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30 settembre 2012

Alleanze strategiche per la sanità

di Vanessa Rossi

Competizione su scala globale, economie mature in recessione, un tessuto fatto di PMI.

 A carico della competitività della nostra industria, in particolare della piccola manifattura, sappiamo permangono “storiche” differenze strutturali rispetto ai principali concorrenti, che determinano gravi perdite di concorrenzialità per il nostro sistema imprenditoriale. Un’economia con una forte contrazione della domanda come la nostra, e parte di un continente europeo anch’esso caratterizzato da dinamiche modeste della domanda, impone di guardare a quei mercati i cui tassi di crescita attuali e attesi saranno a doppia cifra. La scelta quindi dell’internazionalizzazione continua ad essere non solo giusta, ma anche obbligata, ma merita nuove riflessioni e di essere affrontata secondo nuovi approcci. La ricerca di segmenti di domanda meno elastici al prezzo continua ad essere un focus importante per la diversificazione geografica dei mercati di riferimento. Dobbiamo fare i conti quindi con la necessità di supportare le nostre imprese, ed in particolar modo le PMI che rappresentano il cuore del nostro tessuto industriale, attraverso percorsi complessi di internazionalizzazione, su mercati lontani (il fulcro della ripresa mondiale sarà l’Asia), andando ad individuare nuovi modelli per affrontare le sfide della globalizzazione che consentano un cost and risk sharing, puntando su settori a domanda quanto meno elastica possibile. E in tutto questo la nostra Regione come può recuperare opportunità di business? Il Centro Estero ha promosso ed affidato al nostro spin-off universitario, che si occupa di “Reti di Impresa” – Netvalue, un’indagine volta a supportare i processi di internazionalizzazione di un segmento specifico del settore produttivo umbro, quello della Sanità. Acquisita consapevolezza da parte del Centro Estero che, anche per promuovere un territorio regionale, occorre comunque mantenere uno schema settoriale, accompagnato da modelli di aggregazione nuovi e proattivi, il Presidente del CEU, Gianluigi Angelantoni, ha colto in questo settore alcune potenzialità che potevano rappresentare un asset importante per contribuire ad attivare iniziative in grado di intercettare nuove opportunità. L’indagine condotta ha confermato l’intuizione del Presidente CEU. Merita inoltre una riflessione la necessità di strutturare processi di internazionalizzazione che si orientino verso nuovi modelli e nello specifico verso logiche di networking tra imprese. In effetti le Reti di imprese devono rappresentare oggi un nuovo modo di fare squadra tra le imprese stesse e tra aziende ed istituzioni del territorio con l’obiettivo di proporre all’estero un’offerta articolata e completa rappresentativa ed espressione delle potenzialità industriali di settore del territorio. Obiettivo dello studio è stato quello di analizzare il tessuto produttivo del comparto della Sanità in Umbria al fine di individuare un pool di imprese rappresentativo della capacità produttive del territorio che possano, in un futuro immediato, congiuntamente intraprendere iniziative promozionali di internazionalizzazione, anche tramite il supporto delle Istituzioni. Da un punto di vista metodologico lo studio è stato condotto avvalendosi di strumenti di analisi statistica, tramite consultazione di banche dati ufficiali, con il supporto delle associazioni di categoria e di un pool di esperti di settore, e tramite la somministrazione di un questionario quali-quantitativo con l’intento di individuare le principali caratteristiche delle imprese, le eventuali sinergie attivabili e valutare possibili integrazioni e clusterizzazioni in logica export. La selezione dei codici ateco pertinenti, ha portato all’individuazione di un tessuto variegato, composto da 325 aziende (di cui 92 società di capitali), rispetto alle quali sono state considerate alcune variabili dimensionali che hanno condotto ad individuare le imprese che, per struttura organizzativa e per mission aziendale, meglio potrebbero affrontare processi di internazionalizzazione. Ne è emerso un campione rappresentativo composto da 43 aziende, di cui il 21% nella provincia di Terni e il 79% in quella di Perugia, a cui è stato proposto il questionario di analisi e che ha fatto emergere l’interesse di un pool specifico di aziende, ad approfondire la possibilità di affrontare processi di internazionalizzazione in via congiunta. Le aziende interessate sono rappresentative di un fatturato aggregato di circa 50 milioni di euro annui e sono in grado di soddisfare un ampio spettro di servizi e prodotti: dal materiale monouso per sale operatorie, alle medicazioni, dalla ferristica operatoria al materiale elettromedicale ed all’arredamento, fino alla consulenza specifica in ambito sanitario ed ai servizi di sterilizzazione e manutenzione ed alla realizzazione di ambienti sterili. Dall’analisi dei dati raccolti dal pool di aziende interessate, emerge:

• un gruppo composto prevalentemente da PMI

• una prevalenza del mercato nazionale quale mercato di sbocco, sebbene con alcune presenze estere

• un mercato di sbocco connotato da grandi player

• una forte frammentazione dei paesi di esportazione, rendendo ciò evidente la possibilità di individuare una strategia di internazionalizzazione di settore

• un’elevata aggressività della concorrenza, tale da rendere ancor più opportuna la condivisione di una strategia a sostegno della competitività delle imprese

• un’elevata gamma di prodotti e servizi offerti, fortemente complementari

• tecnologia ed innovazione, driver della capacità competitiva delle aziende, sebbene a fianco a ciò, le relazioni continuino a rappresentare un asset fondamentale, tanto da far ritenere auspicabili processi di internazionalizzazione sviluppati con il supporto istituzionale.

Dall’analisi degli indicatori economici si evince che il trend del gruppo è mediamente buono con una prevalenza di valori coerenti con i dati di benchmarking di settore. In generale ciò che emerge a livello macro, malgrado gli elementi di tensione finanziaria legati alle prassi di pagamento a carico delle aziende da parte dei clienti di riferimento, è che il settore produttivo sanità presenta elementi di trend positivi. Lo studio ha evidenziato che il pool di aziende analizzato presenta competenze, tecnologie e capacità produttive non solo variegate ed in grado di rispondere ad esigenze complesse ma altresì fortemente complementari tra loro rispetto ai prodotti, alle tecnologie ed ai processi, tanto da consentire di valutare percorsi di integrazione al fine di rispondere ad articolate esigenze degli utenti finali, su specifiche opportunità. Nulla esclude che si possano immaginare alleanze strategiche di medio-lungo termine su programmi di business di ampio respiro, fino ad arrivare a proporre “soluzioni ospedaliere chiavi in mano” con un forte impatto negoziale sui mercati internazionali.