OPINIONI

18 giugno 2014

Scuola, Formazione, Giovani, Lavoro

di Claudio Ricciarelli

Segretario Regionale CISL Umbria

La disoccupazione giovanile è senz’altro il problema principale in Italia come in Umbria.

La rilevanza sociale, la drammaticità, complessità e gravità del problema è tale che, se non affrontato, rischia di mettere in discussione le prospettive stesse del nostro futuro.

Questo problema, come è noto, è strettamente connesso all’andamento dell’economia ma anche al sistema della formazione ed in particolare della istruzione tecnica/professionale con riferimento sia alla domanda che all’offerta della stessa per i riflessi rilevanti che questa può avere anche sulla produttività e competitività dei processi di innovazione e qualificazione del sistema produttivo regionale e più complessivamente della coesione sociale della comunità umbra.

L’orientamento scolastico e professionale, come l’istruzione tecnica, è una delle sfide delle modernità per tenere il passo della tecnica, coniugare formazione umanistica e aggiornamento tecnologico in un rapporto corretto tra generazioni e più in generale costruire una relazione virtuosa tra istruzione, formazione, ricerca e produzione attraverso un collegamento costruttivo fra scuola / impresa.

Un modello di istruzione tecnica professionale che, lungi dall’essere il “canale povero” del sistema scolastico, sia capace di rispondere alle esigenze e richieste di cambiamento che impone una crescita centrata sulla qualità, sull’impiego di risorse umane, sociali, ambientali non valorizzate.

Queste, d’altra parte, sono un punto di forza dell’Umbria che vanno messe bene a leva per far crescere una regione migliore capace di investire sulle sue risorse migliori, la formazione e l’istruzione dei giovani è una di questa.

Gli stessi processi di innovazione e ricerca nelle imprese avrebbero una “marcia in più” se accompagnati da un sistema di facilitazione nell’ingresso al lavoro dei tanti giovani laureati valorizzando gli strumenti dei dottorati di ricerca, tirocini e apprendistato.

La programmazione dei fondi europei 2014 – 2020 e, in particolare del Fondo Sociale, deve rappresentare una occasione importante anche per riformare e riqualificare il sistema dell’istruzione tecnica/professionale e della formazione ed il suo rapporto virtuoso con i sistemi economici locali.

Questo va promosso nelle sue varie dimensioni:

  • In un rapporto nuovo fra istituzioni riformate e mondi sociali vitali che faciliti l’interazione fra scuola, università, mondo del lavoro e dell’impresa
  • Nell’integrazione fra la formazione professionale programmata dalla Regione ed il sistema dell’Istruzione tecnica e professionale in particolare attraverso l’integrazione organica dei percorsi triennali e quadriennali per il conseguimento del diploma/qualifica professionale
  • Nel raccordare le politiche di orientamento, di formazione ed istruzione tecnica/professionale alle domande di fabbisogni professionali dei sistemi economici locali anche con sistemi moderni ed efficaci di rilevazione ed analisi dei fabbisogni delle imprese
  • Migliorare la qualità e attrattabilità del sistema della formazione ed istruzione tecnica/professionale adeguandone anche le risorse ad essa destinate per invertire la tendenza alla diminuzione costante di iscritti a favore del “canale” liceale
  • Promuovere un moderno e diffuso sistema di alternanza scuola – lavoro anche per facilitare il potenziamento delle attitudini personali e quindi l’orientamento degli studenti e lo sviluppo delle loro competenze in un sistema di “reti”, ben strutturate nel territorio, che facilitino il rapporto di collaborazione fra scuola e mondo del lavoro anche favorendo esperienze di mobilità all’estero dei giovani laureati come è nel progetto della Camera di Commercio di Perugia
  • Un rinnovato sistema di servizi per l’impiego intergrato sistematicamente con i sistemi della formazione e delle politiche attive per il lavoro capace di superare le asimmetrie attuali nell’allocazione istituzionale delle competenze e, nel contempo, promuovere una virtuosa sussidiarietà circolare con un rapporto nuovo di cooperazione pubblico/privato e con i soggetti sociali più dinamici e vitali che si muovono nella società e nel territorio.

L’attuazione del Piano Regionale “Garanzia giovani” deve rappresentare una occasione utile anche per far fare un deciso passo in avanti a questo processo di innovazione.

Per concludere possiamo affermare che, accrescere l’integrazione sistematica fra istruzione tecnica, formazione professionale suppone anche un miglioramento dell’offerta formativa che faciliti l’incontro domanda/offerta di lavoro giovanile su livelli qualitativi e quantitativi più elevati, una nuova fiducia dei giovani verso questi percorsi formativi, una collaborazione nuova e sistematica tra scuola, formazione, famiglie, giovani, mondo del lavoro e imprese



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