LO SCAFFALE

A cura di Antonio Carlo Ponti

31 dicembre 2013

Una vita sulle montagne russe

Superati i settanta, Mario Roych ha deciso che era ora di rivivere e trasmettere agli altri la vita trascorsa, così scrive l’autobiografia, perché è bene fare il punto. Tirare le somme. Nel libro si parla molto di cattolici impegnati in politica, specie nella Dc di cui l’autore è stato autorevole dirigente. E il libro è anche una sorta di storia del partito, legato alla liberazione e alla ricostruzione del paese uscito in frantumi dalla terribile seconda guerra mondiale. Animale politico a tutto tondo, l’autore, sardo con un cognome spagnolesco, ha in sé il crisma dell’impegno pubblico, della missione al servizio della comunità. Orfano di padre, viene in continente all’Onaosi di Perugia, si fa umbro per matrimonio e per lavoro. Mario ha quattro amori: la famiglia e Milena, su cui detta pagine appassionate, la politica, l’economia, l’informatica; ed eccelle in tutti, spirito matematico che qui si rivela sentimentale, e con uno sciolto italiano costruisce delle ricordanze sincere, nelle quali mescola, pur cronologicamente, flash back e rimandi, nulla tralasciando, né le note liete e i successi, numerosi, né le inevitabili sconfitte, brucianti. A un certo punto si fa imprenditore informatico di grande lustro, ma poi, si sa, in Italia non è facile fare impresa, specie onestamente. Gli va il riconoscimento di numerose intuizioni strategiche nella programmazione e pianificazione regionale, il merito di aver agevolato la metanizzazione dell’Umbria, e gli studi profondi e agguerriti che restano negli scaffali. Soprattutto il libro è davvero godibile nelle pagine belle e calde sulla Sardegna e sulle grandi variegate famiglie, sulle figure indimenticabili di nonni e di zii, probi sindaci di Arzachena. L’ottimo libro, necessario e utile per la recente storia umbra, tributa generosamente citazioni in un indice dei nomi di oltre ottocento soggetti.

Autore del libro Mario Roych