La risorsa acqua

Interventi del pubblico

ANGELO RAFFAELE DI DIO, Funzionario Regione Umbria.

Da ingegnere mi occupo delle acque minerali nella Regione Umbria. Il nostro territorio, all’inizio del Novecento, vantava delle terme note a livello anche internazionale: Sangemini, Acquasparta, San Faustino. Allora “si passavano le acque”: chi voleva bere l'acqua che faceva bene doveva andare direttamente alla fonte. A Sangemini, agli inizi del Novecento c'era un centro congressi, il grand hotel, un garage, la ferrovia. Poi l'acqua, da bene naturale è diventata un bene di consumo, disponibile sulle tavole di tutti gli italiani. Inevitabilmente il termalismo ha perso il suo appeal. E per le terme è iniziato il declino. In altri luoghi, come a Città di Castello, dove già nel Settecento si esercitava l'attività termale, sono presenti acque sulfuree fredde, adatte ad altri tipi di cure, che continuano ad essere praticate. E a Spello le Terme Francescane hanno sempre le loro acque sulfuree. A differenza del Lazio o della Toscana, in Umbria non abbiamo, se non in alcune aree limitate, le acque calde che possono garantire il termalismo del wellness, delle “coccole”. La crisi che ha vissuto l'Umbria ha colpito anche Fiuggi o Chianciano, luoghi nei quali “si passavano le acque” per curarsi.
Ma qualcosa è cambiato. In questi ultimi anni la Regione Umbria ha portato avanti insieme a Sviluppumbria il progetto “Essere Bene”, da cui sono nati due marchi: “Essere Bene” per le acque termali e “Acque dell’Umbria” per le acque imbottigliate.
Per esempio, il progetto “Essere Bene” ha fatto sì che a Parrano, dove c’è una vecchia sorgente, si sia realizzato un intervento pubblico che ha permesso la riapertura delle terme. Un investitore privato ha chiesto un permesso di ricerca. Se troverà le risorse adeguate potrà investire sulle terme. Ricordo anche che dopo lunghe diatribe tra tribunali e Tar, la Regione è tornata in possesso delle Fonti di Tiberio, a Castel Viscardo. Le sue acque calde, negli Anni Sessanta erano ancora un punto di riferimento della “dolce vita” romana. Poi le terme furono abbandonate. Ma ora la Regione ha investito dei soldi per il recupero delle sorgenti, fondamentali per salvaguardare le caratteristiche dell'acqua.   


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Chiediamo a Maria Antonietta Gargiulo, vicepresidente del Club Unesco Perugia-Gubbio, di illustrarci l'iniziativa di un importante concorso, dedicato al tema dell'acqua, rivolto alle scuole primarie e secondarie della regione.


MARIA ANTONIETTA GARGIULO, Vicepresidente Club Unesco Perugia-Gubbio.

Il Club si chiama Perugia-Gubbio, perché in Umbria vi sono altri due Club Unesco, ad Assisi e a Foligno. In alcuni progetti lavoriamo insieme, in altri ognuno opera nella sua zona. Mi preme dire che per quanto riguarda l'Umbria abbiamo pensato a un concorso rivolto alle scuole della regione dal titolo “Acqua, acquedotti e fontane” per sollecitare gli studenti, dai bambini delle scuole materne fino alle scuole superiori, sulla problematica dell’acqua.
Ricordo a tutti che uno dei grandi temi dell'Unesco è quello dell’educazione. Dall’uso all’abuso fino alla dispersione, tutte le problematiche che riguardano l’acqua, vanno quindi affrontate già nel mondo della scuola. Fino anche alla riflessione su quello che per l’Unesco è la salvaguardia del  patrimonio artistico. Il concorso, rivolto alle scuole, è imperniato su un grande tema: l'acqua considerata non soltanto dal punto di vista naturale ed ambientale  ma anche legata alla storia, al mito, ai monumenti. Insomma, tutto quello che per l’umanità ha voluto significare l’acqua, in particolare in Umbria, nel cuore d'Italia. Crediamo molto in questo progetto. Abbiamo collaborato con il WWAP e con l’Università, Dipartimento Storia del Territorio, e con il Post, che è l’altro laboratorio che si occupa di progetti naturalistici. Speriamo che il mondo scolastico risponda con entusiasmo a questa iniziativa. Probabilmente, il concorso si concluderà proprio nella settimana dell'Umbria Water Festival.

Una coincidenza fortunata. E un'altra iniziativa che arricchisce il programma del festival previsto nel 2012.
 

GUARDUCCI L'idea di un concorso scolastico legato all'acqua è una iniziativa che accogliamo con grande favore. In questo senso Umbria Water festival può rappresentare una grande opportunità per mettere in moto le energie di tutta la regione. Per quanto riguarda le acque minerali, di cui abbiamo parlato poco fa, pensiamo anche ad un “tavolo” con le aziende presenti in Umbria. Chiederemo all'assessorato di inoltrare loro un primo invito per iniziare a collaborare. All'interno della manifestazione sarà comunque previsto un approfondimento sul tema delle acque minerali, non solo in Umbria. L'evento avrà sede nella nostra regione ma avrà un respiro nazionale ed internazionale.