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30 giugno 2011

Arrivi e partenze... Fuori dal coro

di Eugenio Guarducci

Strano ma vero. C’è voluto più tempo per cambiare finalmente il nome dell’Aeroporto che per allungare la pista e dotare lo stesso scalo aeroportuale delle dotazioni minime atte ad accogliere aeromobili di una certa consistenza. Questa è una delle tante cose bizzarre che accompagnano e condiscono il lungo dibattito sul potenziamento della nostra amata infrastruttura. Un dibattito che ha sempre messo al centro dello sviluppo turistico ed economico del nostro territorio il potenziamento dei collegamenti tra l’Aeroporto di Perugia ed il resto del mondo. Per coloro che si aspettano dalla lettura di questo mio intervento l’ennesimo contributo volto ad arricchire questa tesi possono tranquillamente sospendere la loro lettura e procedere avanti. Io, infatti, non sono affatto sicuro, anzi, nutro dei fortissimi dubbi, che investire e concentrarsi quasi esclusivamente in questa direzione sia la cosa più giusta da fare. Essere stati capaci di intercettare i finanziamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia e accingersi a breve ad inaugurare una aerostazione degna di questo nome è un risultato importante. Mi entusiasma molto meno la frenetica ricerca di compagnie low cost alle quali affidare il miraggio della svolta turistica ed economica della nostra Regione. Compagnie low cost che è bene ricordare chiedono come contropartita degli ingenti finanziamenti al fine di far atterrare le loro macchine dei cieli nella nostra piccola Umbria. Contributi che in maniera molto pudica vengono sempre nascosti nella loro entità’ all’opinione pubblica quasi che ci sia da vergognarsi nel concederli. Contributi che si aggiungono allo sforzo annuale di ripianamento bilancio della società di gestione da parte dei propri soci pubblici al quale ormai siamo abituati da anni. Sforzi quest’ultimi che non devono allarmarci piu di tanto visto che il trasporto pubblico, qualunque esso sia, gode di copertura finanziaria pubblica. Leggo da più parti che come obiettivo a medio termine vi è quello di arrivare a quota 500.000 passeggeri tra arrivi e partenze. Chiaramente le partenze, che approssivamente saranno la metà, interessano molto meno degli arrivi. O meglio potranno interessare ai gestori del bar dell’ aeroporto. Allora mi domando: ma non è forse meglio concentrarsi nel progettare e realizzare le motivazioni per venire in Umbria che consentano di raggiungere e superare abbondantemente questo obiettivo? Ovvero non è forse meglio finanziare con costi decisamente inferiori e con una sostenibilita’ ambientale superiore la creazione di nuovi grandi eventi che alimentino nuovi flussi turistici? I turisti che copiosi arrivano ad esempio ad Umbria Jazz o ad Eurochocolate non vengono mica in aereo e non si bloccano a casa perché l’ Umbria èirraggiungibile. E gli imprenditori umbri se devono fare affari a Parigi, Mosca o Tunisi non è che vi rinunciano perchè non hanno un aereo della Ryan Air per partire comodi da Perugia. Alzano le chiappe e vanno. E quei turisti golosi di musica o di cioccolato di cui sopra decidono di partire e raggiungerci senza un aereo “comodo” perché qualcuno è stato capace di progettare una motivazione importante, talmente importante che li ha costretti a venire. Purtroppo nessuno si dedica in maniera organica e seria allo sviluppo del “Turismo Motivazionale” e molto viene lasciato all’improvvisazione delle singole amministrazioni locali o alla buona volontà dei singoli operatori privati. Ecco allora che la bassa natalità di nuovi grandi eventi e ‘ a mio avviso il tema vero che andrebbe invece affrontato e risolto nella consapevolezza che i Santi, le bellezze naturali, le ricchezze del nostro patrimonio storico architettonico non sono più sufficienti ad attrarre turismo. Sono utili ma non sufficienti. Ma torniamo ai collegamenti aerei. Il mio sogno (da cittadino-turista e da imprenditore) è poter avere a disposizione un solo collegamento aereo con aeromobile da 80/120 posti che la mattina presto parte alle 7 per Roma Fiumicino e mi riporta la sera alle 21 a Perugia. Un collegamento quindi che mi consenta, attraverso comode coincidenze, di raggiungere in giornata tutte le destinazioni italiane (anche Milano Linate finalmente!) e quelle internazionali a breve e medio raggio. Naturalmente un adeguato timetable da Roma Fiumicino per Perugia dovrà essere strutturato per consentire a congressisti, turisti e business people di raggiungere l’Umbria facilmente. A questo servizio aggiungerei un bus navetta che collega Perugia a Ciampino (invece che Fiumicino come avviene oggi) e così abbiamo accontentato anche gli ultra delle low cost. Potremmo essere la prima regione europea a candidarci low cost free ovvero a essere felici e fieri del nostro splendido isolamento che fra venti anni sarà forse la nostra piu importante ricchezza. Eviteremo così, come è già successo in alcuni territori che si sono affidati quasi esclusivamente al modello di sviluppo low cost, che, al momento della loro dipartita hanno lasciato non pochi problemi in termini di occupazione e soprattutto di identità. Una identità che si era pericolosamente appiattita verso il basso.