IL PUNTO

Camere di Commercio. Nessun costo sul bilancio dello Stato, ma istituzioni utili per l’economia dei territori

Le ipotesi del Governo  non portano ad un reale ammodernamento del Paese ma ad un suo arretramento sul fronte della sicurezza e del sostegno all’economia dei territori. Infatti la cancellazione delle Camere di Commercio non porterebbe nessun risparmio reale e nessun beneficio al Paese. Anzi, avremmo dei danni. Se le Camere di Commercio dovessero essere abolite, il costo dei servizi ricadrebbe per intero a carico dello Stato.

Senza il registro delle imprese e le altre numerose attività svolte dal sistema camerale a favore del mondo produttivo, torneremmo indietro, sia sul fronte della sicurezza che del necessario sostegno che va comunque assicurato all'economia del territorio.

La riforma della pubblica amministrazione è una necessità. Siamo noi i primi a dire che occorre razionalizzare e concentrare gli investimenti su obiettivi strategici.

Le proposte di modifica che abbiamo elaborato sono già state approvate da tutti i presidenti delle Camere di Commercio italiane.

La proposta di Unioncamere italiana prevede di contenere ulteriormente le spese complessive attraverso l'introduzione dei costi standard e modelli per servizi di qualità omogenei nei territori. Punta ad economie di scala e alla concentrazione della promozione economica intorno a specifici e grandi progetti.

Il sistema camerale propone anche interventi di modifica legislativa che ruotino intorno ad alcuni temi essenziali: la semplificazione, la razionalizzazione del sistema e una nuova articolazione delle funzioni delle Camere di Commercio.

La presenza  di ciascuna Camera di Commercio sul territorio, inoltre, dovrà rispondere a criteri legati all'efficienza e all'equilibrio economico e finanziario.

Le Aziende speciali verranno riorganizzate, in modo esclusivo, su base regionale. E le competenze camerali saranno concentrate e redistribuite in modo più chiaro all'interno dei livelli di governo territoriale, con lo scopo di salvaguardare il presidio del territorio e la necessaria efficienza operativa.

E’ importante sapere che le Camere di Commercio non ricevono nessun trasferimento dal bilancio dello Stato ma sono finanziate dalle imprese stesse attraverso un contributo annuale che ammonta, in media, a 9 euro al mese per ogni impresa iscritta.

In Umbria il sistema camerale ha un’importanza cruciale, per le tante piccole e medie imprese, sul fronte della legalità, del sostegno al credito e della spinta all'export. Basti pensare che, per quanto riguarda la Camera di Commercio di Perugia, negli anni tra il 2009 ed il 2013 gli interventi economici a favore dei destinatari delle politiche di sviluppo sono stati pari a 35 milioni di euro, con una media annua pari a 7 milioni di euro. La redistribuzione al territorio si è focalizzata in prevalenza sulla valorizzazione del territorio ed il turismo, per 8 milioni di euro, sui temi del credito e sostegno alle imprese, per 7 milioni di euro, sull’internazionalizzazione delle piccole medie-imprese, per 3,5 milioni euro, sull’innovazione e la formazione, per 2,7 milioni di euro.