La risorsa acqua

A cura di Federico Fioravanti

Intervento di Ubertini Lucio

docente di ingegneria idraulica presso La Sapienza di Roma

Si può affrontare questo tema sotto diversi punti di vista. Va innanzitutto sottolineata la complessità dei problemi legati all'acqua. E a proposito di complessità, dobbiamo fare subito una prima divisione: quella tra l'acqua “buona” e quella “cattiva”. L’acqua che definiamo “buona” è quella per l’approvvigionamento idrico, per le diverse attività sociali, turistiche e via di seguito. Quella per l’industria, per l’energia; l’acqua che viene utilizzata nelle diverse forme e che ha dato luogo a tutte le civilizzazioni: pensiamo a come si sono sviluppate le varie civiltà, là dove c’era l’acqua e proprio grazie alla grande ricchezza che l'acqua rappresenta. Pensiamo anche alla nostra regione: a Terni con tutto il suo polo industriale, che è stato costituito perché il Tevere lì dava delle possibilità di sfruttamento dal punto di vista energetico...
Poi c'è l’acqua “cattiva”, quella che provoca   inondazioni, frane e disastri naturali. In Italia, per quanto riguarda l'acqua siamo fortunati. Perché piove abbastanza, non piove tanto bene, se pioveva in maniera più uniforme, forse, era meglio, ma poteva essere anche peggio. Ricordo che, un giorno, un collega del Colorado mi disse: “Ma lei pensi se fosse piovuto sempre uguale per tutti i mesi dell’anno, avremmo avuto una bella pianura... Invece da voi, in Italia, piovono 300-400 millimetri, poi non piove più. Così avete bellissime montagne, splendidi fiumi, un paesaggio straordinario”.
Il tema dell'acqua, se vogliamo analizzarlo in tutte le sue sfaccettature è complesso. La visione tecnica generale era ben compresa, fino alla fine degli anni Ottanta, nella famosa legge sulla difesa del suolo, la n. 183 del 1989. A mio avviso potrebbe definita come una legge complessiva sull’acqua, proprio perché ne esaminava i diversi aspetti, da quelli che nascevano dai rischi di inquinamento a quelli della conservazione. Poi, in un modo un po' “schizofrenico”, sono state elaborate leggi settoriali che hanno spezzettato questa complessità. Norme che analizzavano solo un aspetto o un altro del problema. Cosicché sono state promulgate un’altra ventina di leggi, che hanno frantumato la materia. Si è persa la visione generale. Se parliamo dell'Umbria, dobbiamo partire dal Tevere. Io ho lavorato a Perugia fino alla metà degli anni Novanta, dopodiché mi sono trasferito a Roma. Ma dagli anni in cui ho incominciato a occuparmi della questione Acqua, per me il Tevere è stato un vero e proprio laboratorio naturale: è possibile studiarlo attraverso le piene, le inondazioni, l’energia, i grandi invasi... In questo grande fiume c'è tutto. Il Tevere offre anche vari spunti di riflessione, Intanto perché è un fiume che non è tanto cattivo. O meglio,perlomeno adesso si è un pochino addomesticato. Roma, fino alla metà dell'Ottocento, finiva spesso sott'acqua. Dopo sono stati costruiti dei muraglioni che sono i veri argini del grande fiume. Nel Tevere si assiste al fenomeno delle piene e a quello delle magre. Di conseguenza abbiamo sia le inondazioni che le siccità. Accanto al Tevere, si trova il lago Trasimeno: quanto ci fa preoccupare e quanto ci preoccupa, quanto ci ha impegnato in diversi progetti, perché abbiamo studiato anche dei fenomeni di grande interesse, legati al lago Trasimeno. La cascata delle Marmore è un bene, oltre che una fonte scientifica tuttora aperta, perché sappiamo che si apre a seconda delle condizioni del lago di Piediluco e del Velino, giungendo a una portata di 20-30 metri cubo al secondo. Insomma, sempre un grande laboratorio naturale che ci dà modo di sviluppare tutte le nostre speculazioni scientifiche, dai modelli matematici a quelli tridimensionali sull’acqua che cade nel fiume e dopo scorre via. Oggi parleremo anche dell'idea del Water Festival, di occuparsi per una settimana dell'acqua in tutti i suoi aspetti: quello energetico, quello turistico, quello riguardante le acque della salute e anche quello ludico. Credo che sia una idea di grande impatto, da portare avanti.

Ne parleremo. Ma a proposito di acqua, una curiosità: i bacini artificiali che sono stati realizzati dal dopoguerra in poi, hanno influito sul clima dell’Umbria?

Posso affermare che sicuramente il microclima è mutato. Ovviamente, invasi dell’ordine di grandezza di quelli che si trovano nella nostra regione, a cominciare da Montedoglio, finendo col lago di Corbara, se vogliamo, considerando la parte idroelettrica, hanno influenzato senz’altro il microclima della nostra regione.

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Dal Water Festival alla Green Economy, dallo sviluppo del termalismo alla grande ricchezza rappresentata dalle acque minerali. Intorno all'acqua può nascere un circolo virtuoso per tutta l'economia regionale.

A proposito di quanto dice il presidente Mencaroni, vorrei tornare sulla valorizzazione del marchio Umbria e sulla capacità di penetrazione. Mi vengono in mente un paio di osservazioni. Da più di trenta anni, a Venezia, si parla della realizzazione del Mose, la grande opera, in corso di realizzazione, per difendere la laguna dalle alluvioni e dall'alta marea. Un progetto mondiale nato grazie all'Unesco. E' stato appena ricordato che anche a Perugia l'Unesco è presente con il World Water Assessment Program. Avere qui da noi quella che io chiamo l'Agenzia dell'Acqua, è molto, molto importante. L’acqua è una delle priorità dell’Unesco. Non solo come scienza, come educazione, come cultura. Ma l'acqua in tutti i suoi aspetti. Allora dobbiamo anche pensare che a Perugia abbiamo una università di grande prestigio. E la capacità di penetrazione che il mondo della scienza può assicurare nell'opinione pubblica è molto alta. Grazie al suo “imprimatur” e grazie a scelte adeguate. Allora è bello pensare ad una ricerca di alto livello che coinvolga l'università, che porti a nuovi studi e nuove ricerche. E che valorizzi il brand Umbria legandolo al mondo dell'acqua. Il discorso dell’Umbria come marchio mi pare quindi veramente un’idea geniale. Forse sarebbe bene collegare questa iniziativa all'Unesco: abbiamo la formidabile opportunità di avere a Colombella un’Agenzia dell’Acqua che coordina  tutte le voci delle Nazioni Unite, a 360 gradi, dall’Unicef a tanti altri soggetti. Acqua e scienza, legate insieme: un grande progetto da portare avanti.