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31 dicembre 2012

L’interesse del mondo per l’Umbria

di Giuseppe Occhioni

Melbourne, Singapore, Los Angeles, Francoforte

Si sono ritrovati a Perugia per la loro Convention i rappresentanti delle Camere di Commercio italiane all’Estero insediate in quei Paesi che hanno per noi una forte attrattività commerciale. È stata questa l’occasione per un confronto ed  uno scambio di esperienze e di idee finalizzato ad individuare le iniziative più utili e concrete che possano favorire le  relazioni commerciali tra l’Italia ed il resto del mondo, specialmente in questo momento di crisi che coinvolge tutto il  pianeta. La convention ha costituito, però, anche una grande opportunità che si è offerta all’Umbria ed al suo sistema  economico ed industriale per mostrare le proprie potenzialità e le opportunità di interscambi commerciali che la nostra  regione può offrire. Per avere un ritorno delle relazioni intessute durante la Convention abbiamo posto delle domande ai rappresentanti di alcune Camere estere presenti a Perugia che sono in qualche modo rappresentative delle aree  geografiche ed economiche più significative ed importanti per sviluppare con l’Umbria relazioni proficue e durature.

Rispondono alle seguenti domande rispettivamente:

LUCA BOTTALLO Segretario generale,  Camera  di Commercio Italiana  in Australia - Melbourne.

AGOSTINO MAGNI Presidente,  Camera di  Commercio Italo-Americana  – Los Angeles.

ANDREA BONARDI Presidente,  Camera  di Commercio Italiana  in Singapore.

EMANUELE GATTI Presidente,  Camera  di Commercio Italiana per  la Germania – Francoforte

Come si caratterizza l’attività della vostra  Camera di Commercio, soprattutto per quel - lo che attiene ai rapporti con il sistema economico italiano?

Melbourne - L’azione del Sistema Camerale Italiano all’E - stero è improntato ad un approccio pro-attivo e questo  vale a maggior ragione per Camere come quella di Melbourne, tenuto conto che l’Australia necessita di farsi conoscere dai soggetti italiani dell’internazionalizzazione.  La CCIE di Melbourne ha un modello di business a matrice,  in cui creiamo un  matching tra l’offerta di prodotti/servizi  italiani (con criteri sia territoriali/geografici che settoriali)  e la domanda australiana.  In considerazione delle difficoltà finanziare che molte  aziende italiane devono affrontare, la CCIE di Melbourne  intende minimizzare i rischi di investimenti che non portano a risultati commerciali concreti. Al Sistema Camerale  Italiano ed alle singole aziende proponiamo l’organizzazione di incontri  business-to-business in Australia solo  dopo aver effettuato un’analisi di prefattibilità, ovvero  una valutazione delle reali potenzialità commerciali sul  mercato australiano. Inutile stimolare missioni imprenditoriali a Melbourne se non abbiamo già individuato le  possibili controparti attraverso uno studio di mercato.

Singapore - La Camera di Commercio Italiana a Singapore è  molto attiva in questo senso, avendo sviluppato negli anni  rapporti di fiducia con molte realtà del sistema camerale italiano, che hanno trovato in  noi un partner ideale per assistere le loro imprese e collegarsi con le business community  singaporeana, indonesiana e malese. Per dare  un’idea della nostra forza, basti pensare che  organizziamo ogni anno in media sei o sette  delegazioni dall’Italia e un egual numero di  delegazioni da Singapore verso l’Italia. Non solo, forniamo  assistenza a oltre 200 imprese oltre a quelle che vengono  in delegazione, e ospitiamo presso i nostri uffici in media  6 imprese con loro desks. Ciò permette alle nostre imprese  di fare ricerche di mercato e/o avviamenti senza incorrere in  spese fisse troppo onerose

 Los Angeles - La Camera di Commercio Italiana a Los Angeles ha sviluppato nel corso degli anni una serie di competenze specifiche sul territorio, promuovendo quei settori  del Made in Italy che trovano maggiori possibilità di sbocco nel mercato californiano. In particolare, la IACCW opera  molto attivamente nei settori: agroalimentare, vini, design, arredo, IT e ICT. L’attività della Camera si caratterizza  attraverso una serie di azioni mirate a favorire la pene - trazione commerciale delle aziende produttrici dei settori  sopra indicati. La Camera ha stabilito nel corso degli anni  rapporti preferenziali con Regioni, Camere di Commercio e  Aziende Speciali in Italia, costruendo insieme a loro iniziative a favore di gruppi di aziende, in grado di poter rap - presentare l’offerta economica settoriale di diverse realtà  territoriali. Sono nate così iniziative fondamentali realizzate con la collaborazione dei ristoranti italiani certificati  in California, un evento esclusivo sulla West Coast dedicato  ai vini autoctoni italiani, attività di sensibilizzazione su  architetti ed interior designer per il settore design e arredo, delegazioni di operatori in Italia, workshop di presentazione di prodotti italiani, organizzazione di incontri  B2B, ricerca di partner per possibili collaborazioni o joint  ventures nei settori più innovativi della ricerca tecnologica, dell’aerospazio, delle energie rinnovabili.

