Giornata dell'economia 2016

CREDITO, PER UNA NUOVA INCLUSIONE FINANZIARIA

L’esame dell’andamento del mercato del credito costituisce un elemento fondamentale per un’analisi del sistema economico territoriale. D’altronde, l’attività degli istituti di credito, soprattutto in termini di erogazione di liquidità a famiglie consumatrici e produttrici, rappresenta un elemento fortemente interrelato con l’andamento del sistema economico e produttivo.

Il monte depositi e il monte impieghi sono i due indicatori che misurano l’evolversi della domanda e dell’offerta di credito e, più in generale, forniscono un utile riferimento sulla qualità dei rapporti tra banche e imprese-famiglie. In condizione di normalità, infatti, la totalità dei depositi (al netto delle riserve stabilite dalla legge) dovrebbe essere utilizzata dalle banche per erogare credito, mentre ciò non avviene al verificarsi di condizioni di crisi.

Perugia appare una provincia non particolarmente critica, poiché l’ammontare dei depositi bancari (quasi 11,9 miliardi di euro) risulta inferiore agli importi complessivamente impiegati (circa 16,9 miliardi di euro). Tuttavia il livello del deterioramento della qualità del credito bancario, testimoniato dalla dinamica delle sofferenze bancarie (+11%), è al di sopra del valore medio nazionale.

Al 31 dicembre 2015 la raccolta di denaro della provincia di Perugia, data dai depositi bancari ed dai risparmi postali, ammonta complessivamente a circa 11,9 miliardi di euro che rappresentano il 76% circa dei depositi bancari regionali, il 4% di quelli del Centro e lo 0,9% di quelli nazionali.Tale importo ha subìto nell’ultimo anno una crescita percentuale del +1,5%, che risulta inferiore rispetto alla variazione che ha interessato il Centro Italia (+4,7%) e la media nazionale (+4,4%). In generale, appare evidente che ci sia da parte delle famiglie, ad ogni livello geografico, la tendenza a risparmiare quanto più possibile e posticipare spese non urgenti, sintomo ancora di una mancanza di fiducia in una ripresa piena dell’economia.

Dal lato della raccolta, la quota più consistente dei depositi bancari e del risparmio postale deriva dal reddito delle famiglie consumatrici (9 miliardi di euro, pari al 76% del totale); questa componente a livello provinciale riveste un’incidenza superiore rispetto sia a livello nazionale (69%) che di ripartizione territoriale (67% al Centro). Minore, invece, risulta l’apporto derivantedalle famiglie produttrici, da cui provengono 457 milioni euro di risorse (il 3,9% dei depositi provinciali).La quota dei depositi delle società finanziarie  è complessivamente pari al 1,7% del totale (207 milioni di euro totali), con un apporto molto inferiore al contributo apportato dalle stesse società finanziarie a livello nazionale (8,6%) e di Centro Italia (6%). Modesto in questo contesto il contributo della Pubblica Amministrazione, i cui 91 milioni di depositi rappresentano solo lo 0,8% del monte depositi provinciale.

Congiuntamente ad un’espansione dell’offerta potenziale di credito, nella provincia di Perugia si riscontra un corrispondente aumento dell’ammontare degli impieghi (+2%), dovuto in primis all’aumento degli utilizzi da parte delle società finanziarie (+40%), verso cui, tuttavia, gli impieghi bancari non superano gli 123 milioni di euro, lo 0,7% del totale degli impieghi. Aumentano anche gli impieghi della Pubblica Amministrazione (+15%) e delle famiglie consumatrici (+5%). In lieve flessione gli impieghi destinati alle famiglie produttrici (-1%), che pesano per l’8% sul valore totale, e alle società non finanziarie (-1%), che pesano ben il 55%.

Il sistema produttivo provinciale mostra una maggiore propensione nell’utilizzare gli impieghi rispetto alla media nazionale; tale situazione dipende in parte dalla buona capacità delle imprese di cogliere le opportunità derivanti dal sistema bancario e dall’altra da una propensione delle banche stesse a concedere prestiti. Le imprese provinciali, società (finanziarie e non) e famiglie produttrici assorbono una quota maggiore degli impieghi (63,7%) rispetto a quanto non facciano in media le imprese a livello nazionale (56,2%).La distribuzione degli impieghi bancari riguarda le società, finanziarie e non, nel 55,7% dei casi e le famiglie produttrici nell’8% dei casi (dato, quest’ultimo, che supera di molto la media nazionale pari al 5,1%). 

Consistenza dei depositi e degli impieghi nella provincia di Perugia

Continua nel 2015 il peggioramento della qualità del credito, crescono le sofferenze nella provincia di Perugia, anche se in maniera meno accentuata che nel passato, tuttavia rispetto ai territori di riferimento la provincia consegue andamenti peggiori. Nel perugino l’ammontare delle sofferenzeraggiunge un valore di 2,6 milioni di euro (402 mila euro per affidamenti alle famiglie consumatrici e 2,2 milioni di euro per affidamenti alle imprese e alle famiglie produttrici), corrispondente ad una crescita del 11,4% che appare la più bassa dell’ultimo quinquennio. La crescita in provincia degli importi in sofferenza è superiore al dato nazionale (10,7%) ma soprattutto al dato del Centro  (+9%).

L’aumento degli importi in sofferenza evidenziatosi nel 2015 rispetto al 2014, è ascrivibile al comparto produttivo vero e proprio (industria +17%, costruzioni +13% e servizi +15%). Risulta, invece, inferiore rispetto all’andamento nazionale la crescita degli importi in sofferenza delle famiglie produttrici (+7% a livello provinciale contro il +8,6% a livello nazionale) e delle famiglie consumatrici (+3,3% rispetto ad un incremento del 9,6% a livello nazionale). Di fatto, il valore complessivo delle sofferenze registrate nel territorio perugino impatta per il 78,9% delle sofferenze della regione (oltre 3 miliardi di euro), per il 5,4% delle sofferenze dell’Italia centrale (quasi 49 miliardi di euro) e per l’1,4% delle sofferenze totali (187 miliardi di euro). 

Consistenza delle sofferenze bancarie nella provincia di Perugia

Le sofferenze sono il principale sintomo del deterioramento della qualità del credito e, ovviamente, il loro peso si ripercuote sul costo delle linee di credito. Il costo del credito, infatti risulta più elevato nella provincia di Perugia, rispetto a quanto non lo sia a livello nazionale e di ripartizione territoriale. A fine dicembre 2015 il tasso medio di finanziamento effettivo per rischi a revoca risulta pari al 9,2% nel perugino, superiore, quindi, rispetto al tasso delle regioni centrali (6,4%) e, soprattutto, al tasso medio nazionale (5,7%). L’adozione di tassi di interesse più elevato evidenzia come il sistema bancario provinciale stia sostanzialmente affrontando l’incremento della rischiosità degli impieghi rendendo più oneroso il credito erogato.