RACCONTAMI L'UMBRIA

Immersione nel paesaggio

Articolo partecipante Raccontami l'Umbria 2012- sezione stampa

di Renato Scialpi

TESTATA: Qui touring

DATA DI PUBBLICAZIONE: Ottobre 2010

Il colpo d’occhio è magnifico e non è un caso sia stato scelto come immagine di apertura di questo itinerario attraverso l’ Umbria. Nella penombra del gotico portale centrale del Duomo di Todi, i cinquecenteschi pannelli di legno scolpito del portone si illuminano del riverbero del sole che inonda piazza del Popolo. Riverbero carico delle mille sfumature cromatiche generate dai parametri in pietra e dalle facciate a intonaco dei solenni edifici che cingono l’allungato spazio rettangolare, tra cui spiccano il gotico palazzo dei Priori di fronte al Duomo e, a fianco, il complesso dei palazzi del Popolo e del Capitano, segnati da merli e polifore.

Due elementi, però, l’immagine non può restituire: il primo è il clima rilassato che pervade la piazza,il contrasto col fiatone rimediato dal turista (anche quello allenato) grazie alla lunga e rapida scalinata che precede la cattedrale. L’altro è che c’è un camper in sosta nel parcheggio di porta Orvietana, collegato al centro da un ascensore gratuito. Senza nulla togliere alle altre categorie di viaggiatori, che possono scegliere di alloggiare in albergo, bed & breakfast come nei numerosi agriturismi umbri,l’itinerario dedica un occhio di riguardo al turista en plein air, peraltro oggetto di accoglienza sempre cordiale e ben organizzata lungo il tratto della superstrada E45 compreso tra Perugia, da un lato, e Narni, dall’altro. Una carrellata di eccellenze turistiche che impone di lasciare ai bollettini del traffico e alla cronaca locale le baruffe su autovelox e buche che affliggono la doppia carreggiata, per ricordare come la sezione a sud di Acquasparta di quest’asse abbia una storia più che millenaria: si tratta infatti della Flaminia, la via consolare romana nata nel 220 a.C.; anzi, per la precisione, della Flaminia vetus, il ramo forse più antico che da Narni piegava verso nord-ovest prima di varcare l’Appennino.

Prima tappa, d’obbligo per recuperare il senso profondo della cultura locale, il bel borgo di Torgiano, a pochi chilometri dal capoluogo, Perugia. Qui la fondazione Lungarotti – quelli delle cantine alle porte dell’abitato, in vista delle quali lasciare in sosta il camper – ha realizzato due musei esemplari, dedicati al vino e all’olio. Niente a che fare con i musei aziendali e niente degustazioni; invece un interessante e documentato cammino, attraverso manufatti e reperti archeologici, che restituisce la consapevolezza di quanta importanza abbiano avuto questi due prodotti nell’evolversi della civiltà mediterranea. Poco più oltre,attraverso un delicato paesaggio di vigne intercalate da chiazze di uliveti, si raggiunge Bettona, le cui mura spiccano sulla campagna circostante. Parcheggiato il camper appena fuori porta Vittorio Emanuele, da non perdere è l’articolato spazio delle piazza centrali comunicanti, dove (intelligenti) restauri hanno,tra l’altro, reso visibile  al pubblico il trecentesco oratorio di S. Andrea, con un grandioso ciclo di affreschi datati 1344, e l’altare a stucchi della chiesa dell’ Orazione.

Tornati sulla E45, l’affollarsi di esercizi commerciali e fabbriche al ridosso dell’uscita di Deruta – tutti con rituale orcio decorato come insegna – rischia di mettere a repentaglio l’immagine delle preziose ceramiche cui dà il nome. Basta però proseguire con cuore saldo fino alle porte del centro storico (camper e auto sostano, gratis, presso il cimitero; “non vi succede mai nulla”, sottolinea con implicita ironia la polizia locale) per scoprire una realtà vivace e attenta alla creazione artistica. Che si tratti degli studenti del locale istituto d’arte, la cui esuberanza ravviva la piazza dei Consoli, o delle tante minuscole botteghe artigiane che punteggiano vie e vicoli. E, se gli appassionati non possono mancare una visita al Museo della ceramica allestito nell’ ex convento di S. Francesco, una sosta da consigliare a tutti è quella al santuario della Madonna dei Bagni poco oltre le ultime propaggini dell’abitato (causa lavori, rientrare nella E45 fino all’uscita Casalina). La semplice chiesa seicentesca, isolata nella campagna, infatti, raccogli lungo le pareti centinaia di ex voto, sotto forma di tavolette di ceramica derutese, che offrono uno straordinario spaccato sulla cultura, la vita contadina e la religiosità popolare di almeno quattro secoli.

Alta sullo stringersi della valle del Tevere, Todi non ha bisogno di presentazioni storico – artistiche: sono 15 le pagine di Guida rossa Tci Umbria che ne censiscono i tesori. Ma non possono trasmettere l’emozione suscitata dall’affresco del Giudizio Universale (datato 1596) che occupa l’intera controfacciata del Duomo, dal gioco di luci e ombre lungo le scalinate  che scendono alle spalle di S. Fortunato, dal panorama collinare chiazzato da boschi e coltivi dal belvedere di piazza Garibaldi dal contrasto tra l’impronta medievale dell’abitato e l’arioso carattere rinascimentale della basilica della Consolazione e degli spazi che la circondano.

