VISIONI D'IMPRESA

30 giugno 2011

Impresa al femminile: una corsa a ostacoli

di Silvia Angelici

Maria Zappelli Cardarelli

 “Non esiste una notte tanto buia da impedire al sole di sorgere ancora…”. Maria Zappelli Cardarelli di certo non è lasciata intimorire dal buio, nemmeno davanti alla morte prematura del padre,avvenuta quando era ancora studentessa universitaria. E così, nel ’96, a 24 anni non ancora compiuti, si è ritrovata sulle spalle l’azienda di famiglia. Cinquantamila ettari spalmati sulle colline di Trevi, cinquemila piante di olivi, produzione interamente biologica. “Nei terreni in pianura – spiega l’imprenditrice, sorriso schietto e occhi vivacissimi – coltiviamo lenticchie, mais grano e fagioli a rotazione. In più abbiamo un agriturismo di 18 posti letto e facciamo trattamento di pernottamento e prima colazione. Da alcuni anni lavoriamo molto come fattoria didattica, sia con bambini che adulti molti dei quali stranieri”. La dottoressa Zappelli, passando per vari incarichi istituzionali all’interno di Coldiretti, dal gennaio 2010 è diventata presidente del Comitato imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Perugia. Tornando alla sua esperienza di donna e di manager le chiediamo come mai ha deciso di dedicarsi all’azienda di famiglia. “Io studiavo a Perugia, Scienze politiche con indirizzo internazionale, volevo girare il mondo e dedicarmi alla carriera diplomatica, ma all’improvviso tutto è cambiato… Cosa fare: continuare gli studi o prendere in mano questa attività che altrimenti sarebbe stata venduta? Mi sono sentita di prendere in mano la situazione – racconta – un po’ perché era una sfida, un po’ perché all’improvviso ho sentito un forte richiamo alla mia terra. Fin da piccola seguivo il papà in campagna e mi piaceva molto. Ho memorizzato tante cose andando dietro a lui che poi mi sono servite! Mio padre diceva sempre «impara l’arte e mettila da parte»: questo per comunicarmi che anche se avevo intenzione di fare altri lavori era bene imparare il più possibile perché nella vita non si sa mai. Ho cominciato affidandomi all’esperienza delle persone più anziane di me ed ho cercato di capire il perché era importante utilizzare un sistema di produzione piuttosto che un altro, mi sono messa a studiare e soprattutto a lavorare. L’azienda piano piano è cresciuta, siamo passate da 40 ettari del 1996 ai 50 del 2004. Nel 2000 abbiamo ristrutturato l’antico frantoio in legno e pietra per le visite didattiche. Abbiamo riconvertito tutti gli oliveti per fare la raccolta meccanizzata. Dico abbiamo perché io ho 2 sorelle e dopo che si sono laureate mi hanno seguito in questa impresa, una è agronomo, l’altra è laureata in lingue ed è anche accompagnatrice turistica”.

Dottoressa Zappelli che significa per lei fare impresa?

“Quello che oggi posso dirvi è che è un po’ una sfida con se stessi. Dallo scorso anno sono presidente del Comitato imprenditoria femminile della Camera di commercio. Il comitato è formato dalle rappresentanti di tutte le categorie economiche, dalle istituzioni quali la Regione e la Provincia di Perugia, dalle organizzazioni sindacali de dal sistema del credito. Il comitato si è attivato sul territorio provinciale al fine di promuovere le attività imprenditoriali e di sensibilizzare le nuove generazioni sul fare impresa”.

Ci spiega più da vicino quali sono le funzioni e le attività del Comitato?

 “L’organismo opera per favorire lo sviluppo e la qualificazione della presenza femminile nel mondo imprenditoriale. Cerchiamo anche di sollecitare una più consapevole partecipazione delle donne alle problematiche legate all’economia locale. Tra le funzioni più strategiche l’attività di formazione imprenditoriale e professionale, l’accesso al credito”.

Quali sono le difficoltà che incontrano le donne che fanno impresa?

