RACCONTAMI L'UMBRIA

Ein Kleinod von Theater - Un gioiello di teatro

Articolo partecipante per la sezione Turismo, Ambiente e Cultura - Raccontami l'Umbria 2016

di Jenny Perelli

TESTATA: Weser-kurier.de

DATA DI PUBBLICAZIONE: 6 Marzo 2016

 

Un gioiello di teatro

A Monte Castello di Vibio presso Todi, nella magica campagna etrusca dell’Umbria, c'è il Teatro della Concordia, un gioiello di teatro. È talmente minuscolo da potersi vantare, a ragione, di essere il più piccolo teatro all’italiana in tutto il mondo. Quali irrinunciabili caratteristiche trasformano un palazzo in un teatro? Evidentemente un palcoscenico, che qui occupa orgogliosamente  50 metri quadrati. Poi servono anche le poltroncine per il pubblico: nello spazio di 68 metri quadrati ce ne sono 99 di numero, di cui 37 nelle logge e 62 in platea. Questo non basta a mantenere il record mondiale, dato che esistono teatri più piccoli, con meno posti e palcoscenici più stretti. Il grado di cultura non si misura in metri cubi o quadrati, scrivono le nove facoltose famiglie fondatrici, che con l’apertura del teatro di prosa nel 1808, per festeggiare un momento di grande gloria per Monte Castello di Vibio, avevano cercato un luogo di raduno.

Durante la repubblica francese, la cittadina di provincia era divenuta il capoluogo cantonale del distretto del Trasimeno. Chiamando il teatro “Concordia”, si volevano onorare gli ideali della rivoluzione francese, libertà, uguaglianza e fraternità, “. Il Teatro della Concordia è il più piccolo teatro al mondo, non tanto per i suoi spazi ma per la sua struttura perché, nonostante le sue dimensioni lillipuziane, corrisponde esattamente alle esigenze del commediografo e librettista Carlo Goldoni (1707-1793) sulla struttura del teatro all’italiana. Quindi l’auditorium deve avere una forma a campana; inoltre le logge, come tutta quanta la struttura, devono essere in legno per garantire alla sala un’acustica perfetta. Un’ulteriore caratteristica importante è l’utilizzo della tecnica della camorcanna per la costruzione del tetto, dove la volta barocca in legno viene rivestita  con cannuccia di palude.

Come si addice ad ogni teatro, seppur così mingherlino, c’è anche una saletta d’ingresso, un foyer, un guardaroba, la prevendita di biglietti e lo spogliatoio. Tutto in miniatura, si intende. Nella parte anteriore delle logge non ci sono i nomi delle famiglie fondatrici, come si potrebbe supporre, bensì quelli di famosi commediografi. Durante il fascismo vennero coperti con dei vistosi fasci littori.

Gli affreschi sono di Cesare e Luigi Agretta da La Spezia, padre e figlio. Nel 1861 il ventenne Cesare Agretti si precipitò a Monte Castello di Vibio, ansioso di dipingere, nient’altro che dipingere. Si riteneva un artista e la sua deve essere stata una vera ossessione che gli ha fatto fare la spola da una chiesa all’altra cercando di ottenere il permesso dai parroci di poter decorare le loro cappelle. Non vedeva nessun’altra possibilità di mostrare il suo talento.

Dopo che tutti i religiosi dei paesi e delle città circostanti si furono opposti a questo suo desiderio,  finalmente la sua richiesta venne esaudita dalle famiglie fondatrici del Teatro della Concordia. Così si tuffò con zelo nel lavoro. I suoi affreschi ricoprono tra l’altro lo spazio delle logge e il sipario sullo sfondo che mostra una veduta di Monte Castello di Vibio dalle colline circostanti. Nell’immagine sul proscenio tuttavia il suo albero si stiracchia con un ramo rotto. Nel 1823 venne formata una società per la direzione dello stabile, che ha gestito il teatro in quanto tale senza lacune finché nel 1951, a causa del suo decadimento strutturale, si è resa necessaria la chiusura. Nel 1945 Gina Lollobrigida aveva recitato come protagonista all’età di 17 anni nella commedia teatrale “Santarellina“  di Eduardo Scarpetta (attore e commediografo italiano 1853-1925). La soprano Antonietta Stella (*1929), nota in tutto il mondo, si era esibita qui e il premio Nobel Rita Levi Montalcini (1909-2012) ci voleva assolutamente organizzare gli incontri. Nel 1981 il Comune ha acquistato il teatro, lo ha restaurato e nel 1993, grazie alla Società del Teatro della Concordia e del suo presidente onorario Edoardo Brenci, lo ha riportato in vita. Poiché in alcuni punti il colore si staccava dal legno, è stato recentemente di nuovo restaurato. Lo stabile è naturalmente sotto la tutela della soprintendenza ai monumenti e ogni piccolissimo intervento può essere eseguito solo previa apposita autorizzazione.