RACCONTAMI L'UMBRIA

Trasimeno, pesce sostenibile e senza microplastiche

Articolo partecipante a Raccontami l'Umbria 2018 - sezione Turismo, Ambiente e Cultura

di Gabriele Salari

Il numero dei giovani pescatori professionali del lago Trasimeno, in Umbria, cresce. Qualcuno abbandona anche il classico “posto fisso” per alzarsi all’alba, calare le reti e
pescare luccio, carpa, tinca, persico e latterini.

Sarà la magia della luce del tramonto, che sul lago è particolarmente intensa. Sarà il fascino di un mestiere d’altri tempi per il quale non occorre vestirsi di tutto punto e affrontare il traffico cittadino, ma il numero dei giovani pescatori professionali del lago Trasimeno, in Umbria, cresce. Qualcuno abbandona anche il classico “posto fisso” per alzarsi all’alba, calare le reti e pescare luccio, carpa, tinca, persico e latterini.

“Siamo la maggiore economia dell’area, compreso l’indotto” assicura Aurelio Cocchini, presidente di una delle cooperative più antiche d’Italia, quella dei Pescatori del Trasimeno. “Da quando il livello del lago è risalito, il numero dei pescatori che aveva toccato il minimo storico è cresciuto di nuovo. Molti giovani che trovano le porte chiuse in altri settori per via della crisi, hanno deciso di intraprendere questo mestiere. Siamo una settantina ora, di cui la metà fa parte della nostra cooperativa”.

Sul Trasimeno si pesca in maniera sostenibile perché le reti sono più o meno le stesse dal tempo degli Etruschi, veri e propri strumenti di pesca passiva: il pesce se le incontra sul suo cammino vi rimane intrappolato, altrimenti prosegue tranquillo la sua vita in uno dei laghi più puliti d’Italia, la cui acqua viene giudicata di qualità “eccellente” dai monitoraggi effettuati dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente).

Una recente ricerca sulle microparticelle di plastica nelle acque lacustri, effettuata da Legambiente ed ENEA, ha decretato che il Trasimeno è il più pulito dei sei bacini monitorati. Una garanzia in più per chi sceglie il pesce del lago.

“Possiamo offrire un pesce sano, garantito” commenta Cocchini. “Quello di mare chissà da dove viene”. Greenpeace stima che fino a 12 milioni di tonnellate di plastica finiscano ogni anno nell’oceano, l’equivalente di un camion della spazzatura al minuto. La microplastica entra così nella catena alimentare e perfino nel sale marino. La rivincita del pesce di lago nasce dunque anche da una maggiore consapevolezza dei consumatori che premiano la tracciabilità dei prodotti e l’economia circolare. Non è un caso che le mense scolastiche lo chiedano sempre di più. Ai ragazzi piace il carassio, molto interessante dal punto di vista nutrizionale, con Omega 3 superiori a quelli del salmone e basso colesterolo. Il filetto viene ridotto in polpa per creare dei “fish burger”, serviti in molte mense scolastiche del territorio lacustre e non solo, perfino nel Ternano. Ottima cosa, perché si tratta di una specie aliena che mangia le uova delle altre specie e che quindi è bene tenere sotto controllo.

Un’altra scommessa vinta dal lago – che, con i suoi 126 chilometri quadrati, è il quarto per dimensione dopo il Lago di Como – è il pescaturismo, un’utile integrazione al reddito per i pescatori ma anche una forma di promozione del territorio. Un conto è vedere il pur interessante museo della pesca a San Feliciano, il borgo sede della cooperativa dei pescatori, un altro conto è passare la giornata a pesca con loro e magari visitare le due meravigliose isole, la Polvese e la Maggiore. Salendo sui classici barchini si ripercorre tutto il processo, dalla rete al piatto. La Cooperativa dei pescatori del Trasimeno lavora, infatti, sul modello di filiera corta: il pescato viene interamente trasformato nel laboratorio di San Feliciano e in poche ore è pronto per essere venduto ai ristoranti o nello spaccio della cooperativa.

 

 

 

 

Allegati