IL PUNTO

7 settembre 2019

Turismo, Sport e Comunicazione

L'intervento del Presidente Giorgio Mencaroni al Convegno "Sport e Comunicazione" tenutosi il 7 settembre 2019 presso il Centro Servizi Camerali “Galeazzo Alessi” di via Mazzini a Perugia.

di La Redazione

Il tema “SPORT E COMUNICAZIONE” è fin troppo facile da definire di grande interesse. Ne sono convinto, sia a livello personale che in qualità di presidente della Camera di Commercio di Perugia, al punto che ho aderito con entusiasmo alla richiesta di poter tenere il Convegno presso il nostro Centro Servizi Camerali Galeazzo Alessi.

Il programma per di più ha previsto un focus sugli scenari di sviluppo del turismo sportivo, argomento che ci sta particolarmente a cuore, essendo la Camera di Commercio uno dei referenti istituzionali per le strategie di sostegno ai settori turistici della provincia di Perugia.

E’ di tutta evidenza, che tra i molti e diversi segmenti dell’industria Turismo, uno dei più interessanti e promettenti è senz’altro il Turismo Sportivo, non solo per l’enorme traffico prodotto dai grandi eventi e dagli sport professionistici, ma anche per le sempre più diffuse attività amatoriali praticate da migliaia di appassionati. Nel moderno modo di fare turismo è ormai un assunto: non è solo importante il luogo della vacanza, ma le attività che in quel luogo vi si possono svolgere…

L’Italia è tra I principali Paesi di origine dei turisti sportivi: occupa il terzo posto di un podio dove primi e secondi sono gli inglesi e i tedeschi. Dietro di noi Spagna, Danimarca, Svezia e Finlandia. In alcuni di questi Paesi l’indotto generato dal turismo sportivo ha superato la soglia del 25% del totale. L’Italia si avvicina a questa soglia.

L’immagine di un popolo di sedentari si sta progressivamente sbiadendo: oltre 20 milioni di italiani praticano una o più attività sportive con continuità e questa pratica è in costante aumento. E cresce nel tempo, per entrambi i generi e in tutte le età. Di conseguenza, continuano ad allargarsi i flussi turistici con la motivazione sport. Circa un italiano su 4 sceglie la meta delle proprie vacanze anche in virtù dell’offerta sportiva. E cresce il numero degli sport per i quali si fa turismo. Indagini recenti stimano che il 18,6% dei turisti che ha scelto l’Italia per trascorrere le proprie vacanze lo abbia fatto all’insegna dello sport, sia come motivazione principale che secondaria.

Il dato complessivo Italia è davvero rilevante: sfiorano i 45 milioni di presenze i turisti sportivi che fanno vacanza in Italia, per un giro d’affari intorno a 5 miliardi di euro.

Secondo l’Osservatorio nazionale delle filiere del turismo di Unioncamere e SiCamera, lievemente predominante è la quota degli italiani (52,2%, pari a 22,1 milioni di presenze), i cui viaggi hanno generato consumi per 2,8 miliardi di euro (56,8%). L’impatto economico degli oltre 20 milioni di presenze internazionali, soprattutto di tedeschi, francesi e inglesi, è invece di 2,1 miliardi di euro.

Oltre la metà di questi consumi (2,6 miliardi di euro) ha interessato le imprese che si occupano di alloggio e ristorazione, ma le ricadute dei viaggiatori amanti dello sport sono significative anche sulle attività ricreative, culturali e di intrattenimento (1,2 miliardi di euro), sull’agroalimentare (646,6 milioni) e a seguire sull’editoria, sulle altre industrie manifatturiere, sui trasporti e sull’abbigliamento e calzature.

I turisti dello Sport sono più maschi che femmine (53% contro 47%) ma il gap si riduce con l’aumentare dell’età. Più giovani che anziani, ma sempre di più sono questi ultimi.

Diplomati e laureati, sposati con o senza figli, benestanti. Il tasso di attività sportiva decresce con l’età ma cresce nel tempo la quota degli over 40 che pratica sport. Il tasso di attività aumenta con il livello di istruzione. Tra coloro che hanno studiato oltre i 19 anni solo il 27% non pratica sport.

Tra gli sport praticati da chi si muove in Italia per turismo, prevale lo sci, in particolare tra gli stranieri (18,7%). Al secondo posto il ciclismo (11,4%), grazie alla prestigiosa tradizione sia a livello di pratica che di produzione tecnica e accessoristica. Al terzo troviamo il trekking (8,5%) sport che presenta una forte connessione tra attività sportiva, montagna e natura. Seguono Vela, Surf/Windsurf, Tennis, Alpinismo, Equitazione.

 

 

In Provincia di Perugia siamo in una condizione mediana, ma ancora piuttosto lontani dalle aree d’Italia più attrattive per il turista sportivo, che, peraltro, nella stragrande maggioranza dei casi fa TURISMO SPORTIVO OUTDOOR. Nell’OUTDOOR a livello regionale, l’Umbria è molto al di sotto della regione più frequentata che è il Trentino Alto Adige con l’11,4% del totale del turisti sport outdoor. Dobbiamo fare di più, dobbiamo incrementare le proposte da offrire sul mercato. Competizioni ed Eventi sportivi, più mirati su un pubblico internazionale, pacchetti più completi ed accattivanti, migliori servizi, infrastrutture. Dobbiamo saper fare marketing territoriale in maniera più innovativa, incisiva e che sappia colpire le tendenze emergenti nello sport outdoor.

Oggi dobbiamo saper rispondere alla richiesta che ci arriva dai giovani che sono catturati da nuove discipline, stranissime, ma che piacciono: canyoning, wolf howling – che sono passeggiate notturne per monitorare i lupi. E pensate ho visto pacchetti comprendenti camminate in compagnia dei lama.

Un fatto è certo: il turismo outdoor rende molto in termini economici per il turismo italiano, soprattutto se si considera che la maggior parte di queste discipline richiede investimenti limitati perché sfrutta ambienti e luoghi che già esistono in natura. Va da sé che se cerchiamo di entrare nel grande pianeta bici, non possiamo restare senza piste ciclabili da inserire nell’offerta. Quindi investimenti sulle infrastrutture e maggiore prontezza nel puntare su proposte di “tendenza”.

Lo spazio c’è dobbiamo saperlo conquistare. Parlo di un business da 4 miliardi solo per il turismo Sport Outdoor.

 

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