STUDI E RICERCHE

11 giugno 2015

Quanto vale la cultura?

L’Umbria fra le top 10, con il 4,8% del valore aggiunto

di La Redazione

Rapporto 2015 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”

Le imprese delle filiere culturali e creative producono 78,6 miliardi di valore aggiunto e ‘attivano’ altri settori dell’economia arrivando a muovere complessivamente il 15,6% del valore aggiunto nazionale, equivalente a 227 miliardi di euro. Tanto  vale nel 2014 il sistema produttivo culturale e creativo, un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere culturali e creative, ma anche da quella parte dell’economia nazionale che viene attivata dalla cultura, a cominciare dal turismo.

Dalle 443.208 imprese del sistema produttivo culturale, che rappresentano il 7,3% delle imprese nazionali, arriva dunque il 5,4% della ricchezza prodotta in Italia: 78,6 miliardi di euro.

E nella classifica regionale l’Umbria è fra le top 10: occupa infatti l’ottavo posto, con un 4,8% in termini di contributo del settore cultura al valore aggiunto totale, dopo  Lazio, Marche, Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Toscana.

È quanto emerge dal Rapporto 2015 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Marche e di FriulAdria, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro Franceschini dal Segretario Generale di Unioncamere Gagliardi, dal Presidente di Symbola Realacci e dal presidente di Unioncamere Dardanello.  

Le filiere culturali e creative si confermano un pilastro del made in Italy, un sostegno importante alla nostra competitività. Tanto che nel periodo 2012/2014, quindi in piena crisi, le imprese che hanno investito in creatività hanno visto crescere il proprio fatturato del 3,2%,mentre tra le non investitrici il fatturato è sceso dello 0,9%. E sempre le imprese che hanno investito in creatività  sono state premiate con incremento dell’export  del 4,3%, al contrario chi non ha puntato su questo asset ha visto le proprie esportazioni crescere di un ben più magro 0,6%.

Tendenze confermate anche nel 2015 dall’incidenza delle imprese che investono in creatività tra le imprese esportatrici: il 48,1% delle imprese che hanno scommesso sulla creatività esportano, mentre tale quota scende al 21,6% tra quelle che negli ultimi tre anni non hanno investito in creatività.

Del totale della spesa dei turisti in Italia, 75,8 miliardi di euro nel 2014, il 37,3% (28,3 miliardi ) è legato proprio alle industrie culturali. E al richiamo della cultura, della bellezza e della qualità sono con ogni probabilità legate le ottime performance nazionali nel turismo. 

Dardanello: “L’idea di cultura alla base dei lavori di Unioncamere e Symbola si fonda non solo su quell’enorme patrimonio italiano di musei, gallerie, beni culturali, festival, rappresentazioni artistiche, letteratura, cinema, ma anche sul made in Italy e sulle industrie creative, cioè su tutte quelle attività produttive che dalla cultura traggono linfa creativa”.

 

Per approfondimenti, vai al sito Symbola - Fondazione per le qualità italiane