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30 settembre 2011

La magia del parto in acqua

di Donatella Miliani

Giuseppe Affronti, direttore della Struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Perugia, illustra i vantaggi del metodo meno traumatico per venire al mondo.

«AMAN IMAN» dicono i Tuareg del Sahara, ovvero «l’acqua è vita...» ma anche «l’acqua è l’anima» perchè l’acqua fa vivere e tutto dipende da essa. Di lei sappiamo che è il bene fondamentale per la vita di uomini, animali e piante. L’acqua è indispensabile alle montagne e al mare, alla terra e al cielo, ai cicli biologici più sofisticati e a quelli più semplici. La salute individuale e collettiva dipende dall’acqua. Risorsa unica e straordinaria... in cui la nascita di una vita può trovare la sua più naturale dimensione. È la «magia» del parto in acqua, pratica ormai molto diffusa che anche a Perugia offre alle future mamme, le cui condizioni siano tali da consentirlo, la possibilità di far venire al mondo il proprio piccolo nel modo meno ‘traumatico’ possibile.

«È proprio così — sottolinea Giuseppe Affronti, direttore della Struttura complessa di ostetricia e ginecologia del Santa Maria della Misericordia —. Il feto nel ventre materno è immerso nel liquido amniotico a una temperatura di circa 37 gradi. Quindi il passaggio dall’ambiente uterino a quello extrauterino in vasca è senza dubbio quello più fisiologico».

Da quanto tempo si fa il parto in acqua a Perugia?

«Avevamo già una vasca al vecchio policlinico di Monteluce, qui al Santa Maria della Misericordia si pratica dal 2007 come modalità alternativa a chi ne fa richiesta, se ovviamente ci sono le condizioni».

Intende dire che non tutte le donne possono partorire in acqua?

«È così. Il test di ammissione è di competenza del medico che deve verificare che non ci siano controindicazioni. Quali? Intanto la gravidanza deve essere decorsa in modo fisiologico e quindi a basso rischio, ricordo — dice — che non esistono infatti gravidanze senza rischi. Non deve esserci gravidanza gemellare, deve essere a termine tra la 37esima e la 41esima settimana. La posizione del bambino deve essere fisiologica ovvero cefalica e soprattutto la partoriente deve avere test di sierologia negativi. Impossibile fare il parto in acqua infine per chi ha effettuato un pregresso cesareo».

Quanti parti in acqua si fanno mediamente a Perugia ogni anno?

«Va detto che questa metodica ha avuto maggiore successo negli ospedali con non più di 500 parti l’anno come Poggibonsi ad esempio. Un parto in vasca ha bisogno di un ambiente tranquillo, sereno a basso turn over con un’equipe a disposizione. E questo vuol dire strutture con al massimo una media di una o due parti al giorno. Da noi si registrano 2.516 parti l’anno con situazioni molto delicate e complesse come i gemellari, o i grandi prematuri, quindi con donne ad elevato rischio emorragico. Cosa che fa diminuire, nostro malgrado, la percentuale di utenza al parto in acqua. Comunque in alcuni periodi abbiamo raggiunto anche picchi del 3 per cento sul totale, oggi siamo intorno all’1.5 per cento».

Esiste un vantaggio del parto in acqua anche per la mamma?

 «Sì. L’acqua fa rilassare la donna, si sente meno dolore, si usano meno farmaci e il travaglio dura meno. Per non dire della possibilità della mamma di assumere le posizioni che preferisce».

Quali invece i vantaggi per i neonati?

«Beh sono sicuramente più sereni. Nascono con un maggior grado di ossigenazione perché c’è una minore vasodilatazione e un’inferiore scarica di adrenalina da parte della mamma. Essendo l’acqua della stessa temperatura corporea del liquido amniotico, venire al mondo in acqua è la condizione migliore per tutti e due e skin to skin. Fino al taglio del cordone ombelicale il piccolo può rimanere in acqua vicino alla mamma con un doppio rifornimento d’ossigeno: dal cordone e dai primi atti respiratori con i polmoni. Insomma — conclude Affronti — è un parto senza violenza. Basti pensare che il bimbo che viene al mondo in modo tradizionale subisce anche un trauma dovuto alla luce e poi ancora con il taglio del cordone, come si usava una volta, il polmone viene squarciato dall’aria. Si comprende dunque come la nascita in acqua sia molto più naturale. Per chi vuole, esiste anche la possibilità di effettuare travaglio e parto in acqua con musica di sottofondo. Quale immagine migliore per una vita che nasce?»