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31 dicembre 2013

Giovani e impresa, “l’assaggio” funziona e deve continuare

di Giuseppe Castellini

Un assaggio. Ma di quelli importanti. Soprattutto in un Paese, e in una regione, dove lo stage di giovani studenti in azienda non è mai stato utilizzato a fondo in maniera convinta - e anche quando è stato utilizzato spesso non lo si è fatto bene -, frutto di una separazione e di mancanza di dialogo tra scuola e mondo dell’impresa e del lavoro (separazione e mancanza di dialogo che, invece, sono stati da tempo abbattuti praticamente in tutti gli altri Paesi sviluppati). Ecco perché l’assaggio dello stage in azienda per studenti delle scuole superiori, organizzato da due anni dalla Camera di commercio di Perugia su impulso del suo presidente, Giorgio Mencaroni, è importante. Innanzitutto i ragazzi hanno l’occasione di mettere meglio a fuoco le proprie vocazioni, intuire il livello delle proprie conoscenze, prendere contatto con i ritmi e le regole del mondo dell’impresa, toccare con mano le varie fasi della filiera produttiva – sia di beni che di servizi -, misurarsi anche emotivamente con chi nell’azienda ci lavora e quindi “vedersi” all’opera. Il tutto attraverso una metodologia ben studiata e corretta. Prima c’è una condivisione dell’iniziativa con gli organi scolastici e con le singole scuole, così da scegliere quelle più attive e reattive. Poi un doppio binario: da un lato la sensibilizzazione degli studenti della scuola (o delle scuole) superiori coinvolte, e nel frattempo si attiva il processo di coinvolgimento, sensibilizzazione e selezione delle aziende. Il tutto per fare in modo che ogni studente interessato possa effettuare lo stage nell’azienda che meglio risponde alle sue aspirazioni, alle sue curiosità, alle sue abilità. Anche perché lo stage si svolge sia in aziende che operano prevalentemente sul mercato internazionale, sia in quelle che si muovono soprattutto sul mercato interno, sia in imprese che distribuiscono il loro fatturato tra mercato interno e internazionale. A questo punto si entra nel cuore dell’iiniziativa: i ragazzi, per un giorno, fianco a fianco con i propri mentor aziendali, si calano all’interno dei cicli produttivi, toccano con mano lo svolgersi delle diverse fasi di realizzazione del prodotto e assistono ai processi decisionali attivati dal management delle imprese. Storie di un giorno, ma storie di lavoro vero, non simulazioni; esperienze vissute da protagonisti. Il successo e le potenzialità di questa attività sono apparse evidenti nei due incontri organizzati dalla Camera di commercio di Perugia, il 26 ottobre 2012 e il 29 novembre 2013, in cui i responsabili delle aziende e gli studenti, oltre ai mentor aziendali, hanno parlato dell’esperienza vissuta. E ne hanno parlato con un tale entusiasmo che da questi incontri non solo si è rafforzata la convinzione di proseguire con decisione, ma sono nati anche altri spunti, altri impegni. Così, tanto per fare qualche nome, sono sfilati Giulia, 17 anni, studentessa, e per un giorno manager. O Clizia, 17 anni, studentessa e chimico. O Michele, 16 anni, studente e ceramista. O, ancora, Marco, 18 anni, studente e farmacista. L’edizione 2013, poi (intitolata “Giornata del lavoro e del fare impresa”, mentre l’anno scorso si chiamava “Job day”), si è arricchita rispetto a quella del 2012. Stage ancora più mirati (38 i ragazzi, altrettante le aziende) coinvolgimento totale di un istituto superiore importante come il “Volta”, interventi in streaming di alcuni dei laureandi e laureati che, grazie alla Camera di commercio di Perugia, stanno svolgendo un’esperienza di formazione nelle Camere di commercio italiane all’estero (altra importante attività innovativa varata dall’ente camerale). E poi l’attenzione che l’iniziativa, dopo il primo anno di rodaggio, ha suscitato nelle più importanti istituzioni politiche, sociali e culturali della provincia. Tanto che nell’incontro conclusivo di quest’anno, svolto a Perugia presso il centro servizi “G. Alessi”, erano presenti sia il rettore dell’Università degli studi di Perugia, Franco Moriconi, sia quello dell’Università italiana per stranieri di Perugia, Giovanni Paciullo. Insomma, la Camera di commercio di Perugia ha colto nel segno. Con la “Giornata del lavoro e del fare impresa” getta un seme nella testa e nel cuore di questi ragazzi, prospettando loro possibilità e scenari tra cui scegliere nel proprio percorso di crescita, aiutandoli ad acquisire quella flessibilità – anche mentale – che caratterizza il lavoro e la vita moderna, spingendoli ad allargare i propri orizzonti per crescere, umanamente e professionalmente, in maniera più consapevole. In poche parole, per prepararsi meglio ed esprimerqualche nome, sono sfilati Giulia, 17 anni, studentessa, e per un giorno manager. O Clizia, 17 anni, studentessa e chimico. O Michele, 16 anni, studente e ceramista. O, ancora, Marco, 18 anni, studente e farmacista. L’edizione 2013, poi (intitolata “Giornata del lavoro e del fare impresa”, mentre l’anno scorso si chiamava “Job day”), si è arricchita rispetto a quella del 2012. Stage ancora più mirati (38 i ragazzi, altrettante le aziende) coinvolgimento totale di un istituto superiore importante come il “Volta”, interventi in streaming di alcuni dei laureandi e laureati che, grazie alla Camera di commercio di Perugia, stanno svolgendo un’esperienza di formazione nelle Camere di commercio italiane all’estero (altra importante attività innovativa varata dall’ente camerale). E poi l’attenzione che l’iniziativa, dopo il primo anno di rodaggio, ha suscitato nelle più importanti istituzioni politiche, sociali e culturali della provincia. Tanto che nell’incontro conclusivo di quest’anno, svolto a Perugia presso il centro servizi “G. Alessi”, erano presenti sia il rettore dell’Università degli studi di Perugia, Franco Moriconi, sia quello dell’Università italiana per stranieri di Perugia, Giovanni Paciullo. Insomma, la Camera di commercio di Perugia ha colto nel segno. Con la “Giornata del lavoro e del fare impresa” getta un seme nella testa e nel cuore di questi ragazzi, prospettando loro possibilità e scenari tra cui scegliere nel proprio percorso di crescita, aiutandoli ad acquisire quella flessibilità – anche mentale – che caratterizza il lavoro e la vita moderna, spingendoli ad allargare i propri orizzonti per crescere, umanamente e professionalmente, in maniera più consapevole. In poche parole, per prepararsi meglio ed esprimersi bene in un mondo che, vale la pena ricordarlo, è in continua trasformazione. E, poiché siamo solo all’inizio della rivoluzione telematica (perché, nonostante si pensi sia già nella sua fase matura, in realtà siamo solo alla fase iniziale), questa trasformazione è inevitabilmente destinata ad accelerare.