RACCONTAMI L'UMBRIA

Norcia, dal terremoto nasce il super food locale

Articolo partecipante a Raccontami l'Umbria 2018 - sezione Umbria del Gusto

di Gabriele Salari

Nonostante le scosse di terremoto e la neve, a Norcia un’azienda agricola cerca di reagire, scommettendo su zafferano, fagioli di montagna ed aglio nero

 

La tragedia di Farindola e l’allarme degli allevatori che non riescono a raggiungere i propri animali, isolati dalla neve, ci sta mostrando come l’effetto combinato di terremoto e neve sia devastante. Nei giorni scorsi, mentre la neve iniziava appena a cadere sulle aree colpite dal terremoto, siamo tornati a incontrare i titolari di un’azienda agricola messa in ginocchio dal sisma, in Umbria. Ilaria Amici e Lorenzo Battistini, a San Pellegrino di Norcia – frazione con il record di distruzione, 100 per cento di case inagibili - hanno avviato un’azienda agricola,“Bosco Torto”, di cui avevamo già parlato. 

 

Nella tendopoli di San Pellegrino si respira una gran voglia di ripartire, se si riescono a superare gli ostacoli burocratici che tengono ferme molte aziende agricole. Con il sisma i finanziamenti bancari, legati ai fondi europei, sono bloccati: il terremoto ha fatto venire meno i requisiti richiesti, mentre sono rimaste alcune spese di gestione che la banca non ha bloccato. «Avevamo anche un orto biodinamico, che non è più raggiungibile, dove abbiamo sperimentato alcune tecniche per migliorare il ph del terreno usando ad esempio il latte ed anche alcune pratiche antiche, come sfruttare la presenza di fiori gialli per attirare le coccinelle che mangiano gli insetti» spiegano Ilaria e Lorenzo.  

 

Mentre la coltivazione dello zafferano avverrà più in là, tra poco è il momento dei fagioli e i progetti della giovane coppia di Norcia sono di coltivare a febbraio tre tipi diversi di fagioli di montagna. Una varietà, in particolare, è molto ricca di proteine e per questo è un importante integratore della dieta dei vegetariani, persone come Ilaria e Lorenzo. Un’altra varietà combatte il diabete e aiuta a tenere sotto controllo il colesterolo, una terza invece, è perfetta per i tempi moderni perché non ha bisogno di ammollo avendo la buccia sottile. 

 

Il problema è la disponibilità di terreni per le coltivazioni. In seguito al terremoto molti sono inaccessibili oppure sono stati già presi da aziende che hanno delocalizzato la loro attività. Per non parlare dei magazzini, distrutti, e degli attrezzi perduti. Per fortuna, grazie ai fondi del progetto “La Rinascita ha il cuore giovane” sarà montata una casetta in legno donata a Legambiente da Leroy Merlin e destinata dall’associazione ambientalista all’azienda agricola. Con il contributo assegnato verranno anche ricomprati alcuni attrezzi andati perduti.  

 

“Sembra strano parlare di qualcosa di positivo associato al terremoto, ma c’è arrivata tanta solidarietà e tante nuove amicizie, come quella con Maurizio, un nostro vicino di casa che fa l’agronomo e ci ha spiegato la complementarietà tra le lenticchie e lo zafferano; le prime rilasciano delle sostanze nutritive per lo zafferano e viceversa”. 

 

Ila e Lorenzo (e la piccola Hope, un labrador con cui vanno a caccia di tartufi) vanno avanti e pensano anche alla produzione di un super food sempre più apprezzato, l’aglio nero, scoperto in Paesi come Cina, Corea e Filippine, che fermentano molti alimenti sia per il sapore che per i benefici per la salute. 

La convinzione dell’azienda nursina è che diventerà un prodotto di spicco anche in Italia, per questo nei prossimi mesi verrà sperimentato un aglio nero con varietà d’aglio italiane antiche e in via d’estinzione, come alcuni agli della Ciociaria o che venivano coltivati nel passato anche a Norcia. 

 

L’aglio va fatto fermentare in alcuni macchinari per 40 giorni, poi va tenuto al buio per altrettanto tempo e triplica così le sue proprietà. Combatte il colesterolo, abbassa la pressione, non dà cattivo odore e problemi digestivi. “Abbiamo già iniziato a coltivarlo e tra giugno-luglio si fa la raccolta” dicono Lorenzo e Ilaria. “Il nostro sogno è trasformare l’intera zona in una sorta di Provenza italiana, dove trovino posto grani antichi ed erbe officinali, coltivate biologicamente. Alcune, come l’elicriso, la menta, la melissa nascono spontaneamente grazie anche alla tutela del Parco nazionale dei Sibillini. Noi possiamo dare una mano a diffonderle ulteriormente!”. Forza ragazzi, siamo con voi e aspettiamo di assaggiare i vostri prodotti. 

 

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