STUDI E RICERCHE

30 giugno 2013

L'attività brevettuale nella provincia di Perugia: caratteristiche strutturali e prospettive future

di Francesco Venturini

L’attività d’innovazione è ritenuta uno dei fattori chiave per alimentare la competitività del territorio. Laddove la capacità di innovare è più sviluppata le imprese riescono ad adattarsi più velocemente alle mutate condizioni del clima economico. La capacità innovativa riduce la vulnerabilità del sistema produttivo agli shock esterni, garantendo maggiore continuità nel livello dell’attività economica. Inoltre, alimentandone la competitività, l’innovazione favorisce la capacità esportativa delle imprese che possono crescere grazie alla crescente domanda estera indotta dalla globalizzazione, differenziandone quindi le fonti di redditività. La performance innovativa delle imprese, e del territorio in cui esse sono localizzate, può essere valutata attraverso una batteria di indicatori, quali la spesa o l’occupazione in ricerca e sviluppo, le statistiche sull’introduzione di innovazioni di prodotto/processo (ad esempio la percentuale di fatturato derivante da prodotti innovativi) e non ultimo con misure della capacità brevettuale. Quest’ultimi indicatori hanno acquisito un ruolo centrale nell’analisi economica, alla luce del contenuto informativo che il documento brevettuale conferisce sulle caratteristiche tecniche dell’innovazione, sulla natura e la localizzazione dell’inventore o dell’assegnatario del diritto di esclusiva sull’invenzione, e sui rapporti di partnership tecnologica che hanno favorito il conseguimento dell’innovazione.

Al fine di valutare la capacità innovativa della provincia di Perugia sono state prese in esame le statistiche relative alle domande di brevetto presso l’Ufficio Brevetti Europeo (nell’acronimo inglese EPO) nel periodo 1979-2011 da parte delle imprese o degli inventori residenti. Nel complesso, sono state presentate all’EPO 945 domande di brevetto. In 444 casi chi ha domandato protezione legale era un ente (società, impresa individuale, singolo inventore, o ente pubblico) localizzato nella provincia, in 521 casi era un inventore con residenza a Perugia ma che ha contribuito a brevettare un’innovazione realizzate da imprese non perugine, operanti fuori del territorio provinciale. La differenza nella performance brevettuale muta se si considera il grado di compartecipazione di imprese o inventori perugini alla realizzazione di brevetti con altri soggetti operanti fuori provincia, ovvero se si guarda al numero di brevetti frazionari anziché al loro numero assoluto. In questo caso, il numero effettivo di brevetti delle imprese (assegnatari) perugine ammonta a 397,1 unità e quello degli inventori perugini operanti fuori provincia a 166,2. La disamina della performance brevettuale delle imprese localizzate nella provincia di Perugia sulla base del settore produttivo di appartenenza denota come la quota maggioritaria dei brevetti frazionari domandati sia relativa al comparto dei macchinari, con ben 139,7 brevetti su un totale di 397,1 (pari al 37%). Tra gli altri comparti maggiormente rappresentativi troviamo gli strumenti scientifici con 44,1 domande di brevetto, pari all’11% del totale. Qualche differenza significativa emerge dal confronto di questi valori con la distribuzione delle invenzioni realizzate dagli inventori perugini fuori provincia, dove prevalgono le invenzioni relative al comparto dell’alimentari e, soprattutto, della farmaceutica. L’analisi comparata dell’attività brevettuale delle imprese della provincia di Perugia rispetto alle aree amministrative confinanti, distinte per settori produttivi, rivela un elevato grado di similarità della specializzazione tecnologica con la provincia di Pesaro- Urbino e quella di Ancona, mentre appare piuttosto modesta la vicinanza tecnologica con le imprese dell’area ternana. Di particolare interesse è l’analisi delle performance brevettuale della provincia di Perugia nei comparti tecnologicamente più avanzati, quali le Information and Communication Technologies (ICT), le Biotecnologie e il settore della Green economy. Alla luce dell’elevato grado di fertilità tecnologica, questi settori sono ritenuti ad oggi il motore trainante dell’economia mondiale. Le domande di brevetto nel settore ICT presentate tra il 1979 e il 2011 dalle imprese perugine ammontano a 31 unità, e rappresentano lo 0,30% di tutti i brevetti registrati dall’Italia all’EPO in questa categoria tecnologica. Nel campo delle Biotecnologie, Perugia con 10 brevetti domandati detiene una quota superiore al 5% dell’intera capacità innovativa nazionale. Nel comparto sono attive in particolare due realtà, una di queste è l’Università di Perugia, che detengono più della metà dei brevetti registrati. Infine, il settore Green è quello in cui le imprese perugine mostrano la performance brevettuale più significativa con 42 domande depositate nel periodo in esame, pari al 2% del totale nazionale, ma con un trend crescente negli anni più recenti. È possibile cogliere l’importanza dell’attività innovativa per lo sviluppo della provincia di Perugia simulando l’impatto sul reddito medio che potrebbe derivare dall’incremento potenziale della capacità brevettuale delle imprese localizzate nel suo territorio. In termini cumulati, il PIL per abitante potrebbe aumentare dello 0,23% in un orizzonte temporale relativamente breve (entro cinque anni) e del 3,5% nell’arco di un ventennio. Qualora Perugia riuscisse ad allinearsi al tasso di brevettualità della provincia di Ancona o Siena (cioè le aree leader in termini di numero di brevetti per abitante tra le province del centro Italia più vicine al capoluogo umbro), il PIL pro-capite potrebbe aumentare complessivamente del 10-12%.