RACCONTAMI L'UMBRIA

Brunello Cucinelli, il laboratorio del cashmere nascosto in un borgo medievale dell’Umbria

Articolo partecipante a Raccontami l'Umbria 2015 - Sezione Stampa Nazionale ed Internazionale

di Pierre De Gasquet

TESTATA: Corriere della Sera “Sette”

DATA DI PUBBLICAZIONE: 18/3/2014

 

Due anni dopo il suo ingresso nella Borsa di Milano, il fondatore del gruppo ha inaugurato una nuova scuola dei mestieri nella regione per consolidare i legami col territorio e valorizzare meglio la filiera.

Per raggiungere il borgo medievale di Solomeo, a nord di Perugia, occorre prendere una stradetta che serpeggia tra i cipressi. È qui, nel cuore di un’antica fortezza che nel 1402 venne occupata dalle truppe pontificie, che l'industriale Brunello Cucinelli ha scelto di stabilire la sede del suo impero familiare, che da due anni è quotato alla Borsa di Milano e ha un volume d’affari di 322 milioni di euro. Nella mensa aziendale contigua alla sua scuola dei mestieri (fondata nel settembre 2013), è possibile incontrare i giovani tirocinanti scelti in collaborazione con la Confindustria e le top model, feticci della griffe, appena tornate da un servizio fotografico in Mongolia o in Cina. In questo paese sobrio ed elegante, interamente restaurato grazie al suo intervento, questo figlio di un operaio (divenuto nel giro di una generazione il “principe del cashmere” italiano) ha stabilito il suo laboratorio-modello in cui ogni giorno lavora più della metà dei 1.020 dipendenti del gruppo.

“Per noi il rapporto col territorio è fondamentale”, afferma Bruno Cucinelli di ritorno dalla fiera della moda di Düsseldorf. “Mio padre e i suoi fratelli non sapevano nulla del loro datore di lavoro. Per essere credibili, dobbiamo avere una visione a lungo termine”, spiega il fondatore della Cucinelli nel suo immenso ufficio-biblioteca, dove troneggiano le opere complete di Tacito, Montesquieu e Jean-Jacques Rousseau. A dimostrazione del suo radicamento nella regione, l’industriale ha anche fatto costruire a  Solomeo - paese natale di sua moglie Federica - un teatro d’ispirazione palladiana, dove la Fondazione Brunello Cucinelli organizza programmi di danza contemporanea e di musica classica. Lo specialista del “casual chic” di lusso fabbrica il 100% dei suoi prodotti in Italia e l’80% in Umbria. “Non dimentichiamo che Lorenzo il Magnifico considerava gli artigiani fratelli dei grandi artisti.” In media, alla Cucinelli gli apprendisti artigiani sono pagati il 15% in più rispetto allo stipendio di base. Le 60 “reclute” della nuova scuola d’arte, di età compresa tra i 19 e 27 anni e specializzati nell’arte del remaillage o del rammendo, otterranno un diploma dopo sette mesi di studio a Solomeo. “Con un passe-partout di questo tipo dovrebbero trovare facilmente un lavoro a Parigi da Chanel o altrove. Oggi il mestiere del sarto ha ripreso quota e ritrovato dignità rispetto all’impiego in un call center ”, dichiara il fondatore.

Due anni dopo la quotazione in Borsa, avvenuta il 27 aprile 2012, Brunello Cucinelli giudica “immensi” i benefici dell’operazione in termini di orientamento internazionale. Per lui, gli investitori stranieri (per il 45% americani e per il 30% inglesi, nel suo caso) sono ottimi consulenti “a condizione di avere il coraggio di ascoltarli”. “Oggi la finanza lavora con l’industria nel rispetto dei ruoli di ciascuno. In questa fase, nessun investitore ha mai chiesto di cambiare strategia né di accelerare la crescita”, si rallegra Cucinelli, senza nascondere la sua ammirazione per il “modello Hermès e i suoi 180 anni di storia”. D’altronde una delle rappresentanti di Hermès, Candice Koo, fa parte del Consiglio di amministrazione della Cucinelli. “Il nostro obiettivo è una crescita sana e soft (+15% nel 2013) mantenendo un livello elevato di qualità e di artigianato creativo con una distribuzione esclusiva”.

Otto mesi dopo che Loro Piana, il concorrente principale, è stato rilevato da LVMH (proprietario del gruppo “Echos”) per circa 2 miliardi di euro, Bruno Cucinelli – che nel 2013, stando a Bloomberg, ha fatto il suo ingresso nel club dei miliardari italiani – vuole mantenere la sua indipendenza il più a lungo possibile, con il 62% del capitale nelle mani della famiglia. I suoi due figli, Camilla, 31 anni, e Carolina, 23 anni, lavorano già nel reparto style. “Ma di cosa ha paura l’Europa oggi? Abbiamo tutto il necessario per il successo” esclama il re del cashmere nella sua reggia di Solomeo.

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