LO SCAFFALE
A cura di Antonio Carlo Ponti
4 novembre 2014
Comunicare e interpretare
Milano, Egea-Università Bocconi, 2014, pp. 311, є 26.00
Autore: Paolo Montesperelli
Il sottotitolo recita “Introduzione all’ermeneutica per la ricerca sociale”, ed è scritto da un professore ordinario di sociologia all’Università ‘La Sapienza’ di Roma. L’autore, di antichissima famiglia perugina, ha composto un vero e proprio trattato (o manuale) della disciplina, che riveste il massimo interesse in svariati ambiti scientifici, dalla ‘ricerca qualitativa’ al dibattito epistemologico (filosofia della scienza e della conoscenza) e filosofico sulla ‘verità’, dal confronto attuale sul ‘realismo’ alle relazioni fra culture e lingue diverse, al successo dei numerosi saggi pubblicati di teoria ermeneutica. Dal greco antico “ermenèia”, la disciplina di cui si sta dicendo tende a trasformarsi da interpretazione dei testi a una critica del linguaggio, investendo l’esistenza quotidiana sotto le visuali politica, sociale, economica, relazionale . Un testo di non facile, mi si perdoni il gioco di parole, interpretazione s’intende per i non specialisti, ma che tuttavia lascia spiragli utili in un certo senso a comandare perfino la conoscenza spicciola, fatta di talk show e quando va bene di stampa quotidiana. Infatti l’autore, sociologo con origini di studi giuridici, non indulge in tecnicismi eccessivi, ma utilizza un lessico non specialistico e dà al libro un taglio di alta divulgazione.
Il libro, inframmezzato da box di approfondimento (lògos, demoni e diavoli, ente, parole e langue, Heidegger, ideologia, Vangelo, Bibbia…) si muove per capitoli: le origini dell’ermeneutica, l’ermeneutica contemporanea, l’ermeneutica esegetica e filosofica, ermeneutica critica e comunicazione, ermeneutica e ricerca sociale. Una ricchissima bibliografia e l’indice analitico chiudono il volume, per il quale si schiudono giustamente prospettive di farsi opera basilare e ineludibile. Scrive l’autore all’inizio del suo libro, frutto di lunghi studi e mature riflessioni, che ”l’ermeneutica [che vuol dire in prima battuta interpretazione] è invocata quando in una società divengono più intense le relazioni fra lingue, culture, tradizioni, cerchie diverse; e quando, di conseguenza, una collettività scopre i limiti della propria identità culturale, abbandona verità ritenute un tempo incontrovertibili, o perfino fondanti, e si riavvia lungo i sentieri della ricerca e dell’interpretazione.” Ciò vale come oro – va ricordato ai distratti e ai frettolosi e agli intolleranti – nella ineludibile società attuale: pluralistica, multiculturale, multietnica, plurilinguistica e multimediale.
L’autore
Paolo Montesperelli (Perugia 1955), è stato dirigente dell’ Irres (Istituto regionale di ricerche economiche e sociali - Regione Umbria, oggi Aur. Agenzia Umbria Ricerche), ha insegnato all’Istituto teologico di Assisi e all’Università di Salerno e ora è professore ordinario di sociologia all’Università di Roma “La Sapienza”. Esperto di metodologia e tecniche della ricerca sociale, si è occupato di temi come la memoria, il pensiero ermeneutico e la tecnica dell’intervista, la tecnica delle ‘storie di vita’, i problemi della povertà e della condizione giovanile, i movimenti per la pace. Fra le sue opere: La maschera e il puzzle, Cittadella, 1984; La pace sconosciuta: indagine tra gli studenti di Assisi, Angeli, 1995; L’intervista ermeneutica, Angeli, 1998; Idee sulla nonviolenza, Editoriale Umbra, 1998; Sociologia della memoria, Laterza, 2003; Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Pitagora, 2005.