STUDI E RICERCHE

2 febbraio 2016

Movimprese 2015: la crescita in Italia torna ai livelli del 2007 (+0,75%)

45mila le imprese in più delle quali 20mila al Sud. Restano in “rosso” manifatturiero e costruzioni. Anche in Umbria aumentano le imprese (+253) ma non al ritmo nazionale

di La Redazione

Finalmente confortanti i dati "Movimprese" diffusi da Unioncamere-Infocamere e relativi alle dinamiche di nascita e cessazione delle imprese nazionali. Le 372mila nuove iscrizioni hanno infatti più che compensato le 327mila cancellazioni con un saldo, quindi, di 45mila imprese in più. Dopo la lunga crisi nel 2015 il tessuto imprenditoriale ha visto un ritorno al ritmo di crescita ai livelli del 2007.

Gran parte del merito del bilancio positivo lo si è dovuto alle imprese giovanili, straniere e femminili: il saldo delle aziende create da under 35 (+66.202 unità) supera nettamente l’intero saldo annuale (+45.181). Va inoltre segnalato il contributo determinante delle imprese di stranieri (+32.000 unità) e di quelle create da donne (+14.300).  

E' poi da notare che la crescita ha interessato principalmente le forme giuridiche imprenditoriali più strutturate come società di capitali (55.904 in più in termini assoluti, pari ad una crescita del 3,8% rispetto al 2014, quando fu comunque del 3,3%) e cooperative, mentre sono in calo imprese individuali e società di persone. Ciò si spiega da un lato con la maggiore capacità di intercettare gli incentivi pubblici (in particolare a valle delle normative di favore introdotte per sostenere la nascita di Startup innovative e PMI innovative), e dall'altro perché la società di capitali si presta ad essere più attrattiva rispetto a nuovi investitori e, dunque, a consentire un percorso di crescita più sicuro per l’idea di business. 

Analizzando i dati a livello settoriale emerge la crescita in tre soli comparti: commercio (+11.990 unità), turismo (+11.263) e servizi alle imprese (+9.409), mentre sono in flessione (seppure in miglioramento rispetto al 2014), le costruzioni (-6.055 imprese), l’agricoltura (-5.460) e le attività manifatturiere (-2.416).

Da segnalare inoltre come le attività di supporto alle imprese abbiano messo a segno un incremento dell’8,7% rispetto al 2014, con punte del 10,4% al Nord-Ovest e del 10,3% al Centro.

A livello territoriale, quindi, con l'eccezione della sola Basilicata, tutte le regioni fanno meglio del 2014. Comunque in tutte e quattro le macro-aree del Paese il tasso di crescita del 2015 presenta risultati positivi e migliori rispetto al 2014, con il Nord-Est che (dopo quattro anni) esce dal campo negativo e torna a segnare un allargamento della base imprenditoriale. Tra le regioni, il Lazio si conferma quella più dinamica, con un tasso di crescita pari all’1,7%.

Commentando i dati il Presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, ha affermato che “i momenti più difficili della lunga crisi che ha attraversato il Paese sono probabilmente alle spalle".

Gli ha fatto eco il presidente camerale Giorgio Mencaroni che ha così salutato i dati positivi: “Il tessuto imprenditoriale della provincia di Perugia ha conservato nel 2015 la sua dimensione e al 31 dicembre lo stock complessivo si è attestato a 73.020 unità. Nell’ultimo triennio intorno a questa cifra si è stabilita una sorta di linea di resistenza, base ideale da cui ripartire per tornare ai livelli precrisi: averla conservata costituisce un risultato soddisfacente”.  

Nella provincia perugina nel 2015  sono nate 3.756  imprese, mentre 3.503 sono cessate, con un saldo positivo di 253 unità,  pari a un  tasso di crescita di + 0,35%. Il 2014 si era invece chiuso con un saldo negativo di 61 unità.

Tuttavia non si può nascondere che l'espansione imprenditoriale nel perugino non ha retto il confronto col dato nazionale: il nostro ritmo di espansione imprenditoriale non raggiunge la metà di quello nazionale (+0,75%).

 

 

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