IL PUNTO

14 settembre 2019

L'eredità di Maria Montessori a Perugia. Celebrazioni dei 70 anni

L'intervento del presidente Giorgio Mencaroni per le celebrazioni "Montessori a Perugia. Una storia che parla di futuro", 14 settembre 2019, Perugia, Sala dei Notari

di Giorgio Mencaroni

Intervenire a questa manifestazione è per me motivo di orgoglio, sia come  rappresentante di una istituzione che rappresenta l’intero mondo imprenditoriale della nostra provincia, sia come cittadino, come perugino che ha visto nascere e crescere accanto a sé una delle esperienze pedagogiche più fondamentali della storia delle istituzioni scolastiche e della formazione infantile  della nostra città.

Dal 1950,  da 70 anni,  la Montessori, così come  semplicemente abbiamo sempre chiamato la scuola dell’Infanzia Santa Croce - Casa dei Bambini,  ha aiutato a crescere ed istruito migliaia di bambini,  secondo i concetti fondanti della pedagogia montessoriana ispirata all’attenzione al bambino in quanto persona responsabile, autonoma e intelligente, che chiede di essere “aiutato a fare da solo”.

Quanta emozione, nello sfilare in corteo, presi per mano dai bambini della Santa Croce: erano loro a condurre, a guidarci. In  fondo una  metafora dell’insegnamento montessoriano.

L’Umbria è terra amata da Maria Montessori. Così come Perugia.  

Un legame che si stringe a  inizio secolo. Siamo nel 1909, quando  la pedagoga, ma anche prima donna laureata in medicina in Italia, accetta l’invito di due straordinari personaggi, il barone Leopoldo Franchetti, senatore del Regno d’Italia, e sua moglie Alice Hallgarten, giovane intellettuale americana, che vivono a Città di Castello.   

Qui, nella loro abitazione, a Villa Montesca, Maria Montessori scrive in un mese il suo “Metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione nelle Case dei bambini”.

Ancora grazie al sostegno di  Alice Hallgarten e del Barone Franchetti, l’opera viene stampata alla tipografia Lapi di Città di Castello.

Nasce dunque in Umbria - scrive DANIELA CAVINI in un suo bel reportage su SETTE del Corriere della Sera - un’opera destinata a rivoluzionare i destini dell’istruzione infantile in tutta Europa e oltre. Sarà tradotta in 36 lingue e troverà applicazione in 58 Paesi.

Ma permettetemi di dire che anche  la Camera di Commercio di Perugia in certe sue branche di attività si ispira all’opera di Maria Montessori.

Mi riferisco ai nostri programmi di ALTERNANZA SCUOLA LAVORO, che ormai da anni, realizziamo a beneficio degli studenti degli Istituti superiori.

 Il metodo Montessori,  infatti, non è solamente quello strutturato per l’infanzia,  ma la stessa Montessori,  nei suoi principi educativi,  poneva ampia attenzione agli studenti in fascia di età compresa tra 12 e 18 anni  “quel  periodo della formazione sociale- scriveva-  in cui l’educazione deve essere concepita non soltanto come trasmissione di cultura, ma piuttosto come un aiuto alla vita in tutte le sue espressioni. “L’apprendimento esperienziale”, l’“istinto ad esplorare” la società e il mondo trasformano lo studente liceale da “neonato sociale” a “uomo sociale”.

Con la nostra attività di Alternanza Scuola Lavoro portiamo centinaia di ragazzi a confrontarsi  col mondo del lavoro, inserendoli fisicamente in impresa,  e consentiamo loro di  “imparare facendo”, per cominciare a realizzarsi,  prendersi piccole responsabilità e grandi soddisfazioni, scoprire se stessi in contesti lavorativi dove ci si relaziona con persone più adulte e si prepara il domani, conoscendo meglio le proprie ambizioni e capendo sul serio come realizzarle.

L’Alternanza Scuola Lavoro realizza la scuola aperta, apre alla vita chi sta uscendo non solo dalla scuola, ma anche dall’adolescenza.

Come non scorgere nella struttura della moderna Alternanza Scuola Lavoro i semi fondamentali della costruzione pedagogica di Maria Montessori?