RACCONTAMI L'UMBRIA

Febbraio 2018

Todi è ancora la città più vivibile al mondo

Articolo partecipante a Raccontami l'Umbria 2019 - sezione Turismo, Ambiente e Cultura

di Ludovica Amici

La leggenda vuole che Todi sia sorta tra l’VIII e il VII secolo a.C. per volere dei Veii Umbri, una popolazione che viveva nella Valle del fiume Tevere. Mentre erano già stati iniziati i lavori per la costruzione della città sulle rive del fiume, un'aquila piombò sugli uomini mentre stavano pranzando e portò via con gli artigli la tovaglia trascinandola sul punto più alto del colle. Gli Umbri percepirono l'evento come un segno del destino e costruirono Todi sopra il colle. La città è cinta da tre concentriche cerchia di mura, che corrispondono all'estensione raggiunta dalla città rispettivamente in epoca umbro-romana, romana e medioevale. Oggi il suo circuito si estende per quattro chilometri ed è caratterizzato da numerosi bastioni, contrafforti e porte.

LA FACCIATA DELLA CATTEDRALE DI SS.MA ANNUNZIATA.

Merita una visita la Cattedrale di Santa Maria Annunziata in Piazza del Popolo perché all’interno vi è un bellissimo "Giudizio Universale" dipinto da Ferraú da Faenza nel 1596 e impreziosito dalla vetrata del rosone centrale. Sotto alla Piazza del Popolo c’è invece il ricco patrimonio della città sotterranea di Todi: cunicoli, pozzi e cisterne, principale monumento di ingegneria idraulica della città progettato in epoca romana. Bellissima poi la Chiesa di San Fortunato di stile gotico, con una meravigliosa facciata e un portale con messaggi simbolici. All’interno l’edificio ha tre navate di pari altezza, tutte voltate a crociera. Nella quarta cappella sul lato destro, il frammento dell’affresco Madonna con Bambino e angeli, eseguito nel 1432 da Masolino da Panicale.

SOPRA, LA CHIESA DI SAN FORTUNATO

Affascinante l’archivio storico che conserva la documentazione prodotta da enti e personalità di spicco della città. Qui è conservato il diploma dell’Imperatore Federico II. “Se uno volesse ricostruire la storia del proprio castello o casale può risalirci attraverso questo archivio”, spiega a Ville&Casali Filippo Orsini, direttore di questo archivio storico. Orsini attraverso alcuni documenti è riuscito a scoprire la storia del condottiero Bernardino da Todi che, dopo aver prestato servizio a Lorenzo Il Magnifico, lo lasciò per entrare in Vaticano dove divenne il capitano della custodia del Papa. Da vedere anche Palazzo Pongelli, un edificio della fine del Cinquecento, in particolar modo per il piano nobile con un bellissimo ciclo pittorico del 1600 di Pietro Paolo Sensini che rappresenta alcuni episodi della vita di Jacopone da Todi, dove secondo gli studiosi ha vissuto per un periodo. C’è anche una sala dove sono rappresentati gli stemmi delle famiglie più importanti di Todi.

