15 settembre 2014

Origine ed evoluzione dell’Associazione Provinciale Allevatori di Perugia

di Giovanni Baldella

Con la fine del secondo conflitto mondiale l’amministrazione dell’Italia, dopo un periodo di incertezze e difficoltà, ha ripreso a funzionare con la costituzione dei vari ministeri ed in particolare quello dell’Agricoltura che a noi particolarmente interessava. Il Ministero dell’Agricoltura operava in periferia con gli Ispettorati Compartimentali e Provinciali dell’agricoltura, che funzionavano in sostituzione delle vecchie cattedre ambulanti dell’agricoltura. L’organizzazione degli allevatori non esisteva, si poteva solo registrare una nascente unione degli agricoltori, movimento sindacale che era costantemente alle prese con le rappresentanze sindacali degli operai agricoli. Il Ministero dell’Agricoltura volendo promuovere l’organizzazione degli allevatori invitò gli Ispettorati Provinciali dell’Agricoltura (IPA) ad attivarsi per creare una base associativa degli allevatori. Tanto per citare un esempio di mancanza di substrato organizzativo degli allevatori il Libro Genealogico della razza Chianina, l’unico allora esistente in provincia di Perugia, era tenuto dall’IPA il cui responsabile era il Reggente dell’Ufficio Zootecnico Prof. Dott. Ugo Nicolelli Fulgenzi, il quale tra l’altro era anche docente di Zootecnia Speciale presso l’Istituto di Zootecnica Generale della Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Perugia. All’invito del Ministero l’IPA si attivò con sollecitudine ed il Prof. Nicolelli, interpellati un gruppo di allevatori della provincia che potevano essere  considerati all’avanguardia in tale attività, organizzò la riunione costitutiva dell’Associazione Provinciale Allevatori di Perugia a rogito del notaio Dott. Francesco Tei. La riunione costituente fu tenuta il 30 Settembre 1947 e Presidente fu nominato il Dott. Guglielmo Brunelli.

Per numerosi anni l’Associazione non ha potuto svolgere attività operativa per la mancanza assoluta di finanziamenti, pur collaborando – sempre con l’opera del Prof. Nicolelli – con le istituzioni locali, come il Veterinario Provinciale, l’Istituto Zooprofilattico, la Camera di Commercio, ed altri Ispettorati Provinciali dell’Agricoltura. Dopo alcuni anni di incertezza, per il reperimento di alcuni fondi che avessero garantito il sostegno e la continuità dell’APA fu costituito il Consorzio fra i tenutari di Stazioni di Monta Taurina detto brevemente Consorzio Provinciale Tori, che tra i compiti principali, oltre quello del miglioramento zootecnico aveva lo scopo di svolgere un importante servizio per gli allevatori mediante la riscossione delle bollette di monta taurina e delle prestazioni di fecondazione artificiale effettuate dai veterinari operatori di f.a. Inoltre nell’interesse diretto degli allevatori tenutari di stazioni di monta taurina, fu stipulata a spese del Consorzio una Polizza Infortuni a favore dei torai ed altra di responsabilità civile per i proprietari nel deprecabile evento di danni causati dalla manipolazione del toro.

Per l’attività svolta dal Consorzio, che agiva sempre in stretta collaborazione con l’Associazione Allevatori, fu avviato il reperimento di alcune risorse finanziarie che dopo poco tempo consentirono all’Associazione stessa di dotarsi  di un Segretario Tecnico che avrebbe dovuto svolgere il suo lavoro sia per l’Associazione che per il Consorzio. Occorreva anche aumentare la base sociale e sempre per la stretta collaborazione con l’IPA nacque l’intesa che il rappresentante dell’APA si fosse potuto recare, nei giorni di mercato settimanale, presso gli Uffici staccati dell’IPA al fine di contattare gli allevatori locali che numerosi frequentavano quegli Uffici. A seguito delle informazioni fornite agli allevatori in merito alla necessità del potenziamento dell’Associazione che – secondo quanto contemplato dallo Statuto – aveva finalità tecnico economiche, fu incrementato notevolmente il numero dei soci che creò non pochi problemi quando negli anni successivi si dovette ricorrere a delle modifiche statutarie. Lo statuto dell’APA infatti prevedeva che nel caso di modifiche statutarie doveva essere presente o rappresentato per delega almeno1/3 dei soci, cosa molto difficile da raggiungere. Stiamo parlando degli anni ’60 quando il settore zootecnico si poteva considerare il fiore all’occhiello dell’agricoltura perugina. Il settore trainante era quello dei bovini di razza chianina con i suoi 200.000 capi, mentre anche il settore suinicolo era di tutto rispetto con oltre 50.000 scrofe e numerosi verri. La razza dominante era la Large White mentre in forte declino era la razza nera cappuccia che però dava ottimi prodotti incrociata con il verro L.W. Numerosi anche gli ovini allora definiti come “popolazione appenninica” nonché qualificati e di pregio erano i cavalli agricoli. 

