ARTE, MUSICA & CULTURA

L’arte della ceramica vissuta in prima persona

di Andrea Baffoni

Intervista a Luca Leandri artista della ceramica che ha aperto un centro d’arte annesso a un bed and breakfast dove tiene corsi aperti a artisti ed amatori di tutto il mondo.

L’antica tradizione della ceramica trova in Umbria una terra d’elezione, da Deruta a Gubbio, passando per Marsciano, Orvieto, Torgiano e numerosi altri piccoli centri, questa attività svolge nella regione un ruolo di primaria importanza. Sapienza artigiana e “territorio” della sperimentazione contemporanea, vede ancora oggi non pochi artisti confrontarsi con essa, in certi casi si tratta di veri professionisti del settore, per altri la ceramica è un nuovo, stimolante, campo di sperimentazione.
Nascono così numerose iniziative legate a questa professione, che vide negli anni Cinquanta l’ingresso nella grande storia dell’arte dello spoletino Leoncillo Leonardi, ceramista, artista, sperimentatore e innovatore, capace di trasferire nella materia argillosa tutto il senso di un’epoca dai difficili contrasti.
Oggi l’Umbria vede il fiorire di nuove realtà legate all’“arte dell’argilla”, scoprendo artisti impegnati seriamente nella sua divulgazione.
Ne è un significativo esempio Luca Leandri, ceramista e scultore tra i più apprezzati dentro e fuori regione, da tempo attivo nel campo della ceramica aku. Originario di Deruta la passione lo ha spinto, insieme alla moglie Elisabetta, ad aprire un singolare centro d’arte e di vacanze intelligenti, La Fratta art-house, dove regolarmente tiene corsi di ceramica e molto altro.

Luca cosa è La Fratta art-house, e come opera?
La Fratta art-house è un centro d’arte, è un bed and breakfast, è la mia casa-studio, è un luogo di incontro dove gli ospiti possono vivere l’arte in prima persona trascorrendo una vacanza; potendo misurarsi, nel mio laboratorio, in attività artistiche a vari livelli. Mentre alcuni hanno la curiosità di sperimentare per la prima volta, infatti, altri frequentano La Fratta anche  assiduamente per conoscere ed approfondire le conoscenze tecniche legate alla ceramica.

Come è nata questa idea, cosa ti, o vi, ha spinto a mettere in piedi una simile realtà?
Il progetto nasce nel 2001. Insieme a mia moglie Elisabetta abbiamo preso la decisione di andare a vivere in campagna. La mia esigenza primaria era quella di trasferire il mio studio in un luogo di tranquillità, dove conciliare il pensiero e la mia ricerca con l’armonia della natura. Abbiamo acquistato un casolare nel Marscianese con il progetto sia di svolgere la mia ricerca di ceramista scultore sia di continuare quella, già avviata, di maestro d’arte di tecniche ceramiche. Nel contempo si innesca a completamento un altro aspetto del progetto che è stato portato
avanti da Elisabetta, ovvero quello di ricettività turistica. Elisabetta si occupa della gestione organizzativa e della promozione della struttura. Insieme pensiamo e programmiamo le attività da proporre. La chiave, quindi, è stata quella di progettare una nuova proposta che si distaccasse dalla più diffusa offerta di turismo rurale tipica del nostro territorio. Creare e far vivere un luogo
d’arte, la “residenza” di un artista da visitare e curiosamente scoprire.

Quali sono le difficoltà che quotidianamente incontri?
La 25° ora….!!! A volte, come artista, sento la difficoltà di non poter sempre decidere quale del mio tempo dedicare alla ricerca. Gli eventi del quotidiano, gli impegni che conseguono alla gestione di una casa “aperta” al pubblico, le attività e la vita che qui svolgiamo richiedono una continua cura ed attenzione.

Credi che queste incidano, e semmai in che modo, con lo sviluppo di una seria ricerca artistica?
Anche nelle difficoltà del quotidiano riesco ad astrarmi e dedicarmi al mio percorso. Grazie al fatto che siamo in due e che la gran parte dell’amministrazione ed organizzazione della Fratta è condotta da Elisabetta. Nonostante i tanti impegni, soprattutto in alcuni momenti dell’anno in cui è maggiore la frequenza dei corsi, mi dedico a preparare una mostra, creare nuove opere, sperimentare e sviluppare il mio linguaggio artistico.

