Per una valorizzazione dei mestieri artigiani e delle abilità manuali. Verso il futuro, innovando

Interventi del pubblico

MAURO LOY, Amministratore delegato Methos.
C'è una frase che amiamo e che ci piace citare: non è il grande che supera il piccolo ma sicuramente il più veloce, quello che riesce a capire i cambiamenti.
Voglio fare due brevi riflessioni. Mi ha molto colpito l’esperienza, e quindi il discorso anche di fare rete, di unirsi insieme. Oggi, anche nelle grandi multinazionali, prende sempre più corpo la figura del country manager. Che cos'è? E’ praticamente il manager della grande azienda di successo che coglie sul territorio tutte le eccellenze artigianali, le unisce insieme e poi cerca di farle crescere.
Altra piccolissima riflessione. In altre regioni hanno funzionato bene le STU (società di trasformazione urbana). Soprattutto nella vicina Toscana ci sono delle importanti esperienze di questo tipo. Riguarda per esempio, tutti gli artigiani legati alla automobile che nel tempo sono scomparsi: dalla specializzazione possono nascere dei poli strategici.
La vicepresidente Casciari prima parlava della chimica verde. E' un altro polo, molto interessante, che potrebbe svilupparsi molto. Come quello del riciclo dei materiali plastici. In Umbria abbiamo delle grandissime esperienze: una è quella del cashmere ma anche in agricoltura vantiamo dei prodotti eccellenti..
Una ultima riflessione legata al discorso della scuola. Nel tempo gli artigiani hanno cercato di evitare ai propri figli la fatica del lavoro ed hanno pensato di farli studiare ma così si sta depauperando un settore strategico della nostra economia. Abbiamo un artigianato artistico di altissimo livello chiamati a lavorare il cristallo a San Pietroburgo. I piatti di  Deruta, Gubbio e Gualdo Tadino sono esposti all'Hermitage. E non parlo solo della Russia ma di tutto il mondo. Ma stiamo perdendo eccellenze. Ad esempio non abbiamo più doratori. Ma questa grande capacità manuale va tenuta viva, in tutti i modi. Lo stesso si può dire degli artigiani "industriali". Ci sono aziende di eccezionale qualità nate dalle ceneri delle grandi imprese. Penso, ad esempio, ad una azienda di Latina, composta da 12 ex cassaintegrati, che oggi è leader mondiale di un tipo specifico di rubinetteria. Nicchia, qualità, specializzazione: è questa la strada.

Non possiamo non coinvolgere il professor Luca Ferrucci che è presente in aula. La domanda è scherzosa ma non troppo: ma quando deve essere grande, per poter volare, questa azienda "calabrone"?

LUCA FERRUCCI, docente Università degli Studi di Perugia.
Bisognerebbe concentrarsi sulla qualità dell'intelligenza dell'impresa. Se fosse possibile pesarla e quantificarla troveremmo la dimensione che serve, uscendo da un modo, probabilmente anche un po’ vecchio e superato, di concepire ciò che è piccolo e ciò che è grande; ciò che interessa è la grandezza dell’intelligenza, il capitale umano di questa dotazione di intelligenza che deve stare nelle imprese. E questa dotazione, purtroppo, è molto variabile e per certi aspetti anche indipendente dalla dimensione intesa invece in termini di mezzi amministrati, o di dipendenti, o di altri vecchi parametri.

La chiusura delle piccole imprese familiari ha un impatto meno fragoroso sui mezzi di comunicazione. Di recente la Confartigianato ha lanciato un allarme sulla forte contrazione delle commesse subita dal settore della ceramica artistica, che in Umbria vanta una storica tradizione di eccellenza delle produzioni e presenta 250 imprese con circa 800 addetti. Nel forum online pubblicato su questo argomento su sito della Camera di Commercio di Perugia (http://www.pg.camcom.gov.it), Alberto Mossone ha citato un progetto a favore del rilancio della ceramica. Nel titolo del suo intervento c'è già il programma: "Ridiamo lustro all'Umbria". Di cosa si tratta?