Ai piedi del colle, appena fuori dalle mura perimetrali, sorge il Tempio di Santa Maria della Consolazione, simbolo di arte rinascimentale. La chiesa fu costruita fra il 1508 d.C. e il 1607 d.C. e ospita le statue di Papa Martino di Todi, quelle dei dodici apostoli e sopra l’altare maggiore l’antica immagine de La Madonna con Bambino e lo sposalizio di Santa Caterina d’Alessandria ritenuta miracolosa. Questa città, raffinata e accogliente, ha sempre goduto di un turismo di qualità. Anche internazionale. Con un ritmo slow che permette ancora di godere del buon mangiare e buon bere. Dove storia e modernità convivono. Ville&Casali la segnalò ai suoi lettori già nel giugno del 1990, nel suo primo numero. Il portale di Umbria Tourism aiuta a scoprire i luoghi della cultura, a trovare gli eventi, e le strutture ricettive. “Dalla fine del 2016 all’inizio del 2017 è stato un periodo brutto per la Regione Umbria perché oltre ai danni che ci sono stati per il terremoto nel cono sismico, abbiamo ricevuto una pubblicità negativa indiretta, che ha allontanato i turisti”, spiega Claudio Ranchicchio, assessore al Turismo, Cultura, Sport e Attività Produttive. “Negli ultimi mesi però il trend sembra essere positivo, i dati sul turismo straniero sono in aumento. Una delle maggiori sfide da affrontare nei prossimi cinque anni è sicuramente tornare ad essere La città più vivibile al mondo come era stata definita negli anni Novanta per i suoi paesaggi, per la qualità dell’ambiente e per la vita slow. Vogliamo valorizzare, inoltre, la figura di Jacopone da Todi perché è uno dei poeti più studiati in Italia, con un grande evento che si terrà nella Primavera 2019 nel Palazzo Pongelli Benedettoni. Qui abbiamo anche l’antica Via Merina, il tratto che da Todi arriva ad Amelia è rimasto sterrato come era ai tempi dei romani ed è bellissimo da percorrere a piedi, in biciletta o a cavallo”.

PARLA IL SINDACO

RUGGIANO PUNTA SU ARTE E GOLF Due idee per attrarre un pubblico più ricco e raffinato

 L’amministrazione di Todi vuole dare uno spazio importante all’arte contemporanea e moderna portando grandi nomi nella Sala  delle Pietre nel Palazzo Comunale che si presta a grandi mostre. “Vogliamo prendere in gestione il Palazzo del Vignola, per farci la sede del museo permanente di Piero Dorazio che ha vissuto gli ultimi quaranta anni a Todi, e ci ha lasciato in eredità venti opere  grandi del primo periodo della sua vita che faranno parte di una mostra permanente, il mio sogno sarebbe fare poi un altro museo di arte moderna con mostre a turno”, racconta a Ville&Casali il sindaco Antonino Ruggiano. “C’è poco turismo alberghiero, c’è un giro di case bellissime che vengono affittate a settimana. Mancano dei buoni collegamenti e questo se da un lato è uno svantaggio, dall’altro è anche il nostro punto di forza. Possiamo fare meglio, ma non possiamo aspirare ad avere la presenza turistica di altri posti perché snaturerebbe questo luogo. Viene qui gente benestante e colta che vuole stare in pace. Dobbiamo migliorare non i numeri ma la qualità, nonostante sia già alta. Todi ha una capacità incredibile di  essere attrattiva per il mondo. Ci manca un campo da golf e quello è tra i nostri prossimi obiettivi perché qualifica il nostro target e sarebbe un valore aggiunto”.  

ENOGASTRONOMIA

I TEMPLI DEL GUSTO Dal Relais Todini che dà ospitalità e produce vino, ma offre anche una spa e battute di caccia, alle tenute Roccafiore e al frantoio La Casella