Francoforte - Considerando che la Germania è il primo  mercato di esportazione per l’Italia e che, inoltre, esiste  una forte tradizione nell’interscambio economico italo- tedesco, l’attività della Camera di Commercio Italiana per  la Germania è molto variegata. In linea di massima la  nostra Camera cerca di coprire al 100% i fabbisogni delle  imprese italiane che si affacciano al mercato tedesco e, in  un certo qual modo, di anticiparli, facendo in modo che le  imprese italiane possano avvantaggiarsi del potenziale e  degli sviluppi tecnologici della Germania. Attualmente ad  es. in Germania è molto sentita la necessità di formare ed  impiegare tecnici ed ingegneri, e la CCIG si sta adoperando  affinché anche i giovani laureati italiani ne possano trarre  profitto tramite periodi di stage, di formazione o di lavoro  in Germania. In generale siamo attivi per creare opportunità di business per le imprese italiane, mettendole in  contatto con controparti commerciali o industriali tedesche. Ciò avviene spesso in occasione di fiere, oppure di  missioni in Italia o Germania.

Dal vostro punto di vista, quali sono i punti qualificanti emersi dalla Convention di  Perugia?

 Melbourne - A mio avviso la Convention di Perugia ha  avuto diversi meriti, tra cui senza dubbio quello di aver  saputo evidenziare l’importanza del territorio quale principale testimonial dell’autenticità ed unicità dei prodotti  Made in Italy. Non solo è stato possibile approfondire i  diversi settori di eccellenza umbra, ma si è voluto sottolineare il concetto di filiera, sempre più chiave di differenziazione sul mercato globale.

Singapore - La Convention ha dato modo di conoscere da  vicino una realtà imprenditoriale molto dinamica con del - le grandi eccellenze, una realtà che spesso purtroppo è  schiacciata dalla maggiore visibilità delle regioni limitrofe.  Mi auguro che questa iniziativa non sia lasciata a se stessa  ma sia seguita da operazioni di medio-lungo termine sui  mercati che sono ritenuti strategici. Certamente l’impressione, forse paradossale avendo conosciuto le realtà locali,  è che per l’Umbria le maggiori soddisfazioni possano venire dai mercati emergenti, dove la qualità e la produzione di nicchia, insieme alle bellezze che potete vantare,  sono carte vincenti.  

Los Angeles - I punti qualificanti emersi dalla Convention  di Perugia sono stati: la necessità di creare sinergie tra tutte le organizzazioni umbre che promuovo le aziende; la  consapevolezza dell’importanza di promuovere il territorio  umbro nella sua totalità; l’appello a tutte le istituzioni,  anche bancarie, a sostenere le imprese nei loro sforzi di  internazionalizzazione e di esportazione all’estero.

Francoforte - A Perugia è risultato molto evidente che l’intero sistema della promozione dell’economia italiana all’e - stero si trova alla soglia di profondi cambiamenti, che vanno  nella direzione di un utilizzo migliore delle risorse pubbliche  tramite nuove sinergie. Abbiamo notato con soddisfazione  come il Governo italiano dedichi un’attenzione particolare  alle nostra rete di Camere Italiane all’Estero e mi auguro che  presto si possa arrivare a dei meccanismi di coordinamento  che portino un plusvalore alle azioni promozionali italiane  all’estero, con una definizione precisa dei ruoli e competenze di ogni attore coinvolto nel processo. Il nostro Paese ha  piú che mai bisogno di essere promosso sui mercati internazionali, ed è giusto che tutte le istituzioni lavorino insieme  per rendere efficace questa promozione.

 Quali opportunità intravedete per le imprese umbre nel vostro mercato?

