L’innovazione digitale nella PA: nuove forme di comunicazione e di servizio al cittadino

A cura di Federico Fioravanti

Intervento di Paolo Ghezzi

Vice Direttore InfoCamere - Società consortile di Informatica delle Camere di Commercio italiane


Sposo l'affermazione di Montesperelli: una pubblica amministrazione inefficiente, magari anche solo in qualche sua sede, trascina inevitabilmente tutti verso il basso.
Sul piano dell'efficienza molte cose sono cambiate negli ultimi anni. Bisogna farlo sapere. Quello che vedete alle mie spalle è un sito di una pubblica amministrazione, il sito del Registro delle imprese, gestito dalle 105 Camere di Commercio italiane.
Come vedete, è un sito completamente diverso da quelli che di solito contraddistinguono la pubblica amministrazione.
Ma che cos’è che colpisce della prima schermata? Innanzitutto, non è autocelebrante.
Quando si va in un sito della pubblica amministrazione, spesso da parte di chi lo gestisce, c'è la voglia di far vedere tutto quello che la pubblica amministrazione fa al suo interno. Probabilmente, a chi è dall’altra parte, che sia un cittadino, uno studente, un’impresa, una forza dell’ordine, questo non interessa molto.
Il cittadino ha a cuore il suo punto di vista, pensa ai  servizi a cui vorrebbe accedere velocemente, in maniera concreta.
È questo l’elemento che ha contraddistinto il percorso delle Camere di Commercio, che di questi tre termini, che oggi sono stati ripetuti molte volte – innovazione, efficienza e trasparenza – ha fatto da tempo le proprie parole d'ordine.


Il Registro imprese è nato già trasparente.

Proprio così. Vorrei ricordare che le 105 Camere di Commercio hanno una società informatica, con un data center enorme, uno dei primi cinque data center italiani, accanto a quello della Sogei. Anche questa è una circostanza poco conosciuta: c'è una data center che offre servizi a tutte le 105 le Camere di Commercio e lo fa in maniera omogenea. Tutte le Camere sono collegate in rete, per cui oggi parlare con una Camera di Commercio equivale a poter interrogare il registro di tutta Italia, che si sia a Enna o a Milano. In qualunque provincia il livello del  servizio è completamente omogeneo.
Questo sito vuole pensare al punto di vista di chi è dall'altra parte: c'è la vista del cliente, dell’impresa, del professionista e del cittadino.
Tutto è online e tutto è gratuito: 6 milioni di imprese e 10 milioni di persone che oggi hanno cariche e poteri, sono consultabili in rete. L'anagrafica è importante e non costa niente: ci fa capire se quella impresa esiste veramente e dove si trova e qual è il suo indirizzo di posta elettronica certificata...
Mi sono trovato moltissime volte a parlare con degli avvocati che stavano lavorando a degli atti giudiziari e  quindi a delle citazioni, e usavano gli indirizzi degli elenchi telefonici oppure cercavano informazioni su Google, invalidando poi, il più delle volte, l’atto giudiziario perché l’indirizzo ufficiale a cui va fatto riferimento è quello del Registro delle imprese.

Una inutile perdita di denaro e di tempo.

