IL PUNTO

27 gennaio 2017

Il turismo umbro in ginocchio dopo i recenti terremoti

I ripetuti terremoti tengono lontani i turisti dalla Valnerina, ma anche dall’intera Umbria. Flessioni nelle presenze turistiche prossime al 100% in Valnerina, del 30% su base regionale. Richiediamo il riconoscimento del danno indiretto e una comunicazione che non continui ad identificare l’intera regione come un grande “cratere” sismico.

di Giorgio Mencaroni

Il sisma del 24 agosto 2016 e quello successivo del 30 ottobre hanno provocato un calo netto degli arrivi e delle presenze anche nelle aree lontane dal cratere.

La scossa del 30 ottobre, con il crollo - simbolo della Basilica di San Benedetto, è quella che ha prodotto gli effetti più marcati: nel successivo mese di novembre 2016 in Valnerina gli arrivi si sono praticamente azzerati: - 94,5%. Meno vistoso, ma comunque pesantissimo l’arretramento anche nelle aree più distanti dall’epicentro.

Il dato complessivo “Umbria” per il mese di novembre, parla di un - 30% negli arrivi (rilevazione fornita dall’Ufficio Statistiche sul Turismo della Regione dell’Umbria). Su base regionale Umbria,  nei mesi successivi al primo sisma del 24 agosto e poi a quello del 30 ottobre, sono stati rilevati i seguenti dati: settembre 2016: arrivi – 10,5%, presenze – 10,3% (rispetto all’anno prima); ottobre 2016:  arrivi – 3,2%, presenze – 2,2%; novembre 2016: arrivi – 30%, presenze – 4,3%. Occorre rilevare inoltre che il segno meno di novembre risulterebbe ben più grave se non avesse ricompreso le centinaia di presenze nelle strutture ricettive del perugino, dello spoletino e soprattutto del trasimeno degli sfollati dalla Valnerina.

I dati forniti dall’Ufficio Statistico sul Turismo della Regione, seppur attesi almeno per le zone più direttamente colpite dai diversi terremoti, confermano che il blocco dei flussi turistici ha interessato l’intero territorio regionale. I dati sono impressionanti: nel mese di novembre 2016, andiamo dall’azzeramento della Valnerina, meno 96% degli arrivi, al meno 30% degli arrivi verso l’Umbria, comprese dunque le aree  assolutamente non toccate dal terremoto. I danni diretti e anche quelli indiretti che sta subendo il sistema delle imprese sono pesantissimi. Occorrono interventi ancor più incisivi di quelli già adottati, pensare a nuove misure di sostegno per chi ha subito un danno diretto, strutturale e commerciale: in Valnerina si rischia la desertificazione imprenditoriale. Ed è “vitale” – come ha affermato la Presidente della Regione Catiuscia Marini – anche arrivare al riconoscimento del danno indiretto per le imprese regionali operanti fuori dal cratere. Come del resto avvenne dopo il terremoto del 1997.

 

Le imprese più esposte sono ovviamente quelle del settore Turistico – ricettivo, ma grandi difficoltà attraversano anche le attività commerciali che operano nei centri storici e che hanno nel turismo la loro risorsa principale. Purtroppo il susseguirsi delle scosse determina continue ricadute e impedisce ogni tentativo di recupero. I dati sui flussi turistici ne sono la prova: blocco dopo il 24 agosto, modesta ripresa fino al 26 e al 30 di ottobre, nuovo blocco a novembre e dicembre. Il tracollo degli ultimi mesi ha di fatto ridotto quasi a zero il buon risultato del movimento turistico verso l’Umbria che avevamo registrato fino al terremoto. Al 30 novembre 2016 - primi 11 mesi - su base regionale resta un misero + 1,4% negli arrivi e un + 2,5% nelle presenze, il che vuol dire che dal mese di settembre 2016 in avanti l’Umbria sta scontando flessioni a doppia cifra.

 

La Camera di Commercio di Perugia condivide e appoggia la richiesta di riconoscimento del danno indiretto avanzata dalla Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. Ma abbiamo bisogno anche di una diversa comunicazione, media e social: non si può continuare ad identificare l’intera regione come un grande “cratere” sismico. E’ del tutto evidente che così non è, dunque servono incisive azioni promozionali che contrastino questa erronea visione. 

 

 

foto by Cavezzi Corradetti