 Melbourne - Grazie agli incontri tematici coordinati dal  Centro Estero Umbria, ho avuto modo di approfondire di - versi settori, da quelli innovativi a quelli che hanno sa - puto mantenere viva la capacità produttiva tradizionale.  L’offerta del settore primario e l’accoglienza turistica sono  certo due fiori all’occhiello, ma sarebbe riduttivo limitarsi  a questi. Personalmente sono rimasto molto colpito dal  know-how nella progettazione di stabilimenti produttivi  (ambito agroalimentare).

Singapore - Le opportunità sono molto forti nel settore  dell’agro-industria e del tessile-abbigliamento. Singapore è un mercato di riferimento nel Sud Est asiatico, molto  maturo e in piena espansione, e anche residenza per oltre  un milione di espatriati ad elevato reddito. Il Made in Italy  gode di un’ottima immagine e l’Umbria è sottorappresentata. Una forte promozione turistica potrebbe anche dare  benefici al settore dell’ospitalità, dato che al momento la  Regione non è fra le prime destinazioni italiane. Un suggerimento potrebbe essere quello di promuovere la vostra  Regione e la sua ricchezza industriale attraverso i vostri  “campioni”, Cucinelli in primis, che sono ormai diventate  bandiere globali del Made in Italy .

Los Angeles - Nel territorio della California sono state  sviluppate in passato moltissime iniziative di promozione delle imprese umbre nei settori dell’agroalimentare  e del design/arredo. Le imprese umbre hanno prodotti  di qualità che si possono inserire in nicchie specifiche,  a condizione che siano competitive con l’enorme offerta  presente sul mercato, sia da parte di altre aziende italiane sia di paesi concorrenti. Esistono pertanto possibilità di introduzione nel mercato, ma le aziende devono  essere flessibili e disponibili ad adattarsi alle regole del  mercato americano.

Francoforte - Abbiamo appena realizzato una missione  imprenditoriale presso il distretto del cachemire di Perugia, ottenendo da parte degli acquirenti tedeschi partecipanti non solo grandi manifestazioni di apprezzamento,  ma anche dei veri e propri ordini. Cito quest’iniziativa  come esempio del forte potenziale che la qualità e tra - dizione dei prodotti umbri possiedono nei confronti del  mercato tedesco. Le specializzazioni produttive del territorio umbro, dal cachemire alle specialità alimentari e  vini, dalla subfornitura automotive al distretto aeronautico e quello dell’energia solare, corrispondono a settori in  cui il mercato tedesco è particolarmente ricettivo.

Quali suggerimenti potete indicare alle imprese umbre per essere presenti in maniera  strutturata ed incisiva nel vostro mercato?

Melbourne - Il mercato australiano è uno dei pochi a presentare un’economia in crescita costante (l’Australia è ora - mai la 12sima economia al mondo ed uno dei 5 paesi più  ricchi in materie prime) e i dati macro-economici confermano il benessere diffuso (tra questi, reddito pro-capite  tra i più alti al mondo e indice di propensione all’acquisto). L’Australia è un paese importatore di prodotti finiti e  questo aspetto, unito all’amore spontaneo per il Made in  Italy, rende il mercato australiano molto appetibile per le  aziende italiane. Le preoccupazioni sono solitamente la  distanza e la popolazione ridotta, ma se si vogliono esportare prodotti di fascia alta il consumatore australiano è  uno dei pochi a poterseli permettere. Per vendere in Australia occorre essere determinati e consapevoli della qualità della propria offerta. L’azienda umbra ha solitamente una struttura ridotta, ma questo in  Australia non rappresenta un deterrente. Certo, bisogna  identificare la giusta controparte commerciale, ma per  questo ci sono le CCIE australiana a dare una mano. Importante che l’azienda sappia evidenziare il rapporto con  il territorio umbro: non vi è migliore leva di marketing. Meglio comunque avere un sito internet in inglese, un  packaging accattivante e un buon rapporto qualità-prezzo. Come vedete l’Australia non chiede cose diverse.

 Singapore - Singapore e il Sud Est asiatico sono mercati lontani dall’Italia, molto dinamici e caratterizzati da peculiarità  socio-culturali. Richiedono quindi un approccio di medio  lungo termine e continuativo. Per fare un esempio concreto,  se un’azienda desidera verificare possibilità di affari nella regione, suggeriamo sempre di distaccare una persona, anche  giovane e poco costosa, in loco per un periodo determinato di sei-nove mesi, piuttosto che un manager che venga  dall’Italia una volta al mese. Costa di meno ed è molto più  efficace. Fare affari a Singapore significa intessere una rete di  relazioni e contatti che richiedono una continua attività di  networking e che è impossibile gestire bene dall’Italia.  Oltre a ciò, le aziende devono fare i loro compiti a casa e venire a Singapore con le idee chiare, con un progetto ben de - finito e un prodotto ben posizionato, e la consapevolezza che  bisogna investire tempo, energie, soldi per poter vendere.

