IL PUNTO

31 dicembre 2012

Tiriamo le somme per il 2012

di Giorgio Mencaroni

Doveva essere un anno a tinte fosche e così è stato. Ma  il 2012 è andato oltre e la recessione si è appesantita  con il procedere dei mesi, allungando un ombra scura  anche sul 2013 e sui primi, flebili segni di ripresa preconizzati per l’ultima parte dell’anno e comunque non  sufficienti ad evitare una nuova flessione del PIL stimata intorno al punto percentuale.  Intanto ci ritroviamo a tracciare consuntivi in cui tra  tante negatività si fa realmente uno sforzo enorme per  rintracciare qualche indicazione positiva.  In provincia di Perugia, per il terzo anno consecutivo la nostra base imprenditoriale non è riuscita ad  espandersi: tiene, ma appare incapace di alimentare  una nuova fase di crescita. E del resto, come potrebbe essere altrimenti quando in ognuno dei giorni del  2012 hanno chiuso oltre 10 imprese al giorno. Nel  2011 andò anche peggio, ma allora le chiusure furono  compensate dalle nuove aperture che al contrario oggi  sono scese ai minimi storici. Quanto pesante sia stato  il 2012 lo certifica un altro dato, che impressiona: in  provincia di Perugia il 6,6% del totale delle imprese  registrate – quasi 5.000 - sono in crisi conclamata: di  queste 2.900 in “scioglimento o liquidazione” (+5,6%  sul 2011) e 2.000 sottoposte a procedure concorsuali  (+1%). Solo negli ultimi tre mesi dell’anno sono state  aperte 27 procedure fallimentari e 8 concordati o altre  forme di accordo. Imprese così debilitate non riescono  a generare occupazione: molti sono costretti a licenziare e comunque la quasi totalità delle imprese – l’88%  in provincia di Perugia – non ha proceduto nel 2012 ad  alcuna assunzione.  Come meravigliarsi allora, se le imprese, le piccole e  medie imprese, decidono di portare in piazza la loro  protesta, spinte da un disagio sempre più prossimo alla  disperazione? Dobbiamo prestare la massima considerazione e attenzione alla voce di queste imprese che  formano l’ossatura economica della nostra terra: il loro  destino è anche il destino dell’Umbria e degli umbri. La  sensazione è che il tempo sia davvero scaduto: senza  interventi seri, radicali e a questo punto immediati, si  rischia il tracollo del nostro modello di sviluppo basato  sull’imprenditorialità diffusa.  Il nuovo governo che gli italiani vorranno darsi, deve  rimettere al centro della sua azione politica l’impresa,  da cui dipende il lavoro, cominciando da una effettivo  alleggerimento della pressione fiscale, per l’impresa e  per il lavoro.  La ripresa può venire solo dal mercato e dell’impresa  e dunque servono misure che favoriscano la nascita  di nuove imprese ad elevato contenuto occupazionale  e tecnologico, dando priorità ai giovani, alle donne e  all’imprenditoria sociale.  Con l’approvazione del Bilancio e delle Linee Programmatiche per il 2013 abbiamo confermato il nostro impegno, anche ricorrendo al patrimonio per coprire il  disavanzo derivante dalla necessità di garantire misure  straordinarie al sostegno del sistema produttivo provinciale.  Complessivamente dalla Camera di Commercio di Perugia nel 2013 arriveranno alle imprese oltre 6 milioni e  300 mila euro, in luogo dei 5 milioni che avevamo inizialmente preventivato. Le aree prioritarie di intervento  sono contenute in 5 Macrolinee: la prima di Sostegno al  credito, all’occupazione e sviluppo delle potenzialità  competitive; la seconda rivolta alla Valorizzazione del  territorio e delle attività produttive in Italia e all’estero; la terza Innovazione Ricerca e Formazione; la  quarta per i Servizi alle imprese e la quinta che per i  Programmi di sviluppo e di accompagnamento all’internazionalizzazione delle PMI. Le risorse che abbiamo  messo in campo sono molto importanti e rispondono  alle sollecitazioni e indicazioni che salgono dal sistema delle imprese.  Il Credito continua ad essere la principale criticità e  ad esso abbiamo destinato quasi 2 milioni e mezzo  di euro, per la concessione diretta di contributi alle  imprese, tramite l’approvazione di specifici bandi e il  sostegno all’operatività dei Confidi. Un impegno significativo abbiamo riservato all’accompagnamento e alla  tutela delle imprese nell’espansione sui mercati esteri,  attività che sarà realizzata attraverso il cofinanziamento del programma del Centro Estero dell’Umbria e la realizzazione di interventi puntuali in mercati obiettivo,  per i quali si ritiene strategico concentrare le risorse del  sistema Umbria.  Per la realizzazione degli interventi che saranno finanziati nel 2013 sarà privilegiata la modalità di intervento a rete, sia in sede di concertazione con la Regione e  gli altri enti del territorio, sia rafforzando la progettualità condivisa con la rete del sistema camerale italiano  e estero.  L’anno che abbiamo già iniziato deve essere un anno  di svolta, non possiamo permetterci nuove “transizioni” o peggio ancora lo stallo e la conferma di politiche  economiche i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti: le  imprese non potrebbero sopportarlo.