VISIONI D'IMPRESA

Tessile Made in Umbria /2

Arnaldo Caprai Gruppo Tessile e il perché del Mu.Vi.

di Maria Luciana Buseghin

Il Mu.Vi. è un Museo Virtuale delle Arti Tessili, nato come tale nel maggio 2007 per una evenienza che potremmo definire sfortunata: l’impossibilità per una notevole mole di materiali - merletti, ricami, macchine, libri, riviste, strumenti tessili e capi di corredo - attualmente depositata nel caveau della “Arnaldo Caprai Gruppo Tessile s.p.a.” di trovare accoglienza presso un’adeguata sede fornita dagli Enti locali e/o Regione Umbria.

Il Mu.Vi. è organizzato in quattordici sale realizzate in grafica tridimensionale al cui interno sono visibili oltre trecento tra i più significativi reperti della collezione, corredati da schede tecniche e relative indicazioni bibliografiche. «Amore per la bellezza e ricerca dell’eccellenza nell’agire imprenditoriale sono il filo rosso che ha segnato il percorso di Arnaldo Caprai, e gli ha consentito di tessere un disegno, aziendale e culturale, in cui tecnica e arti applicate si intrecciano inscindibilmente. In questo disegno, l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione per la valorizzazione della raccolta di arti tessili ha costituito il mezzo per trasformare un problema – l’accessibilità della collezione nel mondo fisico – in un’opportunità di fruizione a livello globale» ci dice, e con ragione, lo staff pubblicitario aziendale.

Non è un museo d’impresa ma «un museo che ha per sede il mondo» per cui, nell’aprirlo ha provato «l’emozione più grande», afferma Arnaldo Caprai, appassionato costruttore della realtà aziendale, nata nel 1955, e di quella “museale”, naturalmente con l’aiuto e la collaborazione competente di alcuni parenti, tra cui moglie e figli, dipendenti ed esperti di vari settori in qualche modo correlati alle attività imprenditoriali e culturali caratterizzate dal doppio fine di valorizzare tutti gli aspetti del patrimonio italiano ed europeo e della cultura d’impresa legati al tessile.

Possiamo dire che questa impresa nel suo complesso meriti la definizione di “museo”, col significato che questo nome aveva nella lingua greca antica - tempio delle Muse di Alessandria d’Egitto e, più in generale, ogni scuola o palestra d’arti – e dunque un luogo dove ci si dedicava all’esercizio di qualcosa di artistico, armonioso, vitale, sperimentale e sperimentabile.

La raccolta comprende reperti delle tipologie più svariate dal XVI al XX secolo: tra questi un pezzo che Arnaldo Caprai ama particolarmente: un vestito a punto Venezia ad ago che la tradizione vuole sia stato realizzato per le nozze di una regina balcanica: forse Draga Lunjevitza, regina di Serbia (Belgrado 1866-1903), oppure Elena, regina di Romania (Atene 1896), che sposò nel 1921 il principe ereditario di Romania, Carlo II. Il Centro Studi e Ricerche Arnaldo Caprai - un gruppo di esperti responsabili del restauro, della catalogazione dei reperti e della pubblicazione dei testi – organizza periodicamente esposizioni tematiche (ad oggi 26) e cura la pubblicazione volumi monografici attinenti ai reperti della collezione (ad oggi 17).

Ricordiamo solo la mostra più recente, I secoli d’Oro del Merletto Italiano tenutasi nel 2012 a Mosca presso il «Museo centrale di Stato della Storia contemporanea russa». Certamente una mostra siffatta ha costituito potente strumento promozionale per la “Arnaldo Caprai” che esporta in Russia, oltre che in Giappone e negli Emirati Arabi: che un’esposizione, permanente o no, costituisca per un azienda moderna un must del marketing aziendale non è certo una novità. E, infatti, altre mostre sono state allestite in Giappone, Germania, Belgio. Alla collezione, che comprende anche una piccola ma significativa Pinacoteca di 16 quadri - tra cui opere di maestri fiamminghi, che illustrano l’utilizzo del merletto e dei tessuti nell’abbigliamento - si ispirano i progettisti dell’azienda per eseguire i disegni su carta per la produzione di capi di corredo, tessuti e merletti ispirati alla storia realizzati in una filiera esclusivamente made in Italy.

