IL PUNTO

31 marzo 2012

Double dip

di Giorgio Mencaroni

La successione degli eventi non lascia spazio a dubbi  interpretativi: crisi finanziaria globale (2009), recessione (2009/2010), ripresa debole e limitata (2010/2011),  esplosione dei debiti sovrani europei (2011), nuova recessione (2011/2012). In termini “scolastici”, ma purtroppo anche reali: siamo al “double dip”, alla doppia  caduta, con due recessioni che si susseguono all’interno di uno stesso ciclo economico, intramezzate da una  ripresa fragile quanto illusoria. Una analisi che proiettata sulla nostra dimensione locale, può mutare di  qualche tono, ma trova piena conferma nella sostanza  che rimanda a una economia provinciale in nuove e  crescenti difficoltà. E se l’Italia è in recessione tecnica  per due trimestri consecutivi di PIL in campo negativo,  la provincia di Perugia di trimestri con il segno meno  ne ha inanellati 3, a partire dal secondo del 2011. Ce  lo ricorda l’Osservatorio congiunturale per il Manifatturiero e il Commercio della Camera di Commercio di Perugia che per l’ultimo trimestre del 2011 fissa a -3,4%  e a -3,5% l’arretramento tendenziale di Produzione e  Fatturato del Manifatturiero provinciale. In deciso calo  tendenziale anche gli Ordinativi: -3,7%. Indicazioni  negative per il Commercio, sia per quello alimentare  che non alimentare, con flessioni che vanno dal -6,2%  al -4,8%. Tiene solo la Grande Distribuzione che cresce  dell’1,8%.  Previsioni grigie per i primi 3 mesi del 2012 sia per il  Manifatturiero che per il Commercio; è in atto una nuova fase recessiva.  La Camera di Commercio di Perugia fin dallo scorso novembre ha approvato il Bilancio 2012 e reso operative  le linee di intervento per il sostegno del sistema economico locale, puntando sulla concretezza e la rapidità,  elementi decisivi per dare forza ad azioni destinate a  imprese fiaccate dalla crisi e il cui limite di resistenza si sta abbassando paurosamente. Per l’anno in corso  abbiamo portato la nostra capacità di spesa a quasi 10  milioni di euro, utilizzando tutte le risorse possibili e  anche oltre, mettendo mano alle riserve dell’ente, che  difatti chiude il bilancio 2012 con una perdita di circa  2 milioni di euro. Una somma identica a quella che  abbiamo destinato al credito, la prima emergenza che  opprime le nostre imprese, strette tra performance in  calo e accesso al credito ai minimi. La Camera di Commercio destinerà le proprie risorse al rifinanziamento  dei Confidi, in questo agendo in accordo con la Regione  dell’Umbria, e ad operazioni dirette in particolare verso  le micro e piccole imprese in difficoltà anche per semplici operazioni di liquidità.  La stretta creditizia quando arriva, forse anche per la  sua stessa natura, si muove in maniera asimmetrica e  colpisce più le piccole che non le grandi imprese, anche se poi quando le difficoltà sono così straordinarie  e complesse pochi riescono ad evitarla. Certo, non si  esce da questa situazione con appelli generici al sostegno all’economia, né grazie alla moral suasion cui  ha accennato (sommessamente) lo stesso Governo. Che  fare dunque? Le iniziative degli enti – come quelli della  nostra Camera di Commercio – servono, ma il problema non è solo congiunturale, bensì strutturale, e per  questo occorre ben altro. Intanto però dobbiamo gestire una delle emergenze più gravi mai conosciute e per  questo servono interventi urgenti che affrontino la crisi  di liquidità in cui si trovano sia il sistema-imprese, a  causa dei pagamenti sempre più ritardati della Pubblica  Amministrazione e tra le stesse aziende, sia il sistema- banche, bloccato dalla sfiducia che regna sul mercato  interbancario. Accorciare i tempi di pagamento della pubblica amministrazione, sarebbe una misura decisiva per garantire  una iniezione di liquidità all’economia privata, che ha  il diritto di incassare nei tempi pattuiti. Non è accettabile veder morire una impresa per l’inefficienza di pubbliche amministrazioni che superano di mesi e mesi i  tempi concordati per il pagamento di servizi che hanno  commissionato e ricevuto. In Umbria, parliamo di una  cifra che supera il miliardo di euro. La Camera di Commercio di Perugia sta lavorando ad un progetto “Sblocca  Credito” che dovrebbe consentire di contenere le conseguenze nefaste per le imprese dei ritardati pagamenti da  parte della Pubblica Amministrazione. Il sistema è incentrato su un intervento concordato in cui risulterebbero coinvolti Camera di Commercio, enti locali e banche,  queste ultime messe nella condizione di anticipare alle  imprese il credito, o parte di esso, vantato nei confronti  della Pubblica Amministrazione, sulla base di una certificazione rilasciata dall’ente locale.  È un progetto ambizioso e che presenta non poche difficoltà, ma ho la speranza di vederlo realizzato in tempi  brevi. La Camera di Commercio di Perugia, pubblica amministrazione per le imprese, sta facendo la sua parte,  cercando di onorare fino in fondo i contratti stipulati  con i propri fornitori, compresi i tempi e le modalità di  pagamento. Nel 2011 abbiamo conseguito un indicatore  che ha superato di poco i 23 giorni, con il 74% delle  fatture pagate entro i 30 giorni.