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30 giugno 2012

JobDay, il lavoro in presa diretta

di Paola Buonomo

Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica, la quota dei Neet “not in employment, education or training”, ossia giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione, è pari a 2,1 milioni, cioè il 22,1% della popolazione: il dato è impressionante ed è aumentato dal 2008 al 2011 di oltre 17 punti percentuali. Motivo per cui, nell’attuale fase di recessione globale, una delle principali preoccupazioni per i decisori delle politiche economiche e sociali, in Italia come in Europa, riguarda i giovani e il successo della loro transizione dalla scuola al mercato del lavoro. Si inseriscono in questo scenario le numerose attività messe in campo dal sistema delle camere di commercio italiane per la cooperazione con le istituzioni scolastiche e universitarie in materia di alternanza scuola-lavoro e per l’orientamento al lavoro e alle professioni. Un’iniziativa assolutamente unica e originale, che si terrà fra il 1° e il 13 ottobre, è quella del JobDay, ideata e organizzata dalle Camere di Commercio italiane per permettere agli studenti di osservare il lavoro “in presa diretta”. Il JobDay, che nella definizione si avvicina a iniziative similari di orientamento organizzate da scuole ed atenei, si ispira in realtà alle esperienze di Job Shadow (lavoro ombra) nate negli Stati Uniti, dove da anni viene utilizzato in molte scuole come strumento di orientamento al mondo del lavoro, aperto a tutti gli studenti motivati e che ne facciano richiesta esplicita. Il progetto prevede l’affiancamento per 1 giorno dello studente con un mentor aziendale, all’interno dell’ambiente di lavoro, in un clima informale e piacevole dove lo studente è invitato a fare domande e a chiarire dubbi. In questo modo lo studente non “impara a fare” ma vive un’esperienza esplorativa, di conoscenza, in cui può scoprire un mestiere o una professione, o vederlo in una nuova luce: lo studente osserva così il mentor lavorare e riceve da lui informazioni di prima mano sulle competenze professionali e sui percorsi di carriera, oltre alle risposte a tutte le sue domande per aiutarlo a decidere del proprio futuro. Tornato a scuola, potrà poi rielaborare, restituire e condividere la sua esperienza con i compagni e gli insegnanti. Per gli imprenditori e il mondo del lavoro in generale, diventare mentor aziendale durante il JobDay significa poter informare gli studenti sui possibili percorsi professionali all’interno del proprio settore di attività, aiutarli a mettere a fuoco competenze e abilità che potrebbero esser loro utili per il suo futuro lavoro. Il luogo di lavoro diventa così un luogo educativo, di apprendimento non formale, che favorisce lo sviluppo personale e sociale del ragazzo, oltre ad accrescere la sua personale occupabilità. Una vera e propria palestra di formazione e orientamento. Possono diventare mentor aziendali imprenditori, artigiani, agricoltori, lavoratori autonomi, dirigenti o quadri di ente pubblico o privato, liberi professionisti, amministratori pubblici o lavoratori dipendenti. E fare il mentor aziendale significa anche realizzare un’importante pratica di responsabilità sociale d’impresa, contribuendo ad avvicinare la scuola al sistema delle imprese e favorendo un contatto per futuri scambi e collaborazioni.