Su committenza della Santa Sede, nel 2009 l’azienda ha realizzato il panneggio, con lo stemma di Papa Ratzinger, a protezione del dipinto di Michelangelo dedicato alla conversione di Saulo divenuto poi San Paolo ispirato all’opera conservata in Vaticano; di contro, la “Arnaldo Caprai” ha offerto la tovaglia per il nuovo altare della Cappella Paolina. E già nel 2004 aveva donato la tovaglia per l’altare della nuova chiesa di S. Pio da Pietrelcina a S. Giovanni Rotondo (Fg), su richiesta di Arnaldo Pomodoro, la cui croce è ricamata sulla tovaglia.

Importante cliente dell’Azienda, anche lo Stato italiano cui nel 2012 l’Azienda ha prestato per l’esposizione "Il Quirinale dall’Unità d’Italia ai nostri giorni", nella sezione Margherita di Savoia e la Biblioteca del Quirinale, un lenzuolino per culla dei Savoia, su richiesta del Quirinale, a cui è stata donata una raffinata tovaglia con merletto ispirato al Punto Piatto di Venezia.

Attualmente l’Azienda sta curando un progetto per la realizzazione dei rosoni di molte straordinarie chiese di varie parti del mondo: da Parigi, a Mosca, a New York, così come nel 2002 realizzò quelli di 12 chiese umbre (1). La mostra tenutasi alla Rocca Paolina di Perugia nel 1989 - In viaggio con Penelope – è stata la prima uscita pubblica della collezione voluta da Arnaldo Caprai perché, come recentemente ha affermato, il corredo non è “solo” lenzuola, coperte, tovaglie che si ritrovano già “pronte”, ma è soprattutto cultura, storia, amore e “racconto” di una vita familiare (2).

In seguito alla mostra, la Soprintendenza BB.AA.AA.AA.SS. per l’Umbria chiese la notifica della raccolta poi vincolata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali; seguirono altre mostre a Milano, Venezia, Roma, Macerata, Modena, Montefalco e altre ridenti località dell’Umbria. Negli anni la collezione è aumentata notevolmente: sono stati acquisiti molti nuovi materiali e sono nate nuove sezioni tra cui particolarmente importanti quelle dedicate alle “tovaglie perugine”, ai tessuti copti e a quelli precolombiani.

Se la prima illustra la più importante produzione tessile umbra, intrapresa da società di imprenditori Ebrei e Cristiani che curavano l’intera filiera produttiva, tra XIII e XV secolo e la cui eredità fabbrile e ornamentale tutt’ora perdura, la seconda ci racconta dei tessuti copti, prodotti tra IV e VI secolo d.C. ricco repertorio di motivi decorativi che sono trasmigrati nella cultura tessile europea; quanto ai tessuti precolombiani, sono particolarmente interessanti per i motivi e per le tecniche tessili che in parte ci fanno pensare a quelle in uso presso gli Etruschi come il telaio a carte.

Da non trascurare le sezioni filatelica e numismatica che comprendono oltre 1.000 francobolli di tutto il mondo dedicati al ricamo e al merletto, e 75 monete su cui sono raffigurati personaggi storici con abiti guarniti di merletto. Da sottolineare che la “Arnaldo Caprai” è stata la prima azienda al mondo a creare nel 2004 un francobollo in merletto su incarico dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato in collaborazione con Poste Italiane: riproduce un motivo floreale dell’Ottocento, eseguito a Point de Gaze (3).

Note

(1) Mario Pisani, Rosoni in Umbria, Foligno, Gruppo Tessile Arnaldo Caprai s.p.a., 2002.

(2) In viaggio con Penelope. Percorsi di ricamo e volute di merletto dal XVI al XX secolo dalla Collezione Arnaldo Caprai, a cura di Maria Luciana Buseghin, Perugia, Electa- EUA, 1989: catalogo della mostra, con la collaborazione della Soprintendenza ai BB.AA. AA.AA.SS. per l’Umbria e BB.AA.SS. per Mantova, Brescia e Cremona.

(3) Cfr. Il merletto filatelico. Storie di merletti e francobolli, catalogo della mostra a cura del Centro Studi e Ricerche Arnaldo Caprai, Foligno, Arnaldo Caprai Gruppo Tessile s.p.a., 2004.