ARTE, MUSICA & CULTURA

31 dicembre 2013

Tell mum everything is ok. Giovani artisti umbri

di Andrea Baffoni, Francesca Duranti

Si è concluso con successo un grande evento di promozione e valorizzazione del panorama artistico contemporaneo umbro, dove l’arte ha saputo restituire una relazione che da tempo mancava tra realtà e creatività.

Tra novembre e dicembre 2013 si è tenuta a Perugia, nei rinnovati spazi del centro espositivo di Palazzo Della Penna, la mostra Tell mum everything is ok. Giovani artisti umbri, voluta dall’amministrazione comunale e dall’assessorato alla cultura della Regione Umbria. Il 2013 è stato infatti per il museo perugino l’anno della definitiva destinazione a centro per l’arte contemporanea. La mostra ha quindi proposto alcune delle più significative esperienze artistiche del panorama regionale, portate avanti dalle nuove generazioni in un arco temporale compreso tra metà anni Novanta e oggi. Il progetto ha riscosso un notevole successo di pubblico che si è dimostrato, per qualità e numero, molto interessato all’arte contemporanea, contando solo il giorno di inaugurazione più di mille presenze, e in un mese di esposizione altrettanti spettatori paganti, che hanno ricevuto gratuitamente con il biglietto di ingresso il catalogo della mostra realizzato dallo Studio Zup di Perugia. La parola giovani in questo contesto ha assunto un’ampia accezione, collegandosi all’ironico titolo “dite a mamma che va tutto bene”, riferendosi indirettamente ad una generale situazione complessa, non priva, tuttavia, di entusiasmi e risultati esaltanti. In particolare Tell mum ha messo in evidenza il passaggio generazionale tra artisti consolidati e giovanissimi allievi dell’Accademia di Belle Arti, sottolineando la presenza indiscutibile di valide energie. A fronte di ciò è stato sottolineato come la regione offra rare possibilità di sbocco, mancando una vera politica per le arti contemporanee atta a sistemizzare tali efficienze. Al contrario, Palazzo Della Penna si è dimostrato viatico per nuove espressività, sensibilizzando il pubblico e dando al giovane la possibilità di affacciarsi nell’ambito del professionismo locale, possibilmente con l’intento di esportare fuori regione tali esiti. Rientra in questa logica anche la scelta operata da Comune e Regione (nella figura dei rispettivi assessori alla cultura, Andrea Cernicchi e Fabrizio Bracco) di affidare l’organizzazione della rassegna a quattro giovani curatori: Andrea Baffoni, Linda Di Pietro, Francesca Duranti e Antonio Senatore, espressione di diverse esperienze e punti di vista, costantemente impegnati nella divulgazione dei linguaggi artistici contemporanei, dentro e fuori regione. Ciò ha dato origine ad una mostra poliespressiva, trovando spazio linguaggi eterogenei comprendenti tecniche tradizionali come le sculture monumentali di Marco Mariucci e Cristiano Carotti, o la pittura ad olio su tela di Radu Sabatta, tutti con livelli di figurazione contemporanea, ed esperienze innovative come le installazioni video di Desiderio Sanzi e del collettivo Folo-logico, i QRcode ricamati di Eleonora Anzini, o il progetto per un monumento all’attenzione di Gianni Moretti. Circa quaranta gli artisti presenti, tra i quali largo spazio è stato dato ai rappresentanti delle arti performative, esibite attraverso eventi succedutisi nel mese di durata della mostra. Dalla recitazione alla danza contemporanea, artisti come Junia Bricca e Roberto Costa Augusto, Alice Gosti, Fabritia D’Intino, Luisa Contessa, Eleonora Chiocchini, hanno trasformato il museo in uno spazio attivo di espressione corporale, effimera, ma significativa testimonianza di una raggiunta maturità comunicativa. In mostra anche imponenti installazioni ambientali come il Fonte battesimale di Nicola Renzi, la grande struttura scultorea di Michele Ciribifera, o la suggestiva Melancholia di Massimo Diosono. Un’ampia pagina è stata dedicata alla fotografia con Alessandra Baldoni, la coppia Tiziana Nanni e Luca Tabarrini, Francesco Biccheri, Luca Sola, Andrea Abbatangelo, e le raffinatissime scatolette con foto stenopeiche di Francesco Capponi. Una versatilità espressa anche attraverso l’estensione delle opere nell’intero spazio museale, dal chiostro esterno agli spazi della Collezione Beuys, dove Chiara Trivelli ha collocato un’affascinante installazione appositamente ispirata all’artista tedesco. Note di sensibilità femminile sono emerse in particolare nei lavori introspettivi di Benedetta Galli, Laura Patacchia, Meri Tancredi, Fikrete Topalli, Anja Capocci, Valentina Orlando, Chiara Dionigi, Sara Sargentini, Antonella Zazzera, Silvia Ranchicchio. Non sono mancate nemmeno le provocazioni come l’ironica e graffiante quadreria pseudopornografica di Mario Consiglio, lo Jägermeister di Marino Ficola o l’Italia “ai-lati” del mondo di Skizzo. Punto d’approdo per la contemporaneità umbra l’evento è stato corredato da numerosi eventi collaterali e dal un versatile catalogo, realizzato appunto dallo Studio grafico Zup, manifestazione anch’esso di creatività parallela a dimostrazione che una grande mostra d’arte contemporanea può e deve oggi trasformarsi in un imponente evento mediatico, capace di estendere la creatività ben oltre le mura del palazzo.

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