“Sono molte e spesso si prova un senso di impotenza di fronte alla burocrazia che ci circonda, ma l’importante è capire dove vogliamo arrivare, studiare per farlo, affidarsi a dei buoni collaboratori, trovare sempre il meglio dal proprio lavoro e far si che chi ci è vicino sia felice di lavorare con noi…” L’accesso al credito, si parla tanto del rapporto difficile tra imprenditori e banche… “Il credito è un problema spinoso e sempre di più le nostre aziende si trovano in difficoltà perché non riescono a trovare nelle banche l’aiuto sperato. In realtà dobbiamo pensare che gli istituti di credito analizzano le nostre aziende in base al rating, un sistema di valutazione che divide le aziende per classi di merito. Quindi la prima cosa è conoscere e imparare ad utilizzare questo strumento. Il Comitato opera in questa direzione. Un pizzico di fortuna non guasta mai. Ma noi dobbiamo essere i primi a sapere come stiamo procedendo e come si muove la nostra azienda nel mercato di riferimento. Molti sono gli strumenti che abbiamo a disposizione: il più importante è sicuramente il controllo di gestione. Recentemente il nostro Comitato imprenditoria femminile ha organizzato alcuni incontri e seminari sul tema del credito e analisi del rating, il credito in chiave etica e alcuni corsi specialistici sul controllo di gestione rivolti sia ad imprenditrici che a persone che vorrebbero provare ad intraprendere un’attività.”

Il Comitato interagisce con le istituzioni? Che potere negoziale ha nei loro confronti?

 “Come comitato regionale stiamo lavorando per sensibilizzare le istituzioni ad una analisi più attenta del tessuto sociale e imprenditoriale e soprattutto stiamo sollecitando un’analisi più attenta del fenomeno dell’imprenditoria femminile che secondo i dati di UNIONCAMERE tiene meglio in questa crisi e le aziende hanno una mortalità inferiore a quelle condotte da uomini. Da poco abbiamo avuto la possibilità di sederci al Tavolo per lo sviluppo. Questa novità ci ha permesso di dare la nostra anche nelle stanze dei bottoni.”

Rispetto alle funzioni camerali che ruolo svolge il Comitato, come si inserisce nell’attività dell’ente?

“Propone suggerimenti nell’ambito della programmazione delle attività camerali, partecipano alle attività delle Camere proponendo tematiche inerenti lo sviluppo dell’ imprenditoria locale, curano la divulgazione nel territorio delle iniziative e delle attività di ricerca e studio sullo sviluppo locale promosse dalle Camere di Commercio, con occhio rivolto al mondo femminile.”

La sua presidenza ha in agenda degli obiettivi, dei traguardi particolari da conseguire?

“Il fronte più complesso, come ricordato, è quello del credito. Stiamo facendo pressing per ottenere dalle banche, anche attraverso i Consorzi Fidi, dei rating più bassi. Il Comitato ha comunque promosso l’attuazione di una convenzione per favorire l’accesso al credito da parte delle imprese femminili. La Convenzione è operativa dal 2001 ed offre l’opportunità di ottenere finanziamenti per investimenti o per scorte, ad un tasso concordato migliorativo, rispetto a quello del mercato, con l’ulteriore vantaggio della garanzia prestata dai consorzi fidi, che per le nuove imprese può arrivare a coprire anche l’80 per cento del finanziamento. La Convenzione offre anche assistenza tecnica per l’individuazione dei fabbisogni finanziari dell’azienda e per la predisposizione dei progetti di investimento”.

Che futuro prevede sull’orizzonte delle imprese in rosa?

“Il lavoro da fare è molto le imprenditrici non sono una razza protetta ma lavorano e più e necessitano di maggiori servizi di cura per l’infanzia e gli anziani perché sempre di più loro stesse se ne fanno carico. Sono sicura che grazie al lavoro condiviso di tutti, istituzioni, mondo del credito e parti sociali potremmo migliorare le nostre aziende , renderle più competitive e efficaci sul mercato e più sicure per chi ci lavora. Il Comitato ora sta perfezionando il progetto di Reti d’impresa, perché da sole, se poi di piccole dimensioni, non basta più. La globalizzazione ci impone ormai reti e distretti d’eccellenza. Solo così il futuro delle nostre aziende sarà più ‘roseo’ e vincente”.