ALBERTO MOSSONE, Consulente direzione e organizzazione aziendale.
“Ridiamo lustro all’Umbria” perché la ceramica a lustro, nella maiolica, era quella più pregiata, quella che arriva al terzo fuoco quando normalmente la ceramica va solo a due fuochi.
Il lustro è quindi anche meno copiabile. Un vantaggio competitivo che l'Umbria può vantare nel mondo. La tecnica nasce in Asia e arriva in Umbria nel Cinquecento. Gli antenati di Ubaldo Grazia sono stati i primi a Deruta a produrre la ceramica a lustro. Mastro Giorgio Andreoli a Gubbio ha fatto altrettanto. Dopo il periodo rinascimentale il lustro è un po' sparito per poi riemergere tra la fine dell'Ottocento ed i primi del Novecento, prima a Deruta e Gubbio e poi a Gualdo Tadino con Paolo Rubboli e Santarelli. Nel campo della ceramica e della maiolica il lustro è il più pregiato.
Di recente c’è stata una bellissima iniziativa a Palazzo Donini, con l’assessore alla Cultura e al Turismo Fabrizio Bracco e Alan Caiger Smith, che è un maestro del lustro. Questo studioso è un innamorato dell'Umbria, ha lavorato la ceramica nella storica e prestigiosa bottega di Rampini ed ha scritto sull'argomento dei libri pubblicati in tutto il mondo. La tradizione del lustro fa parte della storia dell'Umbria grazie a grandi botteghe artigiane: a Gubbio lavora Rampini, a Gualdo Tadino c'è  Rubboli, a Deruta operano bravissimi, singoli artisti, come ad esempio  Eraldo Chiucchiù, oltre che la famosa bottega di Ubaldo Grazia, che di recente ha realizzato una serie di multipli per De Lucchi, una splendida mostra che presto sarà visitabile a San Pietroburgo. Per il lustro dell'Umbria parlano i musei regionali, la collezione Rubboli, le botteghe d'arte del territorio. Ma dobbiamo unire queste energie, mettere in rete le aziende per fare massa critica e raggiungere meglio i mercati.
La ceramica a lustro può rilanciare tutto il settore. E' un prodotto di eccellenza del territorio da difendere e valorizzare, proprio perché è nostro da secoli e nessuno ce lo può copiare.

A proposito di dare lustro all'Umbria, il gioco di parole si attaglia perfettamente ad Ubaldo Grazia: tra i suoi clienti ci sono alcuni tra i personaggi più noti dello "star system" a livello mondiale, come ad esempio George Clooney o Mel Gibson. E' un esempio della funzione strategica di marketing territoriale che viene assolta dall'artigianato di qualità: prodotti che raccontano l'Umbria nelle abitazioni private di prestigiosi acquirenti che, di fatto, diventano i "testimonial" della qualità che le aziende dell'Umbria riescono ad esprimere.

UBALDO GRAZIA, Ceramista.
Purtroppo in questo momento storico di grave crisi, la ceramica non può vantare i successi di altri settori che sono in forte espansione, come ad esempio quello del cashmere. Noi usiamo l'argilla, gli smalti, ci "sporchiamo le mani" ma rappresentiamo la storia di questo nostro territorio. Non ci siamo fermati: uniamo la tradizione alla modernità e ci aggiorniamo anche noi, usando la tecnologia nelle nostre produzioni. Ma ci sentiamo abbandonati. Sembra che a nessuno interessi il nostro settore: siamo costretti a prendere decisioni dolorose nelle nostre aziende nella indifferenza della pubblica opinione. L'artigianato ha contribuito e contribuisce alla ricchezza culturale di questa regione. Adesso c'è il rischio concreto che questo patrimonio venga disperso. Di sicuro è abbandonato dalla politica e dalle istituzioni. E anche noi ci sentiamo abbandonati. Siamo esasperati da questa indifferenza. Non ne possiamo più...

Non possiamo certo rimanere indifferenti di fronte a questo sfogo, che è il grido di dolore di un intero settore, strategico per l'Umbria. E' per questo che abbiamo voluto che questi forum fossero aperti al pubblico. E proprio per questo abbiamo dedicato questa giornata ai problemi dell'artigianato, che sono acuiti, ancora più di altri settori, dalla devastante crisi economica che il mondo dell'impresa sta vivendo sulla propria pelle.