Frattanto l’Associazione Italiana Allevatori (A.I.A.) con sede a Roma, guidata dall’allora Presidente P.pe Don Tommaso Corsini, si stava attivando affinché fosse organizzata anche la periferia ed inviò la prima direttiva perché le Associazioni periferiche si dotassero di controllori zootecnici, per i quali peraltro non si sapeva come potevano essere reperiti i fondi per la loro retribuzione. Nel frattempo era stata creata a Firenze, anche con la partecipazione dell’APA di Perugia, l’Associazione Nazionale Allevatori di Bovini di razza Chianina ed anche questa si attivò nei suoi programmi per l’impiego di controllori zootecnici in ambito provinciale. L’APA di Perugia, procedendo nel suo cammino organizzativo, come previsto dallo statuto, strutturò le varie sezioni per specie e razza. Dapprima fu costituita la Sezione Allevatori Suini, poi la Sezione allevatori bovini di razza Frisona, successivamente la Sezione Ovini e la Sezione Equini. In ultimo fu costituita la Sezione Cunicola che si affiancò alla sezione Avicola che era stata costituita in precedenza. Scopo fondamentale della costituzione delle Sezioni per specie e razza era quello della gestione dei controlli funzionali e dei Libri Genealogici, ciò che avvenne regolarmente per quanto riguardava i bovini di razza Frisona, i suini, gli ovini ecc., mentre per il libro genealogico dei bovini di razza Chianina che era ancora detenuto presso l’IPA non fu cosa semplice ottenere il passaggio materiale di tutto il complesso archivio del L.G. della Chianina che già era abbastanza consistente. 

Configurata così l’impostazione delle attività delle Associazioni Allevatori il M.A.F., sulla base di programmi formulati dalle Associazioni stesse accordava finanziamenti parziali per garantire il funzionamento dei Libri Genealogici e dei Controlli Funzionali. L’istruttoria dei programmi veniva effettuata dagli IPA cosicché i Libri Genealogici e i Controlli Funzionali venivano finanziati sì dal M.A.F. ma integrati col contributo diretto degli allevatori che beneficiavano dei servizi di controllo. Negli anni ’70 il MAF ebbe una iniziativa particolare, allo scopo di promuovere sempre il settore zootecnico proclamò tre province pilota : Treviso, Perugia e Potenza. Sulla base di programmi formulati dalle Associazioni degli Allevatori potevano essere proposte ed eventualmente finanziate delle iniziative zootecniche. L’APA di Perugia si attivò subito proponendo un progetto per la realizzazione di un centro per il controllo genetico dei suini. Il Centro di cui trattasi, poi realizzato, era composto da due ali riportanti gli stalli per l’allevamento ed il controllo dei suini, nonché da una palazzina per gli uffici e magazzini per la preparazione dei mangimi. Il Centro Genetico realizzato in comune di Corciano, con un contratto di comodato fu dato in gestione all’Associazione Nazionale Allevatori Suini (A.N.A.S.) perché la stessa Associazione che già gestiva gli altri Centri funzionanti nel territorio nazionale poteva garantire uniformità di controllo e di gestione di tutti i Centri. Ciò perché le risultanze dei controlli dovevano essere comparabili e valide per tutto il territorio nazionale.

