STUDI E RICERCHE

4 agosto 2015

Futuro digitale

Dal Rapporto Unioncamere 2015, alcuni spunti di riflessione sul ruolo dell’economia digitale per un recupero di competitività del nostro Paese

di La Redazione

In Italia, nei prossimi anni la tecnologia del digitale avrà il compito di fungere da motore per la nascita di nuove imprese e per lo sviluppo di quelle esistenti. Un processo in cui il web sarà lo strumento principale per la promozione di quel valore intrinseco che è il Made in Italy.

Non a caso Unioncamere ha scelto come titolo del suo ultimo Rapporto economico Alimentare il digitale. Il futuro del lavoro e della competitività dell’Italia”, proprio per sottolineare che il digitale è una delle strade principali da intraprendere per sostenere la crescita economica e, al contempo, l’aumento e la qualificazione dell’occupazione.

A fronte di questo enorme potenziale da cogliere, l’Italia è però ancora molto indietro nel processo di digitalizzazione. Un primo dato sul gap tra il nostro Paese e le altre economie avanzate è fornito dall’Unione europea attraverso l’Indice di digitalizzazione dell’economia e società - DESI (Digital Economy and Society Index), che misura la situazione di un paese in materia di connettività, attività on line e servizi pubblici digitali.

L’Italia, con un punteggio complessivo pari a 0,36, è risultata venticinquesima nella classifica dei 28 Stati membri dell’UE. Primeggia la Danimarca, con un indice di 0,68 (quasi il doppio di quello italiano); ultima, invece, la Romania con un punteggio di 0,3.

Nonostante siano stati fatti notevoli progressi in termini di ricorso alle tecnologie digitali da parte delle imprese, il dato più allarmante riguarda proprio lo stato della digitalizzazione delle aziende italiane: stando ai dati forniti da Agid – Agenzia per l’Italia Digitale, gli indicatori analizzati dal Digital Agenda Scoreboard 2014 mostrano che  solo il 5 % delle imprese italiane vende on line,  sebbene l’e-commerce potrebbe invece rappresentare un buon volano di crescita, anche per l’export.

 

Soprattutto per le imprese con meno di 10 addetti, che sono la stragrande maggioranza del nostro tessuto produttivo, la diffusione delle attività in rete sconta una carenza di competenze adeguate

Da notare, inoltre, come per oltre il 40% delle imprese il principale ostacolo all’utilizzo di Internet sia la percezione di inutilità rispetto alla propria attività.

 

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