Todi non è solo magnifica per la sua storia ma anche per le strutture e l’ampia offerta enogastronomica che offre. Numerose sono le cantine per le degustazioni e i frantoi per la produzione di olio. Ville&Casali ne ha selezionati alcuni. Il Relais Todini era una vecchia torre di avvistamento, poi acquistata nel 1995 dal Cavaliere Franco Todini che operava principalmente nel settore delle costruzioni ma con la passione per la terra. Oggi il Relais è gestito dalla figlia Luisa Todini. Sono 600 ettari totali di cui sessanta di vigna e una parte boschiva utilizzata per le battute di caccia. Dodici le camere o  suite una diversa dall’altra realizzate con tessuti importanti e mobili antichi. Il ristorante punta molto all’utilizzo delle materie prime e la start up fu fatta dallo Chef Vissani. Fiore all’occhiello è la Spa dove c’è la possibilità di fare trattamenti con le uve dei loro vigneti e con  una linea cosmetica agli estratti di tartufo. C’è poi un bellissimo  parco animali, il Leo Wild Park, che rappresenta una delle passioni  del Cavaliere Todini che aveva incominciato a prendere gli animali dai parchi dismessi in giro per il mondo o dai circhi in chiusura. Il  parco, unico nel suo genere, è stato realizzato intorno a dei laghi  artificiali con una struttura a misura degli animali, che garantisce  loro molta libertà. Qui convivono zebre, cammelli, daini, struzzi, cervi e altre specie. È una grande attrazione per i bambini per i quali si  svolgono anche dei laboratori grazie alla fattoria didattica. Vinifica da quaranta anni la cantina, dieci anni fa ne è stata costruita  una nuova dove vengono prodotte circa 200mila bottiglie l’anno. “Per quanto riguarda l’Italia abbiamo un mercato molto concentrato sull’Umbria, mentre una buona fetta del mercato export della cantina è la Cina. Siamo particolarmente forti sul grechetto di Todi che è un vitigno tipico di questa zona; il Bianco del Cavaliere è il nostro vino storico. Il Rubro è il nostro rosso più corposo e più importante. È un  sangiovese in purezza affinato in barrique per quindici mesi. E poi il Nero della Cervara è il nostro taglio bordolese ed è l’etichetta storica  della cantina”, spiega il sommelier Emanuele Marinacci. Novanta ettari, di cui quattordici vinificati, circondano invece la Tenuta Roccafiore. Fili conduttori della struttura sono la passione per l’arte e per le auto che ha il proprietario Leonardo Baccarelli, il quale ha corso per tanti anni in diverse categorie e ha deciso di nominare le tredici camere della sua tenuta come le macchine d’epoca che hanno fatto la storia dell’automobilismo. In alcune sale della tenuta ci sono le opere di artisti emergenti di Todi ma anche di più famosi come Bruno Ceccobelli, uno dei sei di San Lorenzo. Il ristorante e la Spa sono luoghi intimi e molto curati, con delizie per il palato e trattamenti ricercati. New entry della tenuta è il wine chalet, una esclusiva casetta di legno per poter vivere l’esperienza di dormire tra le vigne. Filosofia dell’azienda è l’unione perfetta tra la modernità e la tradizione, che si ritrova anche nel modo di fare il vino. La cantina della tenuta è infatti un progetto di design che gioca intorno a tre  elementi, acciaio, vetro e cemento, che si integrano perfettamente nell’ambiente circostante. Tenuta Roccafiore esporta il 50% in tutto il mondo: per i bianchi il Fiorfiore, un grechetto in purezza  e per i rossi Prova d’autore, un blend di Sangiovese, Sagrantino, Montepulciano raffinato per 24 mesi in barrique. Caratteristica della cantina, che riprende la passione di famiglia, è una collezione di cassette di vino della Tenuta Roccafiore con le quali alcuni  famosi artisti hanno realizzato delle opere d’arte. Leonardo Baccarelli aggiunge: “Tra i miei prossimi progetti c’è la  realizzazione di un noccioleto e un uliveto a produzione intensiva con le cultivar che adesso il Cnr ha studiato, che sono di derivazione spagnola, per realizzare grosse produzioni”. 

Il frantoio La Casella (www.frantoiolacasella.it) è invece un’azienda con circa seimila piante di ulivi. Alcuni hanno anche ottanta anni. Un’azienda nata negli anni Trenta con Pietro Scassini, che oggi  continua ad essere seguita dal figlio Luca e dai nipoti con impianti di imbottigliamento di ultima generazione. Luca Scassini racconta: “Abbiamo sempre il desiderio di garantire ai nostri clienti un  prodotto al top. Il nostro è un impianto con le varietà tradizionali del posto: Leccino, Frantoio e Moraiolo. In questa zona l’intensità dipende dalla presenza del Moraiolo che è la varietà che conferisce all’olio le caratteristiche di amaro e piccante, Leccino è la varietà  più delicata che tende al dolce, il Frantoio ha invece un’intensità media ed è quella che rende l’olio verde smeraldo”. Il frantoio La Casella ha vinto numerosi premi tra cui L’Ercole Olivario, premio nazionale più importante con il primo posto nella categoria fruttato leggero. 