Ti puoi descrivere nel tuo percorso di ricerca? Come ti collochi nel panorama artistico contemporaneo?
Ho sempre inteso il fare arte come mezzo di comprensione del mondo e di me stesso, ponendo attenzione sia alla manualità, ovvero all’ approfondimento delle tecniche, in particolare della ceramica, sia al contenuto concettuale affrontando le tematiche che si sono sviluppate nel mondo contemporaneo e del pensiero artistico oggi. Nel mio lavoro mi piace cercare il giusto  equilibrio tra le mie conoscenze tecniche-storiche, frutto di anni di lavoro e di impegno, e la riflessione concettuale a proposito di un tema. Gli ultimi miei lavori li potrei definire con il termine di figurativo surreale. Partendo dalla realtà, la mia intenzione è di raggiungere il superamento di essa, una realtà interiorizzata, a volte quasi visionaria.

Parliamo dei corsi, come si svolgono?
Anche nei corsi, se pur a vari livelli rispetto alle esigenze e alla preparazione dei partecipanti, cerco di insegnare sia l’aspetto tecnico-storico della ceramica, sia quello espressivo-speculativo, che concede all’allievo un percorso di osservazione e conoscenza, non fermandosi al mero aspetto tecnico. Questo fa sì che un corso diventi un’esperienza emotiva che avvicini all’arte e alla sua comprensione. I corsi possono essere di vari livelli e di varia durata. Dal week end ad un periodo più lungo che permette all’ospite di dividere meglio il suo tempo tra l’attività del corso e la scoperta dei luoghi d’arte del territorio umbro.

La Fratta unisce l’arte alla vacanza, quali sono i flussi annui e chi viene da voi, artisti o semplici appassionati, inoltre, la prevalenza della vostra clientela è italiana o straniera?
Varie sono le tipologie dei nostri Ospiti. La famiglia, che ricerca una vacanza insolita dove si possano scambiare i ruoli del genitore che diventa un po’ bambino e del figlio che fa esperienza per crescere; l’artista non necessariamente in ceramica ma che vuole trovare nell’arte del plasmare uno stimolo nuovo o aggiungere alla sua esperienza qualcosa di nuovo; l’ospite solitario che vuole “staccare” e lasciarsi andare. Scivolare fuori dal suo quotidiano e dal suo ritmo. Le scuole e i collegi che periodicamente frequentano i miei corsi con programmi a progetto.
Prevalentemente incontriamo italiani, anche se in questi ultimi anni grazie al nostro impegno di una sempre maggiore promozione ci siamo aperti anche ad un pubblico straniero.

È una clientela benestante, quindi disposta a spendere, o si tratta di un turismo di più vasta estrazione?
Ho la fortuna di incontrare persone provenienti da vari livelli sociali, di varie fasce d’età e con esperienze le più diverse. L’artista, lo studente, Il musicista, lo psicologo, il libero professionista, l’impiegato e l’operaio; sicuramente tutte persone desiderose di concedersi uno stacco per cercare un arricchimento interiore nel contesto di una insolita vacanza. L’Umbria con il nostro territorio e la sua storia fanno da giusta cornice alla nostra offerta.

Come artista, avendo una tua realtà autonoma, ti senti un privilegiato o piuttosto sei uno che sta resistendo all’attuale situazione?
Detto in questo momento storico ed economico mi sento più un “partigiano” della resistenza. Sono felice della mia scelta perché ho realizzato quello che io volevo essere, ma non per questo avulso dalle difficoltà di fare i conti con una realtà incalzante per chi svolge una attività autonoma.

Secondo te lo Stato è attento al mondo dell’arte e della cultura? Sei aiutato dalle istituzioni nella promozione del tuo spazio o fai tutto da solo?
Attualmente lo Stato mi sembra troppo e necessariamente attento a dover svolgere matasse ingrovigliate. L’attenzione verso il mondo dell’arte direi sia piuttosto ingessata. Sinora quello che ho creato con Elisabetta è stato costruito con le nostre energie. Se devo ringraziare qualcuno sicuramente la nostra riconoscenza va ai nostri ospiti, allievi, amici e a quanti assistono con sostegno direttamente o indirettamente al nostro cammino.

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