Percorsi per l'internazionalizzazione del sistema Umbria

A cura di Federico Fioravanti

 

Le imprese italiane che esportano sono 210.000. Solo 10.500 però lo fanno in un modo prevalente e costante. L’Italia, spiega il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, ha un “ulteriore enorme potenziale di oltre 70.000 imprese che potrebbero operare oltre i confini nazionali ma che hanno timore ad affrontare i mercati internazionali”.
E l'Umbria? Gli ultimi dati sull'export diffusi dall'Istat, relativi ai primi sei mesi del 2012, confermano la forte crescita che già era evidente nel 2011: + 8,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Superiore alla media italiana (+4,2%) ma anche a quella delle regioni del Centro (+7,3%).  L'Umbria è quarta, dietro a Sicilia, Puglia e Sardegna per l'aumento dell'export. Terni è segnalata tra le province più dinamiche d’Italia con un export in crescita del 16,5%.
L'Umbria perde però quote di mercato in Europa: le esportazioni verso i paesi Ue sono calate del 4,5%. Cresce invece molto l'export verso  gli altri paesi del mondo: +29,4%, la percentuale più alta in assoluto tra le regioni italiane, ad eccezione della Sardegna, che ha fatto registrare un +9,5%.
Il settore trainante è sempre quello dei metalli (+20,7% ), seguito dall’abbigliamento (+11,2%), dal legname (-5,5%), dai prodotti agricoli (+12,8%) e dai prodotti tessili in generale (+6,5%). La crescita più rilevante in assoluto l’hanno fatta registrare gli articoli farmaceutici e chimico-medicinali con un +64,8% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Sono invece crollate le esportazioni dei minerali estratti da cava (-48,2) che ancora nel 2011 rappresentavano, dopo la metallurgia, il secondo settore per vendite all'estero. Forte calo anche per i prodotti dalle attività di trattamento rifiuti (-74,5%), i prodotti petroliferi raffinati (-18,6%) e gli apparecchi elettrici (-13,7%).
Numeri incoraggianti, ma che vanno letti “cum grano salis”. Il valore delle esportazioni umbre è passato dallo 0,9 % all'1% rispetto al dato generale italiano.
Nel “boom” degli ultimi 18 mesi va considerato il peso delle Acciaierie di Terni: la siderurgia vale addirittura quasi un terzo delle esportazioni regionali. Gli imprenditori umbri che esportano all’estero sono 2.800. Dieci anni fa erano 3190.
Nella prima metà del 2012 il valore delle esportazioni ha raggiunto in Umbria il suo massimo storico: in proiezione annuale sfiora i 4000 milioni di euro.
Le imprese regionali esportano soprattutto in Europa e Nord America, molto meno verso i paesi asiatici. Un dato su tutti: l’export verso la Francia è tre volte superiore all’export verso la Cina. La propensione all’export è più elevata in alcune aree della regione: l’Alto Tevere, la zona di Gualdo Tadino, la Valle umbra e il Ternano.


Le cifre ci dicono, comunque, che le esportazioni sono vitali per lo sviluppo dell'economia.
Ma i percorsi dell'internazionalizzazione sono ancora troppo tortuosi e troppo stretti. Come trasformarli in una autostrada veloce, comoda e moderna?

 

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