Los Angeles - Le aziende umbre che vogliono essere presenti in maniera strutturata ed incisiva devono appoggiarsi a controparti fidate e fidelizzate. Dal momento che  l’apertura di una propria società in USA è un investimento  oneroso che aziende di piccole dimensioni difficilmente  potrebbero fare, è fondamentale avere un importatore o  un distributore o un rappresentante (a seconda dei pro - dotti), i quali devono essere supportati con incentivi economici a promuovere i prodotti dell’azienda. Fondamentalmente, anche se non esiste la figura dell’importatore  o distributore unico, questa persona deve entrare in un  rapporto di fiducia totale e deve spingere il prodotto, con  la consapevolezza di poter vendere questo prodotto attraverso i suoi canali distributivi.  

Francoforte - Sappiamo che esistono diverse imprese umbre che lavorano con successo in Germania, ma si tratta  di casi singoli dove l’impresa non viene necessariamente  collegata al territorio di cui fa parte. È proprio questo che a  mio parere manca in Germania: una promozione dell’Umbria come territorio economico ricco di eccellenze, che dia  supporto alle singole imprese che si affacciano sul mercato, creando presso gli acquirenti tedeschi la consapevolezza della ricchezza del territorio in cui le aziende umbre si  trovano ad operare e da cui derivano. Riteniamo sia fondamentale insistere sul “marchio” Umbria ogni volta che  vengono organizzate azioni promozionali con le imprese  umbre, non solo nel comparto turistico ed agroalimentare,  ma anche in quelli tecnologici.

Quali opportunità possono offrire l’Umbria  ed il suo sistema economico agli operatori  esteri che volessero investire nella nostra  regione?

Melbourne - In Australia vi è molta liquidità e non sono  pochi gli investitori alla ricerca di  partnership con aziende  straniere. A parte il  know-how produttivo, un ruolo chiave lo può giocare la Ricerca. Le università o enti di ricerca  australiani sono molto attivi e lavorano a stretto contatto  con il settore privato e le istituzioni locali. L’Umbria è una  delle poche regioni italiane ancora in grado  di esprimere al meglio la combinazione tra  innovazione e tradizione, un valore aggiunto  da gridare forte quando si vuole attirare l’attenzione di operatori esteri.

Singapore - L’Umbria dovrebbe proporsi come  destinazione per investimenti di nicchia in  settori specifici, grazie alla sua forte tradizione  artigianale e orientata alla qualità. Dovrebbe  anche rafforzare il proprio posizionamento di  destinazione turistica e culturale di alta gamma, un settore con enorme potenziale in questa parte del mondo, dove il turismo è ormai  individuale e sempre più sofisticato. Certo gli ostacoli burocratici e fiscali agli in - vestimenti caratteristici dell’Italia dovrebbero  essere smussati da una Pubblica Amministrazione più snella, ma vedo anche che le  CCIAA umbre sono molto vicine alle imprese  da quanto ho potuto constatare in occasione  dell’ultima Convention.

 Los Angeles - In generale, la percezione attua - le che gli operatori americani hanno dell’Italia  come paese di destinazione dei loro investi - menti è molto bassa. I timori maggiori sono  legati alle enormi difficoltà e vincoli burocrati - ci, alla lentezza dei sistemi amministrativi, alla  difficoltà di comprensione della lingua, della  mentalità e delle leggi diverse che regolano  qualsiasi tipo di attività di business.

 Francoforte - Oltre ad un’invidiabile qualità  della vita, l’Umbria offre un contesto economico completo e differenziato alle imprese tedesche che vogliono investire in questa  regione. Anche per gli investimenti è fondamentale che si faccia nascere in Germania  una conoscenza più approfondita del contesto  economico umbro. E non solo, è importante  informare le imprese tedesche sulle istituzioni locali che assistono gli investimenti. La burocrazia italiana viene considerata tuttora da  molti imprenditori tedeschi un ostacolo agli  insediamenti, ed è necessario far sapere che  esistono in loco istituzioni efficaci in grado di  accompagnarli nell’investimento.  

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