MIRABASSI Capisco lo sfogo e ne sono colpito. C'è bisogno di una attenzione e di urgenti interventi per rispondere alla crisi. Ma la mia opinione personale è che prima di aspettarsi degli aiuti pubblici gli imprenditori devono agire in prima persona.
Il professor Rullani prima parlava della crisi del fordismo e dei grandi sistemi industriali che sono andati in crisi. Ricordo che nello stesso momento in cui è andato in crisi il sistema della Ford, la Toyota stava diventando il primo produttore al mondo di automobili, come? Cambiando il sistema, innovando. Sono andato a vedere di persona la loro produzione. Ci hanno fatto vedere come in tre ore si monta una macchina: è possibile perché hanno cambiato il metodo di lavoro. In qualche modo, sono tornati indietro: pensate che negli stabilimenti non usano i computer. La  programmazione la fanno da altre parti, ma negli stabilimenti viene utilizzato il kanban, un cartoncino. I giapponesi sono tornati indietro, compattando i sistemi e recuperando, di fatto, l'artigianalità, il valore del lavoro umano rispetto a quello meccanico. Quindi non si tratta di dimensioni aziendali ma di metodo di lavoro. L'artigianato torna così al centro della produzione, anche quella industriale. Penso anche all'ultima campagna pubblicitaria della Hermès, il marchio del lusso per eccellenza, che recita: Hermès Artisan Contemporain. Artigiano contemporaneo. Uno slogan che la dice lunga.

Lavorare in rete è possibile. Perugia da questo punto di vista sta dando l'esempio con l'attività degli artigiani del centro storico, riuniti nella associazione Artcity.

MARIA ANTONIETTA TATICCHI, Ceramista.
Riprendendo l’immagine del calabrone, posso dire che la mia esperienza e degli artigiani con i quali mi sono messa insieme è di essere dei calabroni che hanno veramente un grosso corpo e quasi niente ali. Questo grosso corpo che ci trasciniamo dietro è la passione che ci ha sempre portati avanti, sia nel continuare nell'esperienza delle imprese artigiane di famiglia sia facendone nascere delle nuove. Nello specifico settore dell'artigianato artistico si parla spesso di aziende formate da una persona o al massimo da due che fanno un lavoro di ricerca per arrivare ad un prodotto bello, di qualità, che ha una sua storia, un suo senso. E' vero, il nostro settore si sente abbandonato a se stesso, non considerato e che non è reclamizzato come meriterebbe.
La formazione è fondamentale anche perché l’immagine che si è sempre data fino ad oggi dell’artigianato artistico è quella delle botteghe di una volta.
Nei borghi vengono ricostruite delle bellissime storie medioevali, ma che non sono più attuali, non sono contemporanee, non hanno più senso. È importantissimo, perciò, riscoprire il valore di questa nostra ricchezza italiana, perché dall’estero ci guardano come il Paese dove esiste l’artigianato. poi però vengono a Perugia e si chiedono: ma gli artigiani dove sono?  Per questo, con Artcity, noi piccolissimi artigiani ci siamo messi insieme. Per dire che ci siamo, per lavorare a favore di una nuova formazione e di una nuova cultura dell'artigianato. E per riscoprire e valorizzare il "saper fare", che è un valore della nostra storia.

Il rilancio dell'artigianato deve ripartire dalle scuole e dalla formazione. Su questa priorità c'è una condivisione. Ma anche le scuole debbono aprirsi al cambiamento.

GIOVANNI GRANCI Docente dell'Istituto di istruzione superiore “Patrizi-Baldelli-Cavallotti”. L’istituto Baldelli Cavallotti Patrizi di Città di Castello, indirizzo agrario, meccanico, industriale e turistico-alberghiero è una realtà ben radicata nel territorio. Come sa bene il presidente Mencaroni, abbiamo partecipato a numerosi progetti insieme alla Camera di Commercio tra cui il Job Day che è stato citato prima e nel quale abbiamo ottenuto anche un risultato lusinghiero.
Volevo dire all'assessore Casciari che le scuole non sono chiuse. Sono aperte, anche al cambiamento. E il presidente Mencaroni lo sa bene.  Ma in questa sede voglio fare un appello che riguarda la crisi del comparto turistico. Non è possibile che la crisi del settore coinvolga anche le scuole: quest'anno quattro o cinque istituti hanno avuto seri problemi di iscrizioni. La nostra proposta è quella di un tavolo nel quale venga data voce agli istituti alberghieri e turistici della regione. Va trovata, prima possibile, una via d'uscita ad una situazione di stallo che non è tollerabile in una regione nella quale il turismo è una primaria attività di sviluppo.

 

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