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30 settembre 2012

La sfida del Centro Estero Umbria

di Massimiliano Tremiterra

Ne abbiamo parlato ininterrottamente per più di venti anni. Ogni dibattito, ogni convegno, ogni articolo di stampa o studio scientifico dedicato ai temi dell’economia e del commercio internazionale difficilmente è sfuggito al fascino della globalizzazione. Oggi che questa definizione dei complessi fenomeni economici e sociali che hanno caratterizzato i primi decenni del secolo, dopo aver assunto per noi della vecchia Europa una connotazione sempre più minacciosa, è divenuta quasi una banalità, non ha molto senso interrogarsi sulla crisi del nostro paese come se una improvvisa sventura si fosse abbattuta sulla nostra economia. Siamo entrati senza paracadute in un vortice di cambiamenti epocali. Lo sapevamo ma non tutti si sono adeguatamente preparati. L’allargamento dei mercati, l’inasprimento della competizione internazionale e il mutamento nei meccanismi di creazione di valore rischia di spiazzare soprattutto le nostre PMI (oltre il 90% delle imprese italiane) che si trovano di fronte a scelte complesse e alla necessità di cambiare profondamente i propri modelli di business. I problemi sono strutturali e ci vorrà del tempo prima che il Sistema paese potrà essere in grado di affrontarli, ma per le aziende rimanere fermi attendendo tempi migliori è scegliere la strada della marginalizzazione. Ci avviamo a chiudere il 2012 con dati economici per molti versi drammatici. Il PIL italiano, su base annua, è probabile che registri un calo di oltre il 2,5%. La domanda interna rimarrà negativa o molto debole anche per il prossimo futuro. È sull’estero che le imprese devono puntare, non solo per continuare a crescere e, in molti settori, per evitare di rimanere travolte dai cambiamenti irreversibili del contesto competitivo internazionale. Nuovi competitors sempre più agguerriti e attrezzati tecnologicamente sono pronti ad affacciarsi anche nel nostro mercato interno. Eppure nonostante lo spread, la disoccupazione crescente, l’inflazione e la perdita di competitività, non dobbiamo dimenticare che l’Italia continua a far registrare sin dal 2010 (10 trimestri consecutivi) una costante espansione delle esportazioni di beni e servizi. I risultati ottenuti dalle nostre aziende in grado di competere sui mercati internazionali (quelle che hanno dimostrato capacità di innovare, quelle opportunamente capitalizzate e che hanno investito sulle risorse umane) hanno impedito il naufragio dell’economia del nostro Paese. Dal mese di luglio 2011 allo scorso mese di giugno 2012 il surplus manifatturiero con l’estero ha garantito entrate vicine agli 80 miliardi di euro. Queste aziende, questi imprenditori, in grado ancora di competere e di affermarsi, pur nella crisi che ha colpito l’economia mondiale, non possono essere lasciati soli. Il livello dell’emergenza impone a tutti (governo, enti territoriali, associazioni, agenzie nazionali e regionali) delle scelte urgenti che devono essere portate avanti con determinazione, ciascuno per il suo ambito di responsabilità e per poter cogliere in tempo le opportunità che ci offrono alcune aree geo economiche particolarmente dinamiche. Recentemente il sistema di supporto pubblico all’internazionalizzazione a livello nazionale ha subito, oltre a inevitabili tagli di bilancio, anche confuse disposizioni di legge che non hanno certo contribuito al miglioramento dei servizi e delle azioni promozionali a favore dei vari comparti produttivi. Nella nostra regione, le cui esportazioni nel primo semestre del 2012 sono aumentate dell’8,5%, oltre la media nazionale, la Regione Umbria e le Camere di Commercio di Perugia e Terni, tra i primi in Italia, hanno puntato sul rafforzamento del coordinamento delle proprie attività di supporto all’internazionalizzazione costituendo il Centro Estero Umbria (Umbria Trade Agency). A due anni dall’inizio della propria attività il Centro, guidato da un Consiglio di imprenditori presieduto da Gianluigi Angelantoni, ha mantenuto obiettivi ed impegni diventando una realtà importante alla quale le imprese umbre possono rivolgersi con fiducia. Alcuni dati: nel 2011, il Centro ha coinvolto nella sua attività promozionale quasi 500 imprese ed avviato una strutturata collaborazione con altri enti territoriali, associazioni imprenditoriali, università e centri di ricerca (SACE, ICE, SIMEST, rete europea EEN), con una concentrazione delle iniziative verso importanti settori dell’economia regionale. Il totale dell’investimento promozionale per il 2011 ha superato 1,5 milioni di euro, a dimostrazione dell’interesse suscitato e dell’efficacia delle scelte effettuate. Nel 2012, saranno oltre 600 le imprese regionali a cui il Centro Estero Umbria avrà offerto il proprio supporto. Gli investimenti promozionali effettuati nel corso dell’anno supereranno i 2 milioni di euro, con una crescita di oltre il 30% rispetto al periodo precedente. Nel 2013 gli investimenti cresceranno ancora, anche grazie allo sforzo straordinario promosso dalla Regione e dall’acquisizione da parte del CEU di due importanti progetti comunitari. Sin dall’inizio, la programmazione promozionale del CEU è stata incentrata sulla promozione e la partecipazione coordinata e sistemica ad iniziative ed eventi internazionali che hanno come riferimento reti e network di PMI nei settori strategici del manifatturiero. Il Programma Promozionale del CEU per il prossimo anno sarà finalizzato proprio al supporto di Cluster in alcuni settori considerati prioritari, come: automotive, sistema casa abitare, aerospazio, abbigliamento, nautica, energia rinnovabili, agromeccanica, agroindustria, biomedicale. Il sistema produttivo umbro è infatti caratterizzato da un elevato grado di polverizzazione delle imprese, che operano nei settori più esposti alla concorrenza internazionale. Questa peculiarità caratterizza in realtà l’intero universo produttivo nazionale, profondamente sbilanciato verso le componenti di micro e piccola impresa, in cui risiedono le ragioni prime del fare rete. Sarà su questo terreno che saremo chiamati a dare il nostro contributo di impegno ed entusiasmo nei tempi difficili che ci aspettano anche nel prossimo anno.

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