto (e in  un certo senso spianato) la strada ad altri imprenditori,  le CCIE hanno sviluppato attività a maggior valor aggiunto senza dimenticare canali di affari tradizionali, come le  fiere, che rappresentano per le aziende uno strumento  fondamentale per avviare primi contatti e incrementare  gli ordini.  Proprio l’essere accanto alle imprese parlando il loro linguaggio è il valore aggiunto che la nostra rete può portare nel definire e attuare politiche di internazionalizzazione al passo con i tempi, flessibili e funzionali ed è a  partire da questo che vogliamo lavorare con le istituzioni  e il territorio per accrescere la competitività del nostro  Paese in ambito internazionale.