 

GALLERIE E PROGETTI  

QUI L’ARTE È DI CASA Crescono giovani artigiani. Artisti internazionali come Patrick Ireland e Beverly Pepper hanno regalato  i loro tesori alla città che li ha ospitati per una vita 

C’è tanta passione per l’arte in questa città. Molti gli artisti, anche stranieri, che l’hanno scelta per viverci. Numerose le gallerie d’arte e i progetti in corso per dare maggiore spazio a questa  passione. Ci sono artisti emergenti e storici artigiani. Daniele Parasecolo è uno di questi. È un’istituzione a Todi dell’intarsio in legno. Artigiano da venti anni, iniziò questo mestiere per passione vedendo suo padre e i suoi parenti stretti lavorare nelle botteghe. “La scelta dell’intarsio nasce dalla curiosità che avevo nell’osservare gli artigiani lavorare. Con gli anni e con l’evoluzione è cambiato lo stile, il gusto, e ho cercato di dare un’impronta diversa da quella dei vecchi maestri. Ho preferito cimentarmi in  qualcosa di più moderno. L’incontro fortunato con un architetto mi ha portato a lavorare a livello internazionale racconta Daniele Parasecolo a Ville&Casali. “Alcuni clienti vengono qui come  entrassero in una sartoria: portano una foto e chiedono un pezzo su misura. La maggior parte delle opere sono su richiesta, scelte dall’acquirente”. A Todi c’è stata una bellissima scuola di artigianato in cui si insegnava sia l’intarsio che l’intaglio quindi l’ebanisteria, ma fu chiusa trenta anni fa. Opera d’arte unica di Todi che merita una visita è la Casa Dipinta. Una piccola casa di tre piani nel centro storico, di proprietà dell’artista Patrick Ireland, nome d’arte del chirurgo newyorchese Brian O’Doherty e sua moglie storica dell’arte Barbara Novak. Acquistarono la casa nel 1975 e poco dopo l’artista iniziò a dipingere tutte le pareti  della casa. Gli interni sono ricoperti dai dipinti murali e dalle installazioni che si ricollegano ai quaranta anni di carriera condotta dall’artista prevalentemente a New York. La cucina e la sala da pranzo si possono considerare un tempio di Ogham, la scrittura celtica fatta di simboli particolari. Famosa invece per le sue opere monumentali e architettoniche è l’artista Beverly Pepper. Un’americana di New York diventata cittadina onoraria di Todi che la scelse come luogo ideale in cui vivere e creare quei capolavori che sono in mostra nelle maggiori capitali del mondo. In questa città arrivò negli anni Settanta  insieme al marito, il giornalista Curtis Bill Pepper corrispondente del Newsweek, per poi sceglierla come luogo per la sua fabbrica d’arte e di idee. Oggi a novantaquattro anni ancora crea opere straordinarie nel suo laboratorio tuderte; sono perlopiù sculture astratte realizzate con vari materiali. L’artista ha deciso di donare ventitre sculture da lei realizzate per l’installazione nel Parco della Rocca a Todi: “Ho vissuto qui gran parte della mia vita, amo questo luogo, e sono contenta di lasciare le mie opere come un viaggio da percorrere. Sarà un percorso artistico immerso nel verde, fedele alla mia vocazione di Land Art, che partirà dal Tempio della Consolazione e tramite una serpentina porterà alla Chiesa di San Fortunato. Ci saranno panchine con la  possibilità di rilassarsi all’ombra in estate apprezzando l’arte. Una buona iniziativa per far conoscere alle persone questa meravigliosa città”, racconta Beverly Pepper a Ville&Casali. Questo parco delle sculture sarà  uno dei canali per promuovere lo sviluppo della cultura e del  turismo in città, valorizzando il dialogo tra la città storica e l’arte contemporanea che porterà nuova energia a Todi.  

 

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