LO SCAFFALE

A cura di Antonio Carlo Ponti

16 giugno 2015

Musa. Museo dell’Accademia

 

A cura di Fedora Boco

Perugia, Effe F. Fabbri, 2014, pp. 272, ill. col., euro 15.00

 

Nel 2012 l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci, fondata nel 1573 e seconda al mondo dopo quella di Firenze, ha visto rinnovato il suo spazio espositivo, danneggiato dal terremoto del 1997 e da una frana a valle del complesso monumentale di San Francesco al Prato. Per lunghissimi anni, dunque, le sue vaste raccolte furono esiliate in stanze inaccessibili e sottratte alla visione e alla consultazione. Fino a che, su suggerimento di Alfredo De Poi, allora presidente dell’Accademia e già presidente di questa Camera di Commercio, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia avvertì l’urgenza di restituire visibilità e fruizione al patrimonio della gloriosa e antica Istituzione, e stanziò, a metà del decennio,  un congruo finanziamento triennale per l’allestimento e la sistemazione della tradizionale suddivisione museale: Gipsoteca, Pinacoteca, Disegni e incisioni. Oggi il Museo splende per qualità delle opere,  per chiarezza di sistemazione  pure didattica e per  grazia di allestimento. Bastino pochi nomi di artisti presenti in esposizione per descrivere l’importanza e l’interesse del Museo: Antonio Canova.

E dalla metà di questo 2014 dispone di un catalogo-guida, curato da Fedora Boco, disegnato con la consueta perizia da Fabrizio Fabbri e Maddalena Merlini, per la gioia dei visitatori di questo polo museale ospitato in luogo fra i più belli della città. Il patrimonio dell’Accademia, davvero cospicuo, in migliaia di pezzi: Gessi, Dipinti, Sculture, Disegni, Stampe, Biblioteca, Archivio, ordinati e schedati elettronicamente, avevano bisogno di un ordinamento. Nel Museo, del quale la guida segue l’idea della sistemazione museale, in una  scelta, suscettibile di qualche integrazione o spostamento, di 125 gessi (fra cui Le Grazie di Canova; l’Ercole Farnese; Aurora, Giorno, Crepuscolo, Notte di Michelangelo; Il pastorello di Thorvaldsen); 55 quadri (Otto-Novecento, fra cui Guardabassi, Wicar, Brugnoli, Bruschi, Burri, Mafai),  40 fra disegni e incisioni del Sei-Settecento), dislocati in due vasti spazi, modernamente allestiti e assistiti da apparati didascalici esaurienti e chiari. L’intero panorama scrittorio è rigorosamente anche in inglese, attuando la politica di fare entrare Accademia e Museo nei circuiti internazionali, come gli Amministratori  e i Docenti stanno attuando, poiché mancano sempre più finanziamenti pubblici, intrattenendo rapporti commerciali e d’insegnamento con aziende e accademie estere, specie della  Cina.