STUDI E RICERCHE

30 settembre 2013

Excelsior - Le stime occupazionali nazionali e della provincia di Perugia per il 2013

di Roberto Vitali

Anche nel 2013 non accenna ad arrestarsi il calo del fabbisogno lavorativo delle imprese sia a livello nazionale che provinciale: secondo i dati del Sistema Informativo Excelsior, nell’anno in corso, a fronte dell’uscita dai cicli produttivi di 9.920 lavoratori (per licenziamento, dimissioni volontarie, pensionamento o altro) si registreranno solo 6.730 entrate, con un bilancio  occupazionale negativo di 3.190 unità. Questa riduzione è determinata sostanzialmente dai contratti di lavoro dipendente, con un saldo pari a -3.360 unità, solo parzialmente compensato da saldi positivi relativi ai contratti in somministrazione (+20 unità) e alle collaborazioni a progetto (+180).
Il Presidente Mencaroni ha così commentato: «Il 2013, segna in provincia di Perugia, un nuovo arretramento dell’occupazione, in peggioramento anche rispetto ai già brutti risultati del 2012. Il calo dell’occupazione dipendente previsto in provincia per il 2013 è determinato in parte da un aumento delle “uscite” ma, soprattutto, da una contrazione delle assunzioni, che rispetto al 2012 dovrebbero diminuire del 23% (da quasi 6.000 unità alle attuali 4.610): un calo più che doppio rispetto alla media nazionale (-11%). Se poi prendiamo in considerazione i livelli ante crisi del 2009, quando le previsioni erano sulle 8.000 assunzioni, allora la flessione raggiunge il 43%, contro il 28% nazionale. Non so francamente cosa altro debba succedere – si è chiesto Mencaroni – prima di vedere adottati interventi che alleggeriscano drasticamente il peso della tassazione su lavoro e impresa. Senza, è evidente, non ci sarà alcuna nuova occupazione. E a poco servirà anche la flebile ripresa che si sta profilando, ammesso di riuscire a coglierne i benefici».
Sempre secondo il Sistema Informativo Excelsior complessivamente in Italia sono previsti, nel 2013, poco meno di 750.000 nuovi contratti di lavoro e circa 1.000.000 di lavoratori in uscita dalle imprese, con un saldo negativo quindi attorno alle 250.000 unità.