L’innovazione digitale nella PA: nuove forme di comunicazione e di servizio al cittadino

A cura di Federico Fioravanti

Intervento di Giorgio Mencaroni

Presidente della Camera di Commercio di Perugia

Le imprese umbre, nell'uso della tecnologia, sono sotto la media nazionale. Questo salto culturale di innovazione digitale va affrontato con maggiore decisione.

Vorrei dire che “di necessità si fa virtù”. L'innovazione è vitale in qualunque impresa. Non si può colloquiare con il mondo senza la Rete. Chi ha una età maggiore trova difficoltà più evidenti nell'uso delle nuove tecnologie. Questo comporta problemi, sia nel pubblico che nel privato. Ma è compito di chi guida le aziende, pubbliche o private, quello di non chiudersi alle novità ma favorire i cambiamenti. Ricordo le resistenze dei collaboratori, anche nel mondo dell'impresa privata, all'uso sempre più frequente del telex. Poi è arrivato il fax che già sembrava una straordinaria innovazione. E poi i computer e l'introduzione massiccia dei sistemi informatici. C'erano anche allora delle resistenze che con gli occhi di oggi appaiono assurde. Ma l'impresa deve andare avanti, comunque. Spesso deve anticipare i cambiamenti. Passaggi storici come quelli che stiamo vivendo vanno quindi affrontati con determinazione e coraggio.
Anche per quanto riguarda la pubblica amministrazione, potere è volere. Da questo punto di vista, vedo quello che è stato fatto e si fa all'interno della Camera di Commercio e che già ci ha illustrato Ghezzi. E' un processo importante di innovazione che va accelerato.
Ma il tema vero è quello sottolineato dalla dottoressa Bianconi: chi deve guidare questi cambiamenti? La competenza professionale porta ad una maggiore libertà ed autonomia e garantisce la qualità dell'innovazione anche nella pubblica amministrazione. La formazione, da questo punto di vista, è essenziale. Ma attenzione: deve essere orientata. Sono i giovani tra i 18 e i 34 anni, con un livello culturale medio-alto quelli che utilizzano meglio la Rete. Saranno loro i protagonisti del cambiamento epocale che è in atto. Ma a volte lavoriamo alla formazione senza capire realmente quali sbocchi questi giovani possano avere  nel mercato corrente del lavoro. La formazione non può essere finalizzata solo all'ottenimento di un contributo o all'assegnazione di un bando, senza una prospettiva di un inserimento reale nel mondo delle imprese.
Anche per la formazione servono quindi politiche ad hoc. Spendendo gli stessi soldi ma meglio. Penso ai Job day organizzati dal sistema camerale per orientare i giovani verso il mondo del lavoro. Sono ragazzi che hanno acquisito una preparazione tecnica e che mandiamo a lavorare nelle aziende per capire se i loro corsi di studio hanno attinenza o meno con il lavoro che debbono affrontare. Questa è la formazione che occorre, improntata alla concretezza.
L'uso di internet è poi vitale per l'export che sta trainando la ripresa economica. Le aziende cercano personale specializzato: esperti di web marketing, web oriented, o social media.
In Umbria abbiamo un problema di dimensione delle imprese. Lo slogan “Piccolo è bello” oggi è meno di moda, meno fantasioso, però si può anche crescere riuscendo a stare insieme. La soluzione è quella di muoversi in rete, collegandosi con il mondo, per far conoscere ciò che abbiamo da offrire.
Nel commercio l’informatizzazione non è così avanzata come in altri settori. Parlo naturalmente del commercio corrente, del commercio al minuto. Eppure una delle prime reti create sull’E-commerce è stata realizzata tre-quattro anni fa, a Perugia, da più piccoli commercianti (alcuni hanno fatto da soli, altri con sistemi tra di loro, mettendo insieme quindici-sedici aziende di ambiti diversi), e oggi comincia a rappresentare, per alcuni di loro, una fetta di mercato tra il 5 e 10 per cento del loro fatturato annuo.
Le aziende del commercio si stanno attrezzando sempre di più, consapevoli che senza le innovazioni digitali difficilmente riuscirebbero ad emergere sui mercati internazionali.
D’altra parte, anche la ricerca svolta da Microsoft, dalla quale si evince che nel 2015 i rapporti con la pubblica amministrazione per la ricerca di determinati dati avverrà attraverso il web, deve sicuramente orientarci e aiutarci.
Abbiamo toccato il tema fondamentale della formazione, di una nuova alfabetizzazione da coltivare, sia nel mondo dell'impresa che in quello della amministrazione pubblica.

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Mancano risorse. La Camera di Commercio, oggetto di richieste che arrivano da più parti, ne sa qualcosa...

