VISIONI D'IMPRESA

31 dicembre 2013

Museo Virtuale Caprai

di Anna Lia Sabelli Fioretti

Per visitarlo non si deve prendere la macchina, l’autobus o il treno. Né si deve pagare il biglietto d’ingresso, camminare per le sale espositive, prendere un giorno di vacanza per ammirare i capolavori che contiene. Basta sedersi in poltrona, a casa, ed avere a disposizione un tablet, un notebook o un pc. E se non si ha tempo per una visita completa la si può diluire nei giorni e persino nei mesi. È il www.museocaprai.it (...orgogliosamente made in Italy dal 1955) ovvero il Museo Virtuale delle Arti Tessili che il Cavalier Arnaldo, 80 anni portati con la consapevolezza fiera di aver costruito da solo un impero del tessile, è riuscito a realizzare mettendo in rete una collezione molto ricca raccolta fior da fiore in giro per il mondo con la laboriosità di un’ape operaia. Caprai rifiuta l’appellativo di “museo d’impresa”. “Il mio” precisa “è un museo a tutto tondo, nel quale si mostra quanto è successo dal ‘500 a metà del ‘900 nel settore del merletto, del ricamo, dei macchinari, degli usi, dei costumi e delle mode. È la più grande collezione al mondo dedicata alla storia dei merletti e ricami antichi”. E nonostante tutto questo non ha una sede. “C’è stato un momento in cui” prosegue “in Umbria tutti volevano dargli una casa: a Foligno, poi a Perugia, persino a Villa Fidelia a Spello. Con Panettoni avevamo quasi definito poi alla Provincia è cambiato il presidente ed è arrivata alla vicepresidenza la Bellillo. Mi disse “Caprai, le pare che noi possiamo dare la villa ad un padrone?”. Siccome io il museo volevo farlo a tutti i costi allora ho deciso di optare per la soluzione virtuale”. Così racconta il Cavaliere con una punta di rammarico perchè sa di possedere nel suo caveau, debitamente imballato e catalogato, un vero tesoro invidiato da molti. Venticinquemila pezzi: circa 4500 di tessile, 11.603 riviste, 3500 libri, 16 quadri, strumenti per il tombolo, fusi, aghi, macchinari. Parti della collezione sono già state esposte per due volte in Giappone, e poi in Russia, in Germania, in Belgio. Ovviamente anche a Perugia, Milano, Venezia, Roma. Ha fatto mostre tematiche di ogni genere, esponendo dai “fazzoletti d’arte” alle “ali di farfalla”, dai “pegni nuziali” al “merletto negli arredi”, “nel sacro” e “nella biancheria intima”. E a proposito di sacro, in occasione della riapertura al pubblico della Cappella Paolina in Vaticano la Curia gli ha chiesto la creazione di un panneggio speciale per proteggere dai raggi del sole l’affresco “Conversione di Paolo” di Michelangelo. Il tendaggio realizzato è un capolavoro di arte tessile. Otto varianti di colori di fili in pura sete intrecciati tra loro a creare a loro volta un gioco di chiaro-scuro, come nel dipinto. Nel vedere tante meraviglie imballate e impacchettate ad Arnaldo Caprai piange il cuore, per questo è arrivato alla determinazione di destinare alla ricerca 300 metri quadri in fabbrica, a Foligno, con un piccolo angolo espositivo che potrà essere sostituito ogni 15 giorni. “Ho fatto, in Italia e all’estero, 12 mostre da 100 pezzi. Sono già pronte, con le schede. Si tratta solo di mettere il materiale nelle teche. In un giorno e mezzo le possiamo montare. Ho persino collezionato francobolli che parlano del tessile nel mondo. Ma non voglio lodarmi. Il grande successo dei braccialetti Cruciani lo dobbiamo anche alla storia di questa collezione. Ora ci stiamo dedicando ai rosoni dell’Umbria. Nel 2005 dodici nostre riproduzioni in merletto di rosoni di chiese umbre sono state donate dall’allora presidente del Consiglio Berlusconi al presidente degli Stati Uniti Bush in visita in Italia. A questi 12 vogliamo aggiungerne altri, i più belli delle chiese di New York, di Mosca, di Parigi ed altre città. Vorremmo arrivare fino a 30 per rilanciare i nostri prodotti e superare la crisi”. Per visitare il Museo Virtuale Caprai non c’è bisogno di essere particolarmente abili nell’informatica. Basta cliccare il sito e si aprono le varie pagine con le riproduzioni degli oggetti divise per epoche, come nei musei reali, corredate di note informative. Partendo ogni volta da una città e dall’interno di una stanza virtuale, animata da personaggi del secolo: Versailles nel XVIII secolo con la Pompadour, la Scozia nella seconda metà dell’800 con la regina Vittoria, Parigi nella prima metà dell’800 con la famiglia Bonaparte, la Germania nella seconda metà dell’800 con la Principessa Sissi, Parigi all’inizio del ‘900 con la Duse e così via. In tutto 14 stanze. La lettura delle note che accompagnano la visita è ricca di spigolature e di riferimenti storici che arricchiscono il percorso e lo rendono stuzzicante. Una per tutte, protagonista Madame de Stael che esprime un’opinione sul ventaglio, rigorosamente di pizzo: “Ci sono molte maniere per servirsi di questo prezioso gingillo. Un movimento fa distinguere la principessa dalla contessa, la marchesa dalla popolana”.

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