DALL'EUROPA

15 luglio 2015

Corte dei Conti europea: inefficaci gli aiuti alle micro imprese

di Lorenzo Robustelli

Bruxelles – Gli aiuti finanziari europei per le micro imprese probabilmente  mirano agli obiettivi sbagliati e non soddisfano le necessità di questo fondamentale settore dell’economia europea. Il dubbio è venuto niente di meno che alla Corte dei Conti europea (European Court of Auditors, Eca), che ne parla in una relazione pubblicata il 14 luglio.

“La creazione di micro imprese e di start up può essere uno strumento efficace per ridurre l’esclusione sociale e disoccupazione”, esordisce la Corte. Il problema, evidenzia subito dopo, è che “i micro imprenditori hanno difficoltà ad accedere al mercato tradizionale del credito, che invece ostacola il settore”.


L’Unione europea è ben conscia di questo fatto, e ha programmi specifici per aiutare il settore. Però secondo la ricerca fatta dai magistrati contabili europei “ci sono debolezze a livello di programmazione e di profilazione delle imprese, e mancano anche informazioni affidabili su come i programmi funzionano”. Tutto questo “potrebbe avere un impatto negativo sull’efficacia di questi aiuti finanziari”, sostiene Iliana Ivanova, la magistrata che ha redatto il rapporto.

La ricerca ha valutato progetti in vari Paesi, tra i quali l’Italia, cercando di capire se il sostegno erogato andava incontro alle reali esigenze delle imprese e quanto costa sviluppare il programma. I risultati sono stati deludenti. Sono state trovate “debolezze” di programmazione, e “mancanza di reale controllo sugli effetti” dei programmi di sostegno. Soldi un po’ buttati a caso, si direbbe.

I revisori dei conti europei fanno dunque un serie di raccomandazioni, sia agli Stati sia alla Commissione europea, che, se condivise, potrebbero anche essere sostenute dalle rappresentanze professionali nazionali delle micro imprese. In primo luogo si raccomanda ai governi “di verificare le necessità delle loro aziende”, per fornire loro gli strumenti più efficaci. Nei ventotto Stati membri le realtà sono infatti molto diverse, e un solo programma generale non si adatta a tutti.

La Commissione dovrebbe poi condizionare l’uso dei fondi a un “robusto sistema di risk management” a livello nazionale. Secondo i magistrati contabili europei è anche necessario che Commissione e governi facciano in modo che gli aiuti “siano mirati a sostenere l’occupazione e le categorie più vulnerabili”.