RACCONTAMI L'UMBRIA

Cascata delle Marmore, uno spettacolare salto nella natura umbra

Articolo partecipante per la sezione Turismo, Ambiente e Cultura - Raccontami l'Umbria 2016

di Nicoletta Curradi

TESTATA: L’Italo Americano

DATA DI PUBBLICAZIONE: 12 Novembre 2015

 

Visitando il Ternano, la Cascata delle Marmore è sicuramente una tappa fondamentale per chiunque ami le bellezze naturali. 

La Cascata delle Marmore è un'opera artificiale di sistemazione idraulica dovuta ai Romani; il fiume Velino, infatti, si allargava negli anni precedenti il 290 a.C. in una vasta zona di acque stagnanti, paludose e malsane. Allo scopo di far defluire queste acque, il console Curio Dentato fece scavare un canale che le convogliasse verso la rupe di Marmore, e da lì le facesse precipitare, con un balzo complessivo di 165 metri, nel sottostante alveo del fiume Nera. 

Sulle origini della cascata c'è tuttavia una leggenda romantica: una ninfa di nome Nera si innamorò di un bel pastore: Velino. Ma Giunone, gelosa di questo amore, trasformò la ninfa in un fiume, che prese appunto il nome di Nera. Allora Velino, per non perdere la sua amata, si gettò a capofitto dalla rupe di Marmore. Questo salto, destinato a ripetersi per l'eternità, si replica nella cascata il cui spettacolare effetto ha ispirato poeti ed artisti di ogni periodo storico: Virgilio nell' "Eneide", Cicerone, Galileo Galilei e G. Byron nel "Childe Harolds Pilgrimage". 

Bellezza a parte, da circa 50 anni, le acque della cascata sono utilizzate anche per alimentare la centrale idroelettrica di Galleto. Di conseguenza la cascata si può ammirare solo in orari stabiliti. Un segnale acustico avvisa dell'apertura delle paratoie di regolazione, e in pochi minuti la portata aumenta fino al valore massimo che alimenta i tre salti. Fu proprio grazie alla ricchezza di queste acque ed alla loro energia, che fu possibile il sorgere, a Terni, di industrie siderurgiche, elettrochimiche ed elettriche negli scorsi decenni.

Verdi prati, fitti boschi, scroscianti torrenti, gole nascoste e imponenti cascate compongono un quadro di rara bellezza nella Valnerina, una delle più belle zone dell’Umbria. 

Il Parco Fluviale del Nera, più noto come Parco delle acque per la ricchezza idrografica, regala ai visitatori una natura incontaminata, popolata da una ricca varietà di vegetazione e di fauna. Tanti i sentieri da percorrere per inoltrarsi negli angoli più nascosti del  parco. La diversa durata e il livello di difficoltà consentono al visitatore di scegliere l’itinerario più adatto. Rafting, canoa e torrentismo sono riservati a chi cerca forti emozioni, anche se l’assistenza del personale specializzato permette a tutti di provare questo tipo di avventura.

A breve distanza dalla cascata si consiglia di visitare Amelia, splendido borgo ondato dai romani nel 90 a.C. Nel 1346, durante il Medioevo, diventò uno dei primi liberi Comuni dell’Umbria, mantenendosi indipendente, caso raro all'epoca, sia dall'Impero, sia dal Papato.

Caratteristica di tutti i borghi della zona, la cinta muraria di Amelia è senza dubbio la più affascinante dell'intera Umbria, alternando tratti medievali ai più antichi romani. Il percorso obbligato, una volta oltrepassata la  Porta Romana, prevede la visita al Duomo di impronta romanica, alle chiese di San Francesco e dei Santi Filippo e Giacomo, oltre ai numerosi palazzi del XIV-XV secolo, Petrignani e Farrattini.  Dalla terrazza dinnanzi al Duomo, è possibile scorgere un meraviglioso panorama sulla Valnerina. Da non perdere l'interessante museo archeologico con la stupenda statua di Germanico.