 Verso la fine degli anni ’80 il Comitato Tecnico Centrale dei Controlli Genetici Suini, funzionante presso l’ANAS, deliberò di modificare la superficie dei singoli stalletti dove erano ricoverati i suini in allevamento di controllo. A seguito di ciò era necessario richiedere al comune di Corciano l’autorizzazione per gli interventi strutturali di sistemazione degli stalli così come richiesto dalla Commissione Tecnica. Il Comune di Corciano negò gli interventi di cui trattasi, che invece erano stati portati a compimento in tutti gli altri Centri Genetici, per cui l’ANAS si vide costretta ad eliminare il Centro di Perugia tra quelli ufficialmente funzionanti in Italia per cui fu annullato anche il contratto di comodato ed il Centro tornò di piena disponibilità dell’APA di Perugia. A seguito di ciò, stante la necessità di diminuire le spese di gestione dell’APA, dopo una appropriata ristrutturazione all’inizio degli anni ’90, vi furono realizzati gli uffici dell’Associazione dove tuttora è la sua sede legale. Negli anni 70/80 l’Associazione, nell’intento di affacciarsi al settore commerciale per gli allevatori, ha organizzato il Consorzio Produttori Carni della Provincia di Perugia Soc. Coop. a r.l., che, come prima iniziativa, ha creato il Salumificio di Bettona, struttura che ha funzionato per vari anni e che ha potuto assorbire la produzione suinicola della provincia fino a 50.000 capi per anno. Peraltro l’impianto aveva una potenzialità di funzionamento fino a 100.00 capi.

La cooperativa ha funzionato bene, ma a causa di esubero di personale, dopo pochi anni si è vista costretta a cessare l’attività.  Con gli anni ’60 l’APA di Perugia organizzò timidamente la prima Mostra Suinicola e la prima Mostra dei bovini di razza Frisona Italiana. I ricoveri per i soggetti esposti furono ricavati presso capannoni messi a disposizione dal comune di Perugia. Entrambe le manifestazioni riuscirono egregiamente e dettero anche soddisfazione economica agli allevatori. Purtroppo per le successive manifestazioni zootecniche il comune di Perugia non dette la sua disponibilità ed a seguito delle pressioni formulate dal comune di Bastia Umbra per realizzare le mostre zootecniche presso quel comune che disponeva di valide attrezzature, il Comitato Direttivo dell’APA decise di accettare l’invito rivolto dal comune di Bastia Umbra. Da allora tutte le manifestazioni zootecniche realizzate dall’APA di Perugia si sono tenute presso il foro boario di Bastia Umbra che frattanto aveva assunto la denominazione di “Centro Umbria Fiere”. L’APA ha sempre tenuto ottimi rapporti con l’AIA e le Associazioni Nazionali di razza; anche localmente ha tenuto rapporti di collaborazione con le istituzioni: con l’Assessorato Regionale all’Agricoltura che nel frattempo svolgeva le funzioni dell’ex IPA, con la Camera di Commercio Industria Agricoltura Artigianato (C.C.I.A.A.), con l’ufficio del Veterinario regionale, con l’Istituto Zooprofilattico e le Organizzazioni professionali agricole. Ovunque l’Associazione è stata ascoltata ed ha trovato la massima accoglienza e disponibilità.  In ogni caso l’Associazione è stata sempre alle prese con i finanziamenti pubblici: essendo i controlli funzionali ed i Libri Genealogici un bene pubblico i costi relativi non potevano gravare esclusivamente sugli allevatori.

Dalla sua fondazione ad oggi all’Associazione si sono succeduti sei Presidenti che insieme ai Comitati Direttivi hanno tutelato gli interessi tecnico economici dei vari settori produttivi. Giova però rammentare la figura del primo Presidente dell’APA – Dott. Guglielmo Brunelli – che con intuito, coraggio e determinazione ha retto le sorti dell’Associazione per lungo tempo. Merito particolare però va al Prof. Ugo Nicolelli – addetto zootecnico IPA – che curando unicamente il libro soci e vari contatti tecnici con gli allevatori ha tenuto l’Associazione come in una incubatrice per circa 10 anni fino a che la stessa non ha potuto decollare e gestirsi in forma autonoma. Nell’anno 2011, a seguito delle direttive AIA – per diminuire i costi gestionali – sono state create le Associazioni Regionali Allevatori e anche l’APA di Perugia, coinvolgendo la consorella di Terni, ha creato l’ARA Umbria che sta dimostrando fin dall’inizio di funzionare egregiamente.