L’ultima richiesta: l’ICE è stato rivisitato, l’ICE è resuscitato. Quindi è stata ricostruita la struttura dell'agenzia per la promozione e la internazionalizzazione delle imprese italiane all'estero. I soldi sono stati chiesti al sistema camerale: 30 milioni di euro per mantenere in piedi l’ICE. Credo che forse sarebbe stato molto più semplice inviare i soggetti ex ICE presso le Camere di Commercio e portare avanti il progetto per l’internazionalizzazione.
Dirò di più, a proposito di spesa: nella legge di stabilità è stata inserita una richiesta per il ripianamento dei debiti dei consorzi fidi. La cifra, ridotta rispetto alle richieste originali, prevede comunque 50 milioni nel 2014, 75 milioni nel 2015, 100 milioni nel 2016, da versare ai 107 consorzi fidi controllati dalla Banca d’Italia. In questo caso, è un esempio, ritorna una spinta lobbistica: non è l’Italia che lo chiede o le Camere di Commercio oppure le imprese, ma è ABI insieme a una sigla imprenditoriale che ha interesse a sistemare le proprie cose.
La trasparenza è importante anche per questo. Per capire i problemi che hanno di fronte le amministrazioni pubbliche, dai Comuni allo Stato.
Mi piace parlare di un aspetto importante della candidatura di Perugia a Città Europea della Cultura. Non se ne parla molto ma il soggetto che ha messo in campo lo sforzo economico più importante è la Camera di Commercio. Questo vuol dire che gli imprenditori, attraverso il sistema camerale, hanno creduto nella candidatura di Perugia e l'hanno vista come un asset strategico per quello che potrà essere lo sviluppo della nostra città. Così, per la prima volta, le istituzioni si sono messe insieme per presentare dei progetti di crescita della città, il disegno di uno sviluppo futuro di Perugia. Ma ora è importante soprattutto remare tutti dalla stessa parte.
E' bello e importante quello che dice don Ciotti quando ricorda che  “trasparenza è legalità”. Soprattutto nella pubblica amministrazione che deve far conoscere ai cittadini quello che fa e come lo fa.
La Camera di Commercio paga i propri fornitori massimo a venticinque giorni. Oggi il dramma è che molte imprese, che una volta fallivano per debiti, rischino invece di chiudere o fallire per crediti. Se ne parla ancora troppo poco. Verso chi sono questi crediti? E' un tema sul quale la trasparenza deve essere massima.
La Camera di Commercio su questo tema ha promosso azioni decise, per esempio mettendo a disposizione una cifra importante sullo "sblocca-crediti" o attraverso un accordo con Unicredit.  
Le iniziative che possiamo promuovere sono diverse. Siamo stati fra i primi a puntare, insieme alle Camere di Reggio Emilia e Crotone, sulla legalità e la trasparenza come politiche strategiche per la salvaguardia del territorio a difesa delle imprese sane.
Siamo sempre stati rispettosi dei termini, al di là di quello che imponga la legge, in merito ai bandi, alle consulenze, alle prestazioni, ai compensi. In quest’ultimo caso, abbiamo rispettato perfettamente la data che ci è stata imposta, nel compenso degli amministratori, con quello che sono gettoni di presenza e tutto quanto ne consegue, per cui tutte le informazioni sono accessibili ai cittadini.
Siamo stati anche tra le prime Camere italiane a sottoscrivere un protocollo d’intesa con la Prefettura, per stare vicino a tutti quei soggetti che si trovano in difficoltà economica e quindi a rischio di racket o di usura. Abbiamo firmato accordi specifici con le Forze dell’ordine e mettiamo a disposizione gratuitamente tutti i nostri dati per qualunque tipo di indagine.
Avremo a breve il rinnovo del Consiglio, e quindi della Giunta e della Presidenza camerale: daremo a tutte le associazioni la possibilità di accedere al servizio che ci viene offerto da InfoCamere, gratuitamente.
A febbraio 2014 partirà lo Sportello per la legalità. Questo è un altro traguardo da raggiungere al quale tenevamo fortemente. Allo Sportello si potranno rivolgere tutti quei cittadini che hanno la sensazione, o l’impressione, o la certezza di essere in difficoltà, dal punto di vista economico, e quindi, come dicevo prima, a rischio di racket e di usura.
Non bisogna sottovalutare nessun segnale: in molti casi, quello che non sembra, a volte, invece è. Mi riferisco alla vicenda di Reggio Emilia, una realtà del nord Italia che aveva infiltrazioni mafiose all’interno del sistema imprenditoriale. Sembrava impossibile, eppure è accaduto.
Ma grazie alla trasparenza ed al lavoro di squadra delle istituzioni e del mondo delle imprese quel fenomeno è stato combattuto con successo.
L'importante è non far cadere l'attenzione. Non dobbiamo stancarci di lavorare per la trasparenza. Anche quando, paradossalmente, ci danneggia. Come, per esempio per le statistiche che riguardano i morti per droga. A Perugia si diagnostica esattamente per che cosa è morto il soggetto e sul referto medico si scrive: "morto per overdose di sostanze stupefacenti”. In molte altre parti d'Italia si diagnostica solo la “morte naturale”. Così alcune graduatorie danneggiano l'immagine della città e anche la nostra economia.
Ma la chiarezza e la condivisione devono comunque guidare gli atti pubblici che devono essere messi a disposizione dei cittadini. E l'innovazione digitale può essere un fondamentale strumento di crescita economica oltre che di modernizzazione. La trasparenza deve essere la stella polare che ogni pubblica amministrazione deve seguire per non perdere contatto con i cittadini.