LO SCAFFALE

A cura di Antonio Carlo Ponti

30 giugno 2011

L’ampliamento e le installazioni site-specific del cimitero di Gubbio

Milano, Skira, 2011, pp. 96, ill. bn e colore, s.i.p.

Integrato dalla traduzione inglese dei testi (introduzioni: Maria Cristina Ercoli, Lucio Panfili, Fabrizio Fabbroni; saggi: Paolo Micalizzi, Mario Pisani, Mario Dehò e Andrea Dragoni), la monografia descrive il progetto e la realizzazione dell’ampliamento del cimitero di Gubbio, un’ala di cemento di alto fascino, con cappelline e loculi a cielo aperto (da qui il titolo), dove domina il grigio del materiale di base, e dove simmetrie e asimmetrie, in una sorta di gioco di materia e antimateria, creano scenari di suggestione alta. E dove la forma sottolinea l’aforisma di Enzo Mari “Buone sono le forme che sono, cattive le forme che sembrano”, posto in esergo alla progettazione dell’opera pittorica di Nicola Renzi, capace di illuminare le pareti plumbee del manufatto. E dove in altra parte delle tombe volano appese e aeree le sculture di Sauro Cardinali. Andrea dragoni ha chiamato due docenti all’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia, perché suggerissero presenze e invenzioni al proprio disegno, introducendo così l’estro dell’arte contemporanea nei camposanti, specificando un connubio perfettamente integrato fra architettura cimiteriale che vede, da alcuni anni, una sorta di risveglio progettuale per rendere più bella la morte e la memoria, e la modernità che incalza.

Il profilo del cielo