Qualche anno fa c’è stata a Mi manda RAI Tre una serie di servizi. A Napoli una impresa aveva scritto fuori “Agenzia di viaggi” e aveva cominciato a organizzare viaggi. I primi erano andati bene, ma dopo un po' di tempo i titolari avevano intascato i soldi delle prenotazioni dei clienti ed erano spariti.
Ebbene, se qualcuno avesse digitato il nome dell’agenzia qui, in questo apposito spazio del sito dove è scritto  “nome azienda”, se quell’impresa esisteva, l’avrebbe individuata subito, oppure non l’avrebbe trovata.
Cosa mi costa prima di organizzare un viaggio? Scrivo lì il nome dell’azienda e guardo se esiste. Informazione gratuita online e immediata.
E' importante sapere che questo è possibile e che questo servizio è a disposizione dei cittadini.
Certo, le Amministrazioni hanno ancora molta strada da fare perché non è semplice rivedere tutti i propri processi nell’ottica di chi ti vuole vedere.
Nelle sedi delle Camere di Commercio, qualche anno fa, a maggio e a luglio, quando si presentavano i bilanci delle imprese, si faceva la coda. Con le pratiche cartacee, passare avanti può essere facile. A proposito di corruzione, davanti ad una pila di domande qualcuno può prendere quella in cima e metterla in fondo...
Grazie alla telematica, queste situazioni di potenziale illegalità sono state eliminate. Oggi noi riceviamo 70-80.000 pratiche, all’ultimo minuto della mezzanotte di fine maggio. Ma arrivano tutte protocollate, in fila, e viene rispettata la fase di arrivo, in maniera equa.
È questo quello che vuole il cittadino. Non certo sapere che per portare avanti la sua pratica deve chiamare qualcuno perché conosce quello o quell’altro.
Perché spesso, quando parliamo di corruzione, non intendiamo riferirci alla mega corruzione (purtroppo c'è anche quella ed è scandalosa), ma anche a comportamenti che si annidano nella quotidianità, in un modo sbagliato di intendere il rapporto con il potere, che è lontano dallo spirito del servizio. Come pensare che per prenotare una visita medica devo telefonare a qualcuno per scavalcare una lunga lista di attesa.
Il sistema camerale ha tagliato questo malcostume all'origine, puntando tutto sulle tecnologie.
Penso all'ormai lontano 2002: i professionisti, i commercialisti, gli avvocati, i notai che dovevano fare le pratiche con la firma digitale, attraverso la telematica, spesso non possedevano nemmeno un computer. Oggi, se c’è un merito, che ci riconosce anche il presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti, la categoria ha fatto un salto culturale perché è stata – passatemi il termine – “violentata” dall’innovazione introdotta dalle Camere di Commercio.
Penso ai dati citati prima, al fatto che il 60 per cento degli italiani non utilizza i siti della pubblica amministrazione.
Certe categorie, pensate al piccolo imprenditore individuale  o alla piccola azienda agricola, non utilizzano ancora le tecnologie. Spesso, il computer ce l’ha il figlio, non l’imprenditore. Ma è su questo che bisogna lavorare, sull'uso che i più giovani devono fare delle tecnologie che abbiamo a disposizione.
Qualche mese fa, a Viterbo, partecipavo a un convegno come questo, organizzato dalla Camera di Commercio e dall’Università. Erano presenti 450 studenti degli ultimi anni di Ingegneria e degli ultimi anni delle Scuole professionali. Futuri professionisti e futuri imprenditori ai quali abbiamo detto: quando finirete gli studi e avrete la possibilità di entrare nel mondo del lavoro, avrete davanti a voi due possibilità. La prima è quella di seguire le prassi  delle persone che già lavorano in quel luogo, che vengono da un'altra generazione e che attuano metodi di lavoro che vanno, prima o poi, inevitabilmente cambiati.
L'alternativa è andare avanti in un altro modo, fidando sulla vostra forza di "nativi digitali", sulla cultura nuova di professionisti che sono nati con internet, che usano la Rete quotidianamente e che possono portare subito qualcosa di nuovo, di pratico e di efficiente nei loro uffici.
 

La riduzione della carta è evidente...

Pensiamo ad una semplice visura, fondamentale per capire subito quali sono gli assetti di un'azienda. Non serve raccogliere pacchi di carta che rischiano in fretta di diventare vecchi. Nel sito del Registro delle imprese si può avere una visione completa di una azienda subito, grazie ad un grafico che evidenzia, in modo immediato, le differenze tra una impresa e l'altra.
Il servizio fa risparmiare tempo prezioso. Perché se devo, per esempio, confrontare a distanza di tre mesi una visura della FIAT, di 80 pagine, dove viene registrata la lista degli amministratori, non posso mettermi lì a trovare le differenze come se stessi leggendo La Settimana Enigmistica. Sul sito, basta un grafico che permette di cogliere immediatamente ogni cambiamento societario.
Penso alle forze dell'ordine, a chi compie indagini complicate e deve studiare per mesi e mesi gli assetti proprietari di una impresa e rischia di non venirne a capo.
Io mi ricordo il Sostituto Procuratore di Caltanissetta che lamentava: ma come? Dopo tre mesi di indagine, vado a vedere l’impresa, nel frattempo era entrata in trasferimento, era ormai in liquidazione, erano cambiati completamente gli assetti. Ma è possibile? E qual era la nostra risposta fino qualche anno fa? Mandavano ogni giorno l’appuntato in Camera di Commercio a fare una nuova visura per vedere se era cambiato qualcosa.
Adesso tutto è cambiato. La Camera ha approntato un servizio nuovo a favore di chi fa le indagini: ti avviso io se l’impresa cambia.
Pensate ai vantaggi che la tecnologia può assicurare ad una piccola impresa che vanta dei crediti con i fornitori e che puoò conoscere, in tempo reale, il destino delle aziende con le quali ha rapporti di lavoro.

L'altro vantaggio è che è tutto gratis.

