STUDI E RICERCHE

31 marzo 2011

“Bancabilità” delle imprese

di Danila Bizzarri

 Il rapporto tra banca ed impresa cambia alla luce delle modifiche degli scenari di riferimento, primi tra tutti la profonda crisi economica e le nuove regole sul capitale (Basilea II, Basilea III). Questi fattori influiscono sul modo di erogare il credito,ora fortemente influenzati dai modelli di valutazione del rischio d’impresa. In questo contesto è importante, forse ora più che mai, che vi sia un dialogo continuo tra banca ed azienda La banca è ormai interlocutore primario dell’impresa ed in tempi di crisi economica, come quella attuale , la conoscenza, la padronanza, il sapersi muovere nel sistema creditizio, costituiscono valore aggiunto proprio perchè la gestione della finanza è tra i fattori produttivi quello più importante. Occorre quindi cambiare il rapporto tra impresa e banca, fino a ieri considerato come quello tra cliente e fornitore, e considerare invece la banca come un vero e proprio partner. È chiaro che la banca per essere considerata partner, deve riconoscere i bisogni delle imprese clienti e deve dare loro risposte in termini di maggiori servizi, mettendo a disposizione professionalità in grado di fornire vere e proprie consulenze. La banca deve essere consapevole che le imprese hanno bisogno di molti sostegni oltre a quello finanziario,deve essere cosciente della necessità di saper offrire un’assistenza adeguata anche nelle fasi di criticità che può attraversare l’impresa. L’impresa di suo deve diventare attore protagonista prima di tutto impadronendosi delle conoscenze che riguardano la valutazione delle imprese da parte delle banche, per poter parlare un linguaggio comune migliorando il sistema di comunicazione. Per arrivare a questo bisogna conoscere la propria azienda, avere un valido e definito progetto imprenditoriale, attuare scelte consapevoli. Solo così si facilita la dimostrazione della credibilità e solidità della propria strategia aziendale. Occorre quindi presentarsi alle banche con un approccio migliore, come un vero e proprio partner deve fare. Le banche devono essere più vicine al sistema produttivo e dare sostegno alle aziende sulla base di analisi appropriate di merito creditizio. Ci si riferisce ai “reting” con i quali si valuta l’impresa. È quindi di vitale importanza che le aziende sappiano come si attribuisce il rating, quali sono i criteri, ma soprattutto quale è il loro reting perchè solo così potranno migliorare ed avere un migliore accesso al credito. In realtà i sistemi di rating, pur nei diversi gradi di sofisticazione di ciascuno, non fanno altro che “pesare” i tipici profili economici-patrimoniali-finanziari-reddituali, integrando tuttavia l’analisi quantitativa con valutazioni di tipo qualitativo. È di tutta evidenza che queste ultime informazioni possono contribuire efficacemente alla rappresentazione dell’azienda nella misura in cui l’imprenditore sia disponibile a rappresentare alla banca tutti quegli elementi che generalmente non sono indicati nel bilancio di esercizio o in altri documenti aziendali. A titolo esemplificativo: l’azienda ha affrontato il problema del ricambio generazionale? l’azienda ha coperto specifiche categorie di rischio con polizze assicurative? l’azienda ha investito/intende investire in ricerca e sviluppo? E altre domande della specie. I sistemi di reting rimangono in ogni caso fondamentalmente basati sulla valutazione di elementi strutturali dell’impresa che in molte aziende, per lo più quelle di minori dimensioni, per troppo tempo hanno trascurato:

PATRIMONIALIZZAZIONE

La struttura molecolare del sistema imprenditoriale italiano e in particolare regionale, costituita da imprese piccole e piccolissime, non ha sufficientemente sviluppato nelle aziende la consapevolezza/necessità/ opportunità di promuovere il rafforzamento della struttura del passivo e l’ottimizzazione delle fonti finanziarie aziendali, mediante aumento di capitale sociale o versamento dei soci in conto capitale. La conseguenza è che le aziende basano la propria attività essenzialmente su capitali di debito, per definizione onerosi, che incidono negativamente sulla struttura patrimoniale e sul conto economico.

EQUILIBRIO FONTI FINANZIARIE

 Al pari della necessità di mantenere in equilibrio le fonti finanziarie, tra mezzi propri e capitali di terzi, vi è quella di sostenere le attività aziendali approvvigionando finanza in maniera coerente con la tipologia delle attività stesse. Spesso le aziende finanziano gli investimenti con indebitamento a breve termine, sottraendo sostegno all’operatività corrente e assumendo maggiori oneri finanziari.

PIANIFICAZIONE E CONTROLLO

La pianificazione del business, fondamentale per ogni impresa, rappresenta un valore importante anche per le banche finanziatrici, chiamate a valutare non il passato ma i progetti futuri. Accanto alla programmazione dello sviluppo aziendale dovrà trovare adeguata collocazione anche un’attenta pianificazione finanziaria. Affinchè i bugdet e i piani a medio termine siano credibili dovranno essere individuate specifiche attività di monitoraggio e di controllo del raggiungimento dei risultati raggiunti nonché i motivi degli eventuali scostamenti.

SVILUPPO SOSTENIBILE

La banca, ma prima ancora l’azienda stessa, sottoporranno i budget a stress test, al fine di misurarne la sostenibilità, sia con riferimento alla struttura finanziaria, sia a quella organizzativa. L’attenzione degli imprenditori verso questi valori contribuirà a migliorare la relazione tra banca ed impresa e a realizzare l’interesse sia delle imprese che delle banche di condividere tutte le informazioni rilevanti per consentire la migliore valutazione del merito creditizio.