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13 agosto 2014

Intervista agli studenti dell'ateneo perugino

di Chiara Ceccarelli

Perugia, città universitaria modello. La sfida lanciata a primavera non riguarda solo Istituzioni e Centri d’alta formazione regionali. In campo scendono pure gli studenti che ora vogliono dire la loro sul protocollo d’intesa sottoscritto a maggio scorso. Sono convinti che il territorio non può che trarre linfa per la crescita economica e sociale dagli avanzamenti verso la frontiera dell’economia della conoscenza. Chiedono, sul piano formativo, un biennio magistrale più competitivo e più laboratori. Sognano una città meno commerciale e più vivace culturalmente.

“Mi sono appena laureata in Filosofia, corso triennale. Molti miei colleghi hanno deciso di partire per iscriversi alla specialistica fuori regione, io invece devo restare ma sono preoccupata per il futuro inserimento lavorativo. Il biennio magistrale dovrebbe configurasi come una specializzazione e invece qui si presenta come un approfondimento del corso precedente. Stesse materie, stessi professori. Mancano poi i computer e sono troppo pochi i laboratori di ricerca attivati” racconta Sara, perugina doc. Al suo fianco c’è Josè, umbro d’adozione. Dopo la laurea triennale in Scienze della Comunicazione ha deciso di iscriversi all’Università per Stranieri in Comunicazione pubblicitaria. “La tassa universitaria – afferma Josè - è leggermente più alta ma il corso di laurea magistrale e i servizi sembrano migliori”. Sara e Josè chiedono un’offerta formativa magistrale più competitiva, sognano una città con meno bar e pub e più circoli culturali che promuovano seminari, eventi ed iniziative culturali dal valore internazionale, al passo con i tempi.

Migliorare l’assistenza didattica è invece la parola d’ordine di Mireille, partita dal Camerun, da sei anni in Italia, iscritta a Farmacia, ciclo unico. “Migliorare la comunicazione istituzionale su offerta formativa, didattica e borse di studio, è fondamentale per attrarre giovani stranieri. Ho incontrato finora professori molto bravi ma sarebbe molto utile rafforzare il servizio di tutoraggio per superare difficoltà linguistiche e strutturare piani di studio efficaci - consiglia Mireille – l’Università italiana inoltre è molto teorica. Occorre puntare di più su laboratori ed esercitazioni pratiche per applicare quanto appreso in aula e avere più chance nell’inserimento nel mercato del lavoro”.

Un’isola felice sembra essere Ingegneria. “Buona formazione, numerosi progetti multidisciplinari per trasferire l’innovazione tecnologica al tessuto produttivo. E servizi funzionanti in termini di trasporti, parcheggi, segreteria e mensa” afferma Gianluca, iscritto al corso triennale in Informatica elettronica. Giudizio confermato da Luca e Nicola, iscritti alla specialistica in Ingegneria meccanica: “Siamo isolati dalla città ma questa posizione comporta molti vantaggi per noi studenti”. Nell’economia della conoscenza le competenze del capitale umano sono un fattore determinante per lo sviluppo territoriale e per la produttività aziendale. “Le Istituzioni e i Centri di alta formazione – sostengono gli studenti - devono puntare soprattutto su questo per rilanciare Perugia come città universitaria”.