Certo, basta una email o un sms che arriva sul cellulare e avverte in tempo reale che quella impresa che volevi controllare è cambiata. Una bella differenza tra il passare ogni giorno in Camera di Commercio!
C'è una burocrazia nuova, utile, che dialoga con il cittadino. E che dice: dimmi tu che cosa vuoi sapere e ti scrivo io quando quell’evento che tu vuoi monitorare avviene.
C'è un mondo nuovo da scoprire.
L'esempio è in una slide, che posso consultare al volo. Con un clic, ad esempio, controllo tutti i dati ufficiali a valore legale che riguardano un imprenditore. Prendiamone, come esempio, uno molto noto: Diego della Valle. Attraverso una rapida consultazione, ottengo una scheda completa con tutti i dati. Risparmio 30 pagine di carta e nello stesso tempo posso vedere anche tutte le cariche che Della Valle ricopre. E scoprire che non solo è consigliere della MDP Holding, presidente della Tod’s eccetera, ma capire in modo immediato anche quali sono i suoi legami con altre aziende. Tutte informazioni che la documentazione cartacea non è in grado di assicurarmi in un colpo solo. Questo è un modo nuovo di leggere il Registro delle imprese. Il servizio cambia secondo gli utenti. Chiaramente, l’utilizzo che ne fanno le Forze dell’ordine è di un certo tipo, quello di un commercialista, un professionista o un cittadino è un altro. Ma è un esempio che il sistema camerale offre per capire come si può e si deve andare avanti con l'innovazione digitale

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Competenza e trasparenza: due parole "chiave" per riuscire a cambiare le cose.

Il concetto di trasparenza, come abbiamo detto, va stressato al massimo. Di recente, a Roma, si è svolta la Giornata della legalità, dove abbiamo presentato questa nostra enorme banca dati, costruita intorno ad un progetto di trasparenza. Mi ha colpito l'intervento di don Ciotti, impegnato, come sapete, nella lotta alla criminalità, soprattutto quella mafiosa, che si sta infiltrando ovunque ci siano affari e circoli denaro.
Don Ciotti ha detto che oggi è diventato di uso comune associare trasparenza e legalità. In realtà lui ha però sottolineato un altro concetto, mettendo un accento: “Trasparenza è legalità”. C’è un accento che fa la differenza. E bisogna tenerlo sempre presente.
A febbraio sarà pronta la nuova visura delle Camere di Commercio. E' una visura che ha fatto un passo avanti, non solo nella leggibilità, per cui c’è una copertina dove si potranno, in un colpo solo, leggere tutti gli elementi importanti di un’impresa. Ma la vera novità è che è stato inserito un  QR Code, un glifo che garantisce l’anticontraffazione. Perché, come sappiamo, oggi è molto semplice prendere un documento, anche in pdf, e poi modificarlo, e spacciarlo per quello che non è.
Oggi, molto spesso, si dice che la Pubblica Amministrazione è arrivata al pdf.  No, bisogna andare oltre. Quello che conta non è un documento, che prima era carta,: adesso quel documento è diventato un’immagine scannerizzata. Questo fa la differenza, bisogna cominciare a dare dati perché possano essere utilizzati e integrati.
C’è un emendamento, nell’ultima legge di stabilità, il nuovo decreto a favore dell’Italia, dove è stata inserita la traduzione della visura camerale in inglese. Questa è una grande innovazione che l'ente camerale ha sostenuto con convinzione. Prima il presidente Mencaroni ha accennato al tema cruciale dell'export. Teniamo presente che noi siamo un Paese molto particolare, con ben 6 milioni di imprese. Ma parliamo di imprese piccolissime, spesso di ditte individuali.
Marchionne, quando è in giro per il mondo, non ha bisogno di dire che cosa fa: la FIAT la conoscono tutti. Ma pensate quando un piccolo imprenditore con altissima professionalità specifica di un prodotto o di una tecnologia, deve andare all’estero. Come fa a spiegare chi è e cosa fa? E' il Registro delle imprese che lo aiuta a spiegare la sua impresa.
Per cui il Registro delle imprese è sopravvissuto non perché c’è una legge che impone che bisogna andare dal notaio per fare un’iscrizione: è sopravvissuto ed ha un valore proprio perché serve alle imprese, perché di leggi ce ne sono, tantissime disattese. Una legge invece diventa buona quando serve.
Ricordiamoci che prima il Registro delle imprese era custodito presso i tribunali. Si andava là, ma non era consultabile da nessuno: se si voleva sapere qualcosa ci si doveva rivolgere a un tribunale, dove ancora oggi sono pieni di carta. Quindi la forza è stata quella di darlo alle Camere di Commercio, non perché lo tenessero per conto dei notai o dei commercialisti, ma perché servisse a chi è dall’altra parte.
Un tempo, un piccolo imprenditore, per esempio, un falegname, comprava il legno da un altro imprenditore che viveva accanto a lui e che lui conosceva. Si fidava perché sapeva con chi aveva a che fare. Oggi, con la globalizzazione, per stare nei costi, quell'imprenditore deve fare delle transazioni. E i suoi fornitori spesso vivono dall’altra parte dell’oceano. Se non avesse strumenti come questo per verificare che la persona con cui sta parlando esiste veramente, sarebbe nei guai.