D’obbligo poi (e il paesaggio premia la scelta) è seguire da Todi la deviazione per creste collinari che in 17 chilometri conduce a Dunarobba e alla foresta fossile, risalente al Pliocene, venuta alla luce all’interno di un ex cava di argilla. Un sito naturalistico unico al mondo, la cui visita guidata parte dal vicino Centro di paleontologia vegetale ( per i camper, possibilità di sosta, anche notturna). Di lì, un gradevole percorso ondulato raggiunge Acquasparta che, vista dall’alto come dalla Flaminia , si presenta quale una compatta distesa di tetti e tegole. Il celebre palazzo Cesi, dove nel 1609 fu ricostituita l’Accademia dei Lincei, pur di imponente aspetto cinquecentesco delude il visitatore per l’inaccessibilità dei preziosi interni. Meglio puntare, a ridosso del centro, sull’ex convento di S. Francesco,trasformato in centro culturale con un bel intervento di recupero; per i camper, sosta gratuita nella zona del mercato.

Il parco archeologico di Carsulae, pochi chilometri più a sud di Acquasparta e alle porte di San Gemini, apre un’inattesa finestra su quello che era un importante edificio della sesta regione augustea lungo la via Flaminia vetus, poi caduta in discusso nel medioevo. Gli scavi, ben documentati nel moderno antiquarium, hanno portato alla luce significativi resti della città, tra cui foro, terme, basilica, teatro e anfiteatro. Ancora più suggestivo, però, è veder riemergere un ampio tratto urbano proprio della Flaminia, pavimentato con basoli che tuttora recano le tracce delle ruote dei carri.

Più che accoglierli, la vicina San Gemini stende un tappeto rosso dinanzi ai turisti en plein air: l’aria di sosta all’interno del centro storico offre 16 modernissimi posti per camper, tutti video sorvegliati, ombreggiati e con allacciamento elettrico gratuito; corredati da impeccabili bagni, altrettanto gratuiti. Un motivo in più per inoltrarsi  tra i vicoli fioriti di un borgo murato che si autodefinisce slow e propone a ogni piè sospinto angoli panoramici carichi di suggestione. E, se la facciata duecentesca del Palazzo pubblico resta occultata dalle impalcature dei restauri, a pochi passi sulla stessa piazza l’oratorio di S. Carlo colpisce per la singolare ricchezza degli interni,con la parete di fondo decorata da un affresco quattrocentesco incorniciato da un originale baldacchino in mattoni a vista.

Due note tecniche indispensabili per la tappa a Narni, alta su uno sperone roccioso che domina la gola del fiume Nera. La prima riguarda il rispetto scrupoloso dei limiti di velocità, vista la presenza di almeno di cinque – sei autovelox in poche centinaia di metri lungo il tratto di strada che sale da Narni Scalo; l’altra è di evitare,per la visita,il sabato mattina, giorno di mercato (che si svolge proprio negli spazi del grande parcheggio del Suffragio ai piedi del centro); per i camper un’alternativa si può trovare nei pressi del centro sportivo – tennis La Valletta.

Affascinante, a Narni, è comunque il contrasto tra l’indaffarata vitalità del centro storico, con un flusso ininterrotto di veicoli che vi accede transitando sotto il portico tardoquattrocentesco del Duomo, e la qualità monumentale e artistica degli edifici che lo compongono. A partire dalla cattedrale, che associa un impianto romantico trecentesco con navate su colonne e archi ribassati a un altare maggiore a baldacchino preceduto da confessione che richiama la basilica di S. Pietro a Roma; senza trascurare gli elementi paleocristiani che caratterizzano, nella navata destra, lo scenografico sacello dei Ss. Giovenale e Cassio, nonché sul lato opposto la statua di S. Antonio Abate firmata dal Vecchietta. Qualità che si replica nell’impianto medievale di piazza dei Priori dove a contrapporsi è una vera e propria collezione di edifici a torre tre – quattrocenteschi. E trova un’insolita  dimensione sotto il centro: l’associazione culturale Narni sotterranea propone visite guidate (a cadenza naturale fino a fine ottobre, poi a richiesta) che percorrono cisterne romane e spazi usati come celle dall’Inquisizione per poi concludersi al Lacus, la cisterna altomedievale sottostante la fontana di piazza Garibaldi. Esplorazione sotterranea che può essere ripetuta nella vicina Amelia, le cui mura poligonali di origine preromana racchiudono un complesso sistema di approvvigionamento idrico, anch’esso visitabile.

Prima però, lungo la statale che collega Amelia a Narni, è d’obbligo una foto ricordo davanti ai cancelli di villa Aspreta e alle monumentali colonne in cotto che li sostengono e precedono il viale d’accesso. Perché siamo in Umbria e il protagonista, ancor prima dei beni culturali, è – e si